La Passione per un territorio unico, la Cultura dei vitigni autoctoni del Salento, la Tradizione della viticoltura che si tramanda di padre in figlio son il marchio distintivo di Torleanzi.

Abbiamo intervistato il Dott.Luigi Ciotola AD dell’azienda Torleanzi

Luigi Ciotola

Qual è la storia della vostra azienda?

Torleanzi significa famiglia, legame viscerale con la terra e le vigne, significa tradizione e passione che si tramanda da tempi lontani di padre in figlio. L’azienda fu fondata nel lontano 1887 nell’alto Salento a San Pietro Vernotico in provincia di Brindisi dal mio antenato il grand‘ufficiale Antonio Valletta personaggio di spicco nel panorama vitivinicolo dell’epoca. Dopo più di 120 vendemmie abbiamo deciso di iniziare ad imbottigliare i vini provenienti dall’uva di quelle meravigliose e generose terre che appartengono alla mia famiglia da più di un secolo. Da qui la nascita del marchio Torleanzi che prende il nome dalla nostra tenuta più grande e prestigiosa i LEANZI e dall’imponente torre che domina e difende queste terre da più di 600 anni.

Oggi dove siete arrivati (produzione, fatturati, mercati, referenze, etc…)?

Dopo 12 anni di duro lavoro abbiamo raggiunto sorprendenti risultati di cui andiamo molto fieri sopratutto considerando i tempi difficili in cui viviamo. Abbiamo quadruplicato gli ettari vitati di proprietà, aperto due Torleanzi store, ristrutturato e aperto proprio quest’anno la Masseria Torleanzi – Wine Relais, esportiamo i nostri prodotti in 25 paesi distribuiti in 4 continenti Europa, America, Asia ed Africa, due milioni di bottiglie prodotte e vendute all’anno con più di 20 etichette fra cui Tyrannus, Despotes e Verdefian, i nostri tre fiori all’occhiello. Ogni giorno ci impegniamo e lavoriamo duramente ed appassionatamente affinché il nostro marchio acquisisca una ridondanza sempre maggiore in Italia e nel mondo.

Dal punto di vista dei vitigni da dove siete partiti e come avete poi diversificato raccontami il percorso…..

Il nostro viaggio è iniziato con il Negroamaro allevato a spalliera con il classico cordone speronato seguito dalla piantumazione di svariati ettari di varietà autoctone come Primitivo e Susumaniello con sistema di allevamento a Guyot ed infine arricchito con altre varietà internazionali guidate dalle esigenze e richieste dei vari mercati per un totale di circa 100 ettari. 

Territorio e sostenibilità, due parole spesso abusate, Voi invece come le avete declinate? Quali progetti avete realizzato?

Negli ultimi anni abbiamo convertito l’intera superficie vitata da convenzionale a biologico, abbiamo incrementato la meccanizzazione agricola grazie alle più moderne tecnologie ad oggi disponibili sul mercato, ma nel rispetto dei nostri vigneti abbiamo voluto mantenere tutt’oggi una vendemmia manuale garantendo il rispetto della pianta

Sei molto giovane, quale valore puoi apportare in un settore ancora tradizionale ?

Nonostante la mia giovane età anagrafica essendo nato e cresciuto nel mondo del vino non mi sento affatto così “novello” a questo settore. Ricordo che a soli vent’anni al termine della mia giornata universitaria chiudevo i libri di studio per uscire con una borsa piena di campioni di vino da fare assaggiare a potenziali clienti.

Credo che oggi il mondo vinicolo sia alla ricerca di dinamicità, creatività, innovazione.

Dinamicità intesa come la capacità di rispondere prontamente ad una richiesta di mercato.

Creatività saper proporre un prodotto accattivante ed unico sia in termini di tasting che di packaging.

Innovazione proporre sul mercato prodotti sempre più ricercati e unici.

In Torleanzi puntiamo sempre ad offrire tutto ciò.

In particolare la crisi covid ha messo in evidenza la necessità di avere un canale digitale sviluppato , voi come siete organizzati?

Già precedentemente alla pandemia da Covid-19 ci era chiara l’importanza per un azienda come la nostra di investire nel mercato online. Dal 2017 abbiamo nel nostro sito web una sezione dedicata all’e-commerce dei nostri prodotti con possibilità di acquisto e spedizioni world-wide.

Per finire una nota di colore, il vino (non suo) che la fa impazzire e con cosa lo abbinerebbe?

Apprezzo molto i vini sardi ed in particolare il Vermentino di Gallura DOCG ed essendo un grande amante del pesce crudo lo abbinerei senza dubbio con una battuta di scampi.

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