Michael Silhavi ,classe 1986, cuoco veronese di origini francesi, dopo gli ultimi sei anni passati come chef del Ristorante Ponte Pietra a Verona, ha aperto il suo Filia sempre nella città scaligera. Nella sua cucina ritroviamo il suo spirito creativo e ribelle, i suoi tanti viaggi in giro per il mondo ma anche i suoi  anni trascorsi nelle cucine cucine stellate.

 

Ciao Michael, ci risentiamo dopo un po’ di tempo ed hai aperto il tuo Filia, ci racconti qualcosa in più?

Ciao! Bè innanzitutto vi posso raccontare che finalmente il mio sogno di aprire il mio ristorante si è avverato! Ogni giorno è sempre una grande emozione girare quella chiave e poter cucinare per persone nuove e anche per quelle conosciute.

Proponi due menù degustazione, Tuffi e Capriole, ce li puoi descrivere?

Si sono due menu degustazione entrambi di sei portate (più amuse bouche, predessert e piccola pasticceria). In Tuffi troviamo un percorso a prevalenza pesce mentre in Capriole a prevalenza carne, ma è inoltre possibile ordinare alla carta scegliendo tra le portate presenti nei due percorsi. I nostri menu cambiano tutti i mesi in modo da seguire ancora di più la stagionalità dei prodotti, i nostri clienti possono assaggiare piatti sempre nuovi e noi in cucina siamo liberi di esprimerci e sperimentare.

Cosa porti, in questa nuova avventura, delle tue passate esperienze?

Delle mie passate esperienze porto tutto: le cose belle che ho imparato, gli errori che ho commesso e che non ripeterò, gli insegnamenti dei miei maestri. La cucina che offre oggi FILIA è la somma di tutto ciò che imparato, dei miei viaggi e le ispirazioni che raccolgo giornalmente: il tutto filtrato attraverso la mia testa e la mia sensibilità.

Il mettere in gioco la tradizione è una delle tue caratteristiche, come lo fai nei tuoi piatti?

Provo a farlo partendo da quello che è un ricordo, che sia un sapore o anche un ricordo visivo, e cerco di dargli un tocco che lo migliori e lo renda speciale. Se si riesce ad andare a toccare la memoria molte volte diventa più facile emozionarsi e lasciarsi trasportare.

Vanity Fair ti ha inserito nei 15 5 top giovani del food&wine, un bel successo, te l’aspettavi?

Me l’aspettavo? Sinceramente no. È una soddisfazione e un riconoscimento a tutto il lavoro e l’impegno che cerco di mettere ogni giorno nel progetto FILIA insieme alla mia squadra. Il nostro è un lavoro di gruppo e solo se si è coesi si può riuscire a crescere e migliorare.

Sei giovane ed innovatore, ma per aprire una nuova attività nel mondo della ristorazione ci vuole davvero molto coraggio, com’è stato il passaggio da chef ad imprenditore?

Ci vuole coraggio e penso anche un pò di pazzia. Il passaggio è stato tosto, sto imparando giornalmente ad essere un imprenditore migliore e a fare il meglio per la mia azienda, nella mia testa però mi reputo sempre uno chef in primis.

Ci puoi raccontare quali sono stati i primi riscontro che hai ricevuto dll’apertura del tuo locale?

Durante questi primi sei mesi di attività i riscontri sono stati a mio avviso ottimi, vedere i clienti alzarsi da tavola felici è la mia soddisfazione più grande. Siamo appena partiti e abbiamo tanta voglia di spaccare quindi non ci poniamo limiti. Ne vedrete delle belle.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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