Vigneti Le Monde sposa la novità del Consorzio Prosecco Doc e allarga la gamma di etichette.

Il 2020 è stato un anno importante per il Consorzio di Tutela Prosecco Doc, un anno che ha visto arrivare, dopo molti sforzi, un traguardo importante: la modifica del disciplinare di produzione con l’ormai storica aggiunta del Prosecco Doc Rosé. Uno spartiacque che non cambia la realtà, ma la riconosce e le da dignità, forte del trend sempre più forte che vede i rosati italiani al centro del panorama mondiale. Un ampliamento dell’universo del Prosecco Doc che corrisponde, da oggi, anche a quello della famiglia Vigneti Le Monde, le cui file si sono arricchite del nuovo Prosecco Doc Rosé. Fresco, allegro e gioioso come una debuttante, questo vino parla profondamente del territorio e della cantina stessa. Della voglia di portare nel mondo il Friuli, le sue caratteristiche, il suo Prosecco. Dell’essenza giovane e dinamica di un’azienda che investe su se stessa e sceglie di rafforzare la propria presenza sul mercato globale. Parla, soprattutto, della volontà di studiare e comprendere ciò che il consumatore richiede, per potergli raccontare al meglio la propria identità.
Il Prosecco Doc Rosé di Vigneti Le Monde, come tutti i suoi fratelli, è una referenza ad alto valore qualitativo. Nato da un incontro più che fortunato tra Glera e il Pinot Nero – vigneto madre dell’altro amato rosé della flotta aziendale, qui presente fino al 15% dell’uvaggio totale -, riesce a tenere insieme la freschezza che ha reso il Prosecco famoso nel mondo, con la raffinatezza e la profondità del Pinot. Un’anima duale ma equilibrata, per un vino brillante e tenace, come il suo perlage. Il bouquet è delicato come il mazzo di fiori di una ragazza alla
sua prima uscita in società: fragoline di bosco, ribes, lamponi, ciliegie. Al palato danza come
un fox trot: elegante e vivace insieme.
Nato da agricoltura integrata, come tutte le etichette dell’azienda, porta nel bicchiere un risultato schietto, decisamente di alta fascia, dal punto di vista qualitativo, ma sempre con l’attenzione maniacale al rapporto qualità-prezzo che caratterizza Vigneti Le Monde.
Delicato e brioso, nel calice ci si ritrova un prodotto complice e trasversale, adatto dall’aperitivo con il salmone affumicato fino al risotto di frutti di mare, passando per tutto il ventaglio di cruditè tipico della nostra tradizione.

La terra, meravigliosa, è quella al confine tra il Veneto – che non è più, ma che si sente nel dialetto e a tavola – e il Friuli Venezia Giulia. La vite è quella che ordinata ha ridisegnato il paesaggio attorno alla cantina, rendendola un’oasi. Il tempo è quello che scorre a Le Monde ininterrottamente dal 1700.
Perché quella rilevata da Alex Maccan e da sua moglie Marta è l’unica grande casa rurale ancora in attività. Una testimonianza del passato nel presente più spinto, senza che la Storia sia stata toccata nemmeno da una bugia. Rinnovate le fondamenta, della casa originaria è stato conservato intatto il cuore grazie alla visionarietà di chi immaginava già ciò che sarebbe stato e a una grande passione.
Quella per il vino. Pur non nascendo vignaioli, Alex e Marta hanno curato, fin dal primo giorno, la cantina come un figlio, seguendone ogni dettaglio prima, durante e dopo i lavori. Dentro e fuori dalla vigna. Sporcandosi le mani nonostante un team di professionisti che li affianca in questa grande avventura.
Oggi la grande struttura rossa che in autunno, al tramonto, sembra tutt’uno con i tralci di vite, contiene la casa padronale, la barricaia, l’impianto di produzione vero e proprio così come gli uffici amministrativi. Raccogliersi sotto lo stesso tetto come una grande famiglia, non è stato un caso ma una scelta, che ha permesso di evitare la dispersione tipica delle comunicazioni contemporanee per un lavoro che contemporaneo è solo nella visione del mondo, nell’utilizzo delle più moderne tecnologie e nell’ecosostenibilità della coltivazione integrata, ma che nell’energia che lo muove rimane caldo, accogliente.

Redazione Foodmakers

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