La Di Stefano Dolciaria promuove un Road-Tour, “A cena con il panettone” che parte dalla città di Torino, passando per Milano, Roma per poi concludersi a Firenze.

Da anni la Di Stefano Dolciaria propone la propria reinterpretazione della classica ricetta lombarda con materie prime isolane di ottima qualità che rendono i panettoni armonici nei gusti, soffici nell’impasto e facili da digerire grazie al non utilizzo di conservanti che ne accorciano la shelf-life preservandone però la genuinità. 

La chef siciliana e ambassador Bianca Celano ha accolto la sfida della di stefano, rilanciandola a quattro colleghi italiani con cui ha creato dei menù che oltrepassano il confine tra dolce e salato, decontestualizzando totalmente l’uso tradizionale del panettone.

Gli chef Marcello trentini, Marco Ambrosino, Arcangelo Dandini e Maurizio
Zanolla in tandem con la chef Bianca Celano aprono le porte delle loro cucine ai panettoni di stefano cui hanno riconosciuto la stessa bontà, autenticità e originalità degli ingredienti che usano per i propri piatti.

 

Abbiamo intervistato la Di Stefano Dolciaria che ci ha raccontato un pò la sua storia e Bianca Celano che,i invece, ci ha spiegano la filosofia di questo Road-Tour, “A cena con il panettone”

 

La Di Stefano dolciaria, nasce nel 1986, orami più di 30 anni di attività, come riuscite a stare sempre sulla cresta dell’onda?

Grazie alla continua ricerca della migliore qualità, abbinata a una brand identity siciliana dallo stile moderno.

La qualità è il faro che orienta sempre le nostre scelte, in particolare, da 5 anni abbiamo intrapreso un percorso finalizzato a rendere sempre più genuini i nostri prodotti – Panettoni e Creme – eliminando tutto ciò che di superfluo c’era nelle ricette. Pare che queste scelte siano premianti.

Negli ultimi anni avete abbinato il vs Panettone con artisti e designer, come nasce quest’idea?

Fare un panettone ricercando l’eccellenza è comunque un’espressione di arte…

In realtà, l’ispirazione è arrivata dopo aver realizzato la nostra nuova brand identity e il nostro pack, nel 2014.

Una perfetta fusione tra tradizione – pack che ricorda il “coppo del pane” – e innovazione – brand a forte matrice Siciliana, rappresentato da un carretto di design. L’accostamento verso artisti e designer è stata una naturale evoluzione del pensiero, quando abbiamo immaginato di gratificare i consumatori dei nostri formati Magnun con un regalo, in occasione del Natale 2016. Abbiamo immaginato di potere accostare all’arte pasticcera, l’arte di una designer d’eccellenza che potesse realizzare un oggetto per noi. Marella Ferrera è stata la prima collaborazione: ha realizzato per noi la Truscia che ha avvolto il nostro Panettone Magnum. Abbiamo capito che il nostro pensiero trovava riscontro nel pubblico che ci sceglieva e riconfermava!

Quest’anno la Di Stefano Dolciaria ha coinvolto Domenico Pellegrino. Artista, scenografo, pittore, cosa ha proposto per il suo piatto-cadeau in ceramica?

I volti di un moro e una donna siciliana che rappresentano la loro irrefrenabile passione, in linea con il posizionamento siciliano del nostro brand.

 

Siete stati i primi ad utilizzare il pistacchio all’interno dei vostri panettoni, ci raccontate com’è nata quest’idea?

E’ la terra che ha dato l’input, in quanto Raffadali e i suoi comuni limitrofi sono territori a forte vocazione di Pistacchio che, a differenza della mandorla, non veniva utilizzato diffusamente nelle produzioni pasticcere. Un produttore ha ben pensato di chiedere a Enzo Di Stefano di impiegare il suo pistacchio in qualche lavorazione pasticcera perché aveva una buona produzione che non riusciva a smaltire. Da li è nata la crema di pistacchio e, quindi, il panettone al pistacchio.

I vostri NO (no emulsionanti; no conservanti; no a tutto il superfluo in ricetta), sono la vostra forza, come viene recepita questa scelta dai clienti?

I clienti che ricercano eccellenze, sono ben felici e orgogliosi di potere offrire ai loro consumatori i nostri panettoni, perché vanno incontro a un bisogno emergente sempre più imponente: mangiare genuino.

 

Avete un canale di vendita on line, che risultati avete ottenuto e da dove provengono i vostri clienti?

I clienti delle vendite on line sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e mostrano una certa fedeltà negli anni. Chiaramente, se ne aggiungono di nuovi in conseguenza della nostra presenza a eventi, come Merano Wine Festival, o fiere, come Vinitaly, o collaborazioni, come Firriato exeperience. Una provenienza minore ma crescente arriva anche dal resto d’Europa.

 

“A cena con il panettone” è il primo Road Tour nazionale organizzato per il Natale 2019, con 4 tappe (Torino, Milano Roma e Firenze) come nasce?

Dalla voglia di sdoganare il panettone pensato e vissuto solo come un dolce, unita alla voglia di creare contaminazioni con professionisti e amanti dell’alta cucina da cui possono sempre nascere nuove intuizioni.

 

Abbiamo intervistato anche Bianca Celano, per avere qualce informazione in più sul Road-Tour, “A cena con il panettone”.

 

Portare in tavola il panettone in modo inusuale è una vera e propria sfida reinterpretare il panettone non semplicemente come “dolce” ma come ingrediente attraverso il quale esaltare piatti salati creati ad hoc., come l’hai approcciata?

Non ho avuti dubbi! Nei miei piatti ho sempre scelto di alternare un gusto sapido a uno dolce. Un esempio era la mia zuppa di pesce con grano e arancia candita.

Mi è stato insegnato che il confine tra dolce e salato è facilmente valicabile e ne abbiamo vari esempi anche tra i dolci storici siciliani (vedi i famosi biscotti “mpanatigghi” con ingredienti dolci e carne di manzo)

Quindi, alla richiesta della famiglia Di Stefano, ho subito risposto positivamente. E soprattutto, ancor prima di definire il tutto, avevo già alcune idee dei piatti da realizzare e quali panettoni scegliere.

“A cena con il panettone” sarà una maratona del gusto, ci puoi raccontare qualcosa sui piatti sin’ora presentati?

Sono partita dall’idea di proporre il panettone nello stesso modo di come siamo soliti conservare e utilizzare il pane raffermo in Sicilia, facendone “muddica di panettone tostato” e poi abbinandolo ad ingredienti quali l’Acciuga di Sciacca, la Bottarga di Tonno di Favignana, le Pere Spinelli dell’Etna.

Ma anche utilizzando delle fette tostate per realizzare delle Bruschette di Lingua cotta con miele arancio, limoni, confettura di cipolla e capperi di Salina.

Ma non dimenticando la possibilità di trasformare il Panettone in un altro dolce, vedi il gelato di Panettone Carrubo, realizzazione riuscita e gustosa!

4 i tuoi colleghi coinvolti (Marcello Trentini, Marco Ambrosino, Arcangelo Dandini e Maurizio Zanolla) in questo tour, come hanno reagito a questa sfida?

Benissimo! Hanno immediatamente raccolto questa nostra idea, senza avere dubbi.

Sono quattro chef dalla caratteristiche molto diverse, ma hanno una nota in comune.. la voglia di mettersi in gioco e sperimentare, e lo sanno fare davvero bene.

Con loro sto duettando magnificamente e con una bella alchimia di sapori, anche se tra un piatto e l’altro ne approfittiamo per divorare fette di panettone!

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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