Lanciato l’appello da imprese agricole e cooperative sociali allo Slow Food Village dedicato a “I buoni frutti della buona terra”. Nelle degustazioni, show cooking e laboratori per bambini promossi prodotti e attività delle fattorie sociali.

Da Viterbo si è alzato forte l’appello da parte di imprese agricole e cooperative sociali affinché si creino al più presto le condizioni per favorire la sostenibilità dell’agricoltura sociale. È questo in estrema sintesi il messaggio emerso nel corso dell’undicesima edizione dello Slow Food Village intitolata “I buoni frutti della buona terra”, svoltasi lo scorso 30 settembre a Palazzo dei Priori. 

La manifestazione è stata molto partecipata sia da produttori e operatori sociali negli incontri e workshop sia da visitatori e bambini che hanno preso parte ai laboratori del gusto, show cooking e attività che avevano per protagonisti proprio le fattorie sociali, con la collaborazione degli attivisti di Slow Food Viterbo e Tuscia.

Nel corso della mattinata il consigliere regionale Daniele Sabatini, dopo aver illustrato le opportunità offerte dalla proposta di legge sull’agricoltura sociale in discussione al Consiglio della Regione Lazio, ha indicato le connessioni possibili con altre iniziative legislative regionali in corso come quella sul turismo enogastronomico e le attività legate al mondo dell’equitazione. Mentre Dina Maini, dirigente Arsial, ha ribadito il supporto che l’Agenzia ha già dato ed è pronta a rinnovare per lo sviluppo di questo comparto. Saverio Senni, docente DAFNE – Università degli Studi della Tuscia e tra i primi in Italia a studiare e a far emergere il valore dell’agricoltura sociale, ha evidenziato l’evoluzione del fenomeno e la crescita di alcune realtà citando tra l’altro il progetto “Innesta” di cui è stato presentato nel corso della manifestazione il  cortometraggio “Un senso di libertà. Voci dell’agricoltura sociale” e la mostra fotografica “24 DOMANI”, realizzata dal Gruppo Fotografico Magazzino 120. Roberto Petretti, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Viterbo, e Marco Marcelli, direttore UOC Neuropsichiatria infantile AUSL Viterbo, hanno ribadito la disponibilità degli organismi che rappresentano a un impegno ulteriore in questo ambito che richiede determinate professionalità e competenze. A seguire le riflessioni e i contributi sulla proposta di legge regionale di alcuni operatori del settore come  Salvatore Stingo di Agricoltura Capodarco, Chiara De Santis del Giardino di Filippo Agriland, Martino Rebonato del CeIS “S. Crispino”, Andrea Spigoni di Alicenova, Graziella Fiorucci di Amici di Galiana, Claudia Calvaresi de La Romanella. Ha concluso il convegno Federico Varazi, vicepresidente Slow Food Italia, il quale ha sottolineato la rilevanza che ricopre per Slow Food il tema dell’agricoltura sociale e l’impegno a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti e prodotto da tutti.

Al termine della prima parte della giornata la Comunità Slow Food di agricoltura sociale dell’Etruria meridionale ha proposto un momento conviviale con prodotti tipici e piatti del territorio.

“L’agricoltura sociale – ha dichiarato Luigi Pagliaro, presidente di Slow Food Lazio – racchiude valori troppo importanti per continuare a costituire una eccezione faticosamente praticata da poche realtà. È necessario che si creino le condizioni affinché la sua pratica sia sostenibile e si diffonda tra le imprese agricole. Così come va compiuto ogni sforzo affinché gli attori della filiera, fino ad arrivare ai consumatori, ne percepiscano e interpretino ilvalore aggiunto valorizzando le peculiarità produttive e la narrazione”. 

 

Ed è proprio sulla sfida sul mercato che è stata focalizzata l’attenzione del workshop pomeridiano con gli interventi di: Carlo Hausmann, direttore generale Agrocamera;  Federica Ghitarrari, dirigente Camera di Commercio Rieti-Viterbo; Francesca Giarè, ricercatrice Crea; Vincenzo Mancino,  fondatore di DOL (Di Origine Laziale); Salvo Cravero, chef e consulente per la ristorazione; Gaia Giannotti, co-founder Rucola Studio, consulente per la valorizzazione del patrimonio gastronomico e turistico;  Arianna Fusilli, di Arianna Mauro e Mariolina Pepe, titolari del media food Passion Fruit Hub.

 

In tal senso nel corso dell’evento alcune aziende locali di agricoltura sociale si sono messe subito in gioco mettendo a disposizione i loro prodotti alla creatività e abilità di due esperti della ristorazione come lo chef Salvo Cravero e Maurizio Grani, titolare del ristorante “Il Moderno” e Cuoco dell’Alleanza Slow Food, che si sono esibiti negli show cooking. Così come Costanza Mestichelli di “Volta la terra”, Marco Tortolini presidente di Slow Food Viterbo e Tuscia e l’assaggiatrice Maria Laura Nespica hanno condotto i laboratori del gusto con i prodotti di Fattoria Lucciano, Solcare e CeIS “S. Crispino”. Mentre gli operatori delle aziende agricole Alicenova, Agriland-Giardino di Filippo, Fattoria Cupidi e la Romanella hanno proposto ai numerosissimi bambini presenti le attività:“L’orto in cassetta”, il Laboratorio esperienziale con gli animali e la Merenda buona pulita e giusta.

L’edizione speciale dello Slow Food Village dedicata all’agricoltura sociale è stata organizzata da Slow Food Lazio e Slow Food Viterbo e Tuscia, grazie al contributo della Regione Lazio e dell’Arsial e il patrocinio del Comune di Viterbo e di Slow Food Italia. I contenuti del convegno e del workshop sono disponibili sulla pagina Fb di Slow Food Lazio.

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Redazione Foodmakers

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