Donne e vino, un binomio conosciuto da millenni e che mai smette di stupire e affascinare.

A rafforzare questa vicinanza tra due mondi che già tanto hanno in comune, l’associazione “Le donne del Vino“. Che con il suo lavoro discreto e qualificato, si pone come valido punto di riferimento, per chi realmente crede che il vino, e suoi operatori, abbiano tanto da raccontare al di là delle mode.

Giovedì 26 maggio a Pozzuoli, precisamente presso Villa Eubea, si è tenuto il primo appuntamento del progetto “Connection“.

Organizzato, anche quest’anno dalle Donne del Vino della Campania, e moderato dalla sommelier Daniela Prisco. Iniziativa nata per raccontare i territori attraverso i vini delle socie produttrici .

La novità di questa edizione di “Connection” è la partecipazione delle produttrici di tutto lo stivale, per instaurare un interessante confronto tra vini, vitigni e territori.

L’Aglianico incontra il Nebbiolo il tema della serata, che ha visto protagoniste otto produttrici. “8 signore in rosso” equamente distribuite tra Piemonte e Campania, che hanno ovviamente partecipato con i loro vini.

Un confronto tra i vitigni autoctoni delle due regioni, Nebbiolo per il Piemonte e Aglianico per la Campania.

Otto diverse declinazioni per due vitigni antichi e capaci di raccontare i territori da cui provengono meglio di chiunque altro. Vitigni che danno vita a vini molto diversi tra di loro, ma che, per entrambe le regioni, rappresentano una eccellenza territoriale unica. Il nebbiolo conquista per trasparenza, potenza ed eleganza, l’aglianico per irruenza, i suoi colori intensi e l’ottima capacità evolutiva.

Interessante l’idea di abbinare ad ogni piatto servito durante la cena, sia una versione di nebbiolo, che una di aglianico, per apprezzarne le diverse caratteristiche e qualità.

Si è partiti alla grande con l’abbinamento di una Quiche alle melanzane all’Albugnano Doc 2019 di Tenuta Tamburnin, rappresentata da Valeria Gaudano. Una produttrice che avevamo già avuto modo di apprezzare in quel di Verona in occasione dell’ultimo Vinitaly. Un nebbiolo 100%, dal tannino delicato e dalla grande finezza complessiva, che nasce in una azienda a conduzione femminile. Realtà che produce da circa 45 ettari situati ad una altezza di 500 mt sul livello del mare, un vino notevole, dal colore che esprime il carattere di questo grande vitigno.

All’Albugnano è stato affiancato un Sannio Aglianico Doc 2018, Rossovermiglio, un vino relativamente giovane, da vendemmia tardiva che nasce da un’azienda situata in un territorio che riesce a conferire buona freschezza ai vini, così come ci racconta Maria Teresa De Gennaro che la rappresenta per l’occasione.

  • Terredora Dipaolo
  • Pelissero Bricco Barbaresco
  • RossoVermiglio Connection
  • Tenuta Cavalier Pepe
  • Tenuta Tamburnin
  • Tenuta Carretta
  • Ettore Germano Connection
  • Dettaglio colore
  • Dettaglio colore
  • Roero riserva Connection

Si prosegue con un Risotto cacio e pepe con guanciale croccante. Piatto che grazie ad una più pronunciata grassezza, ben si sposa a vini di buona potenza.

Ci si sposta dal Monferrato Astigiano, verso le colline del Roero con un Roero Riserva Docg “Bric Paradiso” 2017 Tenuta Carretta. Altro nebbiolo 100% che dopo una maturazione di circa 10 giorni, affina due anni in botte grande e poi continua la sua evoluzione in bottiglia, donando un vino potente ma dotato di buona freschezza. A parlarci di una azienda antichissima Ivana Brignolo, produttrice di questa zona, che fa quasi da contraltare alle Langhe, trovandosi dall’altro versante del fiume Tanaro.

Gli fa eco un centratissimo Taurasi Riserva DOCG “Vigna Grande Cerzito” 2017 di Quintodecimo, azienda che produce a 400 mt in Mirabella Eclano. Le uve destinate a questo vino, così come ci spiega Chiara Moio, giovanissima produttrice ed enologa di casa Quintodecimo, vengono coltivate in un unico ettaro. Insomma, una sorta di Cru, e affinano in barrique di 225 litri di rovere francese di primo passaggio, per una produzione totale di circa 2000 bottiglie all’anno. Indubbiamente una grande etichetta campana, e fine espressione del burbero aglianico.

Altre due etichette per il Pacchero ripieno di ragù e fritto in tempura. Un grande Barbaresco DOCG “Bricco San Giuliano” 2019 dell’azienda Pasquale Pelissero, rappresentata per l’occasione da Ornella Pelissero.

Situata a Neive, cuore della zona del Barbaresco, l’azienda produce diverse etichette. Tra cui questa che spicca per raffinatezza, eleganza, potenza e profumi che tengono incollati al calice.

La Campania viene in questo caso rappresentata dalla “nostra” Milena Pepe, che con la sua azienza, “Tenuta Cavalieri Pepe”, descrive benissimo il territorio irpino. Luogo che ritroviamo nel suo Taurasi Riserva DOCG “Opera Mia” 2015, nel quale Milena trasmette la passione, l’intensità e la potenza tipici di questa Docg.

Si chiude con il Brasato di Manzo in crema di ceci affiancato dal Barolo DOCG “Cerretta” 2017. Ettore Germano, azienda di Serralunga d’Alba che ci viene spiegato da Elena. Ci racconta di un vino nato in una annata particolarmente calda, ma che si presenta con un tannino poco aggressivo e un gradevole accento balsamico.

Tocca a Daniela Mastroberardino chiudere, (davvero in bellezza) la serata degli abbinamenti con un superbo Taurasi Riserva DOCG “Campore” 2009, Terredora prodotto nella zona di Lapio, più frequentemente citata per i suoi Fiano. E invece il Taurasi di Terredora, grazie anche alla lunga evoluzione, si presenta importante, potente ma accattivante grazie al tannino domato dagli anni.

Uno “scontro”, o forse molto meglio parlare di incontro, tra nebbiolo e aglianico che finisce in pareggio. E che riesce ancora una volta a fornire la prova della grande versatilità dei due vitigni. Capaci di dare carattere diverso al vino anche se coltivati a distanza di poche decine di metri.

Piacevole ascoltare queste donne che raccontano, spiegano con un garbo e pazienza tutta femminile. E ci ricordano che il vino nasce dalla terra, dal lavoro costante e amorevole dei contadini, senza il quale nessuna bottiglia vedrebbe la luce.

E a loro va anche il merito di averci fatto notare, in un’epoca in cui il contenitore ha più importanza del contenuto, in cui è l’immagine (troppo spesso volgare, ahimè) a dominare sul prodotto, che tutti dovremmo riportare l’attenzione verso l’essenziale.

Un monito anche al mondo della comunicazione che, insieme agli operatori del settore, potrebbe contribuire a ristabilire gli equilibri, scommettendo di più su quello che c’è nel calice e meno sugli influencer di turno.

Seguiranno altri tre appuntamenti che vedranno protagoniste le Donne del Vino, sempre insieme alla Campania, Sicilia, Lazio e Veneto.

Anna Orlando

Anna Orlando

Maturità classica, laurea in giurisprudenza, avvocato da oltre 15 anni. L'interesse per la cucina e per il cibo nasce dall'aver osservato in silenzio prima una nonna e poi una mamma ai fornelli. L'essere...

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