Nato a Napoli nel 1990, Carmine Amarante è un giovane cuoco con una grande passione e enorme grinta, mostrate sin da piccolo. Si alletta a cucinare nelle più grandi cucine della sua Napoli e, dopo aver conseguito gli studi alberghieri, si ritrova molto presto in ristoranti di gran valore. Tra il 2010 ed il 2019 è stato presso Le Sirenuse, il Don Alfonso, Il Mosaico di Nino di Costanzo per poi passare per Londra, Milano, Spagna, America con grandi maestri come Martin Berasategui e Grand Achatz.
Tornato in Italia, arriva alla cucina dello chef Heinz Beck a Roma nel prestigioso “Rome Cavalieri ” (dove resta per 2 anni) per poi partire per un progetto nato tra Heinz e Joel Robuchon all’hotel Metropole di Montecarlo in un ristorante “pop up” con una cucina mediterranea e moderna in cui si guadagna un incarico di sous chef di cucina. Terminata questa esperienza arriva a Tokyo dove attualmente è lo chef executive del Heinz Beck Restaurant.
Da qualche giorno ha chiuso la sua esperienza pubblicando un bellissimo post sul suo profilo Facebook……aspettiamo tutti di sapere dove poterlo trovare!!!
Ciao Carmine, sei giovanissimo ma già con una vastissima esperienza, cosa ti ha portato ad avvicinarti alla cucina?
Sono nato in una famiglia dove la maggior parte della giornata era vicino ai fornelli tra mamma e le nonne, quindi grazie a loro e nata la mia passione per la cucina che con il tempo continuo a coltivare ….
Dal 2010 in poi hai lavorato in grandissime cucine come Le Sirenuse, il Don Alfonso, Il Mosaico di Nino di Costanzo, cosa ti hanno lasciato?
Sono state esperienze molto importanti per me che mi hanno segnato fortemente il mio percorso di crescita, mi reputo molto fortunato per aver avuto la possibilità di lavorare con 2 maestri e di aver appreso cose che oggi giorno è difficile capirle e vederle nelle altre cucine .
Poi anche importanti esperienze all’estero come Londra, Spagna, America con grandi maestri come Martin Berasategui e Grand Achatz, quali sono i segreti che hai da loro carpito?
Ho fatto queste 2 esperienze quando ero molto piccolo ed ero all’inizio della mia carriera quindi lavorare in brigate come queste non. E stato per niente semplice . Quindi ho appreso e migliorato a non mollare e credere nei propri obbiettivi.
Come dice il grande Martin “GARROTE”
Ci racconti la tua esperienza al all’hotel Metropole di Montecarlo in un ristorante “pop up” con una cucina mediterranea e moderna, un progetto di due maestri come Heinz Beck e Joel Robuchon?
E stato un periodo molto formativo per me il primo anno come sous chef ed ho appreso come essere un buon leader …
Ora sei executive chef del Heinz Beck Restaurant di Tokyo, quali sono le differenze tra la cucina italiana e quella giapponese?
Quella italiana la trovo molto una cucina di gusto e dio tradizione invece quella giapponese molto più essenziale e pulita nei gusti.
Qual è la tu filosofia in cucina?
Far si che l’ingrediente sia valorizzato e che mantenga il suo sapore vero e puro. Ogni singolo ingrediente deve sempre rimanere molto chiaro e identificabile quindi GUSTO E SALUTARE…
Da buon napoletano, qual è il piatto della tradizione a cui sei particolarmente legato?
Diciamo che amo tutti i piatti della tradizione napoletana perché mi ricordano il mio passato ma se posso dire il piatto che sono particolarmente legato e la “GENOVESE”
Hai avuto modo di provare la cucina giapponese, quale piatto o tecnica ti piace particolarmente del Sol Levante?
In questi anni ho avuto modo di girare e conoscere molto il Giappone dal punto di vista culinario il piatto che più mi piace e si associa anche alla tecnica e uno stile tradizionale chiamato “KAISEKI” e una presentazione di tanti piccoli piatti nei quali gli ingredienti non vanno ripetuti e così anche le tecniche di cottura e quindi dar importanza a ogni singolo piatto ..
Tokyo è la città che presenta il più alto numero di locali stellati, com’è competere in un’ambiente così agguerrito?
Tokyo e una delle città più stellate al mondo con grande varietà gastronomica, quindi e una città che ti spinge sempre oltre che ti sprona alla continua crescita ed aggiornamento anche perché c’è tanta competitività quindi o sei al passo o sei fuori….
Come hai passato questo periodo in cui sei stato fermo? Hai un consiglio, un suggerimento o anche solo un augurio da dare ai tuoi colleghi italiani e di tutto il mondo?
Era da molti anni che non avevo tempo per me stesso e posso dire mi e servito tanto per studiare e pensare al mio futuro e tecniche ma soprattutto per aver più contatto con i miei fornitori, che per la mia cucina e fondamentale.
Ai miei colleghi dico ora che e tutto finito e questo momento e quasi alle spalle di continuare a non mollare e a restare uniti… e valorizzare sempre di più il nostro territorio e i nostri prodotti e che non sia occasionale….
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Un mio piccolo sogno già si e realizzato confermando la stella Michelin ma se possiamo pensar in grande allora spero di aver un ristorante tutto mio con un orto dove posso divertirmi quotidianamente con le mie creazioni e clienti ….