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Bootleg significa registrazione musicale di live non autorizzata, ma per tanto tempo ha voluto dire anche trasporto illegale di alcolici.

Da questa doppia accezione nasce un locale dall’arredamento anni ’20 (quelli del secolo scorso), dalle selezioni musicali sempre sorprendenti, che mette al centro dell’attenzione l’esclusività della propria drink list.

Bootleg nasce dall’intuizione di portare il concetto di cocktail bar e di bere attento, in una periferia dove il principale format di locale era improntato sul classico pub, wine bar o beer shop, Dal 2015 ha fatto scoprire ai clienti del quartiere Montesacro-Città Giardino e poi a tutta Roma, che per bere signature drink o grandi classici preparati con mestiere, non era più necessario spostarsi nelle solite zone famose della movida romana.

Uno street-bar dall’ambiente easy-retrò dove l’unica cosa su cui non si scherza e ci si prende in giro è la qualità dei prodotti e della miscelazione. La drink list cambia ogni stagione ed i fine settimana si susseguono spesso live o dj-set. Oltre ai cocktail c’è una attenta selezione di birre e vini e si può accompagnare il drink con degli sfizi da aperitivo.

Ciao ci racconti come nasce Bootleg?

Bootleg nasce dall’incontro di tre ragazzi con esperienze molto diverse che nel 2015 hanno deciso di unirsi per realizzare il loro progetto: aprire un cocktail bar in periferia.

 

Perché questo nome?

Pur essendo uno street bar, quando abbiamo aperto sotto molti aspetti ci siamo ispirati al mondo degli speakeasy e del periodo del proibizionismo americano. Durante il proibizionismo i contrabbandieri erano detti anche ‘bootleggers’, per via del fatto che spesso nella gamba (leg) dello stivale (boot) nascondevano i loro libri neri con conti e liste di clienti. Da qui l’associazione del termine ‘bootleg’ al concetto di contrabbando, ad esempio anche in musica si definiscono bootleg le registrazioni fatte di straforo ai concerti. Dal nostro legame con musica e proibizionismo nasce la scelta del nostro nome.

Chi sono i volti del Bootleg?

Come accennato prima nasce da tre teste molto diverse tra loro ma con un unico obiettivo: Davide Cimaglia e Daniele Protasi sono sempre stati la base operativa del bootleg, Davide Capece invece è la componente organizzativa che si occupa di quello che succede fuori dal bancone.

Che cocktail consigliereste di provare a chi viene da voi per la prima volta?

Difficile da dire così a bruciapelo, ma ci piacerebbe consigliare “L’erba di Grace” e “Muoviti Panky Tranqui”.

Ci racconti qualcosa in più sulla vostra drink list?

La nostra nuova drink list sarà un viaggio tra personaggi e sapori.

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Ma quanto spazio ha la creatività nel vostro lavoro?

Molto, dalla creazione di un drink, all’organizzazione di un evento, fino anche alla creazione delle playlist musicali che accompagnano le nostre serate.

E il distillato che preferite miscelare?

Senza dubbio whisky!!

Qual è il vostro best seller?

Beh sicuramente il whisky sour, se non il più venduto, è il drink che negli anni ci ha sempre accompagnato in questi sei anni e mezzo.

Quali sono i vostri bar di riferimento in assoluto, quelli dove andate appena potete?

Per non far torto a nessuno, cito i bar fuori città dove ci piace andare appena possiamo…due nomi su tutti: Mag a Milano e Quanto Basta a Lecce.

Come avete affrontato questo periodo caratterizzato dal covid-19?

Eh…lo abbiamo affrontato un po’ come quasi tutti, adattandoci a tutte le infinite limitazioni, regole, coprifuochi e chiusure che ci sono stati imposti. Per fortuna a livello di staff siamo una realtà piccola e famigliare quindi, con grandi sacrifici e grazie all’attaccamento dei nostri clienti, che con whisky sour e negroni pomeridiani ci hanno aiutato a rimanere in piedi nonostante tutto questo periodo.

Progetti per il futuro?

Già nel 2017 con il Sottobanco, che ha avuto un discreto successo, abbiamo avvicinato il mondo della miscelazione a quello della cucina, qualcosa bolle in pentola…rimanete sintonizzati!!

Luigi Cristiani

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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