Abbiamo intervistato l’imprenditore Eduardo Ferrara, ideatore e distributore della “Vesuviatella”.

La sua professione principale, quella di bancario, gli ha impegnato gran parte del tempo, ma la vocazione per l’imprenditoria, e la passione per il retaggio gastronomico – e culturale – partenopeo, gli hanno tenuto compagnia per la parte residuale.

Questa la storia di Eduardo Ferrara, settantenne partenopeo, rappresentante anche il sostrato fondativo della “Vesuviatella”, un dolce che raffigura, nella forma, il celebre Vesuvio con il Monte Somma, circoscritto dal Golfo di Napoli, con il medesimo ripieno della sfogliata frolla.

Eduardo anzitutto buongiorno, e complimenti per la tua idea. Presenta ai nostri lettori questo prodotto, di cui ti fregi essere ideatore e distributore?

Carlo, buongiorno a te, sono davvero felice di potermi gettare in quest’avventura, nella mia vita l’iniziativa e l’entusiasmo non sono mai mancati. L’intuizione alla base è stata quella di racchiudere in un dolce l’emblema ed effigie di Napoli, senza scadere nell’oleografia, con un richiamo di gusto tradizionale, e dei topping di cioccolato che richiamino lava e mare. Mi piace ripetere che “quando si parla della mia amata città sono sempre presente”, e questo è stato un modo di omaggiarne le bellezze paesaggistiche, attraverso una creazione gastronomica.

Quando è nata l’idea, e come intendi procedere alla commercializzazione del dessert?

Per la verità mi sono sempre occupato di tutt’altro, ma la carica ideale che mi pervade sono sicuro che mi permetterà di avere successo. Tutto è nato nel 2018, da una scatola di pomodori, fatta di latta, che ho iniziato a ritagliare e sagomare, quasi per gioco, mentre ero a casa in compagnia di mia moglie. Sono riuscito a ricreare, con pazienza e dedizione, una sagoma stilizzata del golfo di Napoli, e così ho deciso di brevettarla l’anno successivo, nel 2019, sia come forma commerciale che come logo, avvalendomi di uno stampo di alluminio alimentare, al resto ci ha pensato la mia Chef ed amica Fabiana Scarica.

Il nome, ovviamente, è una contrazione di Vesuvio e sfogliatella, ci dai qualche cenno sulle dimensioni e sulle preferenze di consumo da te indicate, per così dire?

La grammatura è di circa un etto e venti, anche se mi piacerebbe venderne una di dimensioni più ridotte, per venire incontro ai gusti della clientela in un modo più composito. Per ora, con la chef Fabiana Scarica, a cui sono devoluti gli aspetti pratici di preparazione, ne abbiamo sviluppato quattro differenti aromatizzazioni, “la sorrentina” con limoni di Sorrento, “l’amalfitana” con agrumi misti e limoncello, “la giuglianese” con mela annurca e cannella, e “la vesuviana”, con albicocche pellecchielle, mi piacerebbe che magari ne venisse preparato un vassoio preconfezionato con l’intera varietà, alfine di favorire al pubblico una degustazione completa. Ci tengo a precisare, infine, che può essere inteso sia come dolce da colazione e primo mattino, ma anche, con i dovuti accorgimenti, alla stregua di dessert al piatto, penso ad esempio ad una guarnizione di gelato, o crema fresca.

A proposito, come è nata con la collaborazione con la chef Fabiana Scarica, volto televisivo e nostra vecchia conoscenza?

Oltre ad essere suo cliente praticamente dagli esordi della carriera – sono stato numerose volte a Villa Chiara Orto e Cucina con la mia famiglia – mi fregio di essere un amico di famiglia, con il padre siamo molto legati. Fabiana è bravissima e molto creativa, è stata lei ad ideare le differenti aromatizzazioni, ed i topping di cioccolato che ne rifiniscono la creazione, la ritengo una pastry chef davvero talentuosa.

Nel suo ultimo locale, “Taverna Mafalda” in Castellamare di Stabia, propone la Vesuviatella al termine della degustazione, con ottimi risultati di gradimento dei clienti, che ne apprezzano la delicatezza di gusto ed originalità della forma.

Un’ultima domanda, prima del commiato e degli auguri di rito. Quali sono i tuoi auspici e desideri per l’immediato futuro, in merito alla divulgazione e commercializzazione della Vesuviatella?

Il prossimo appuntamento sarà  all’evento Eruzioni del Gusto, in Ottobre, che si terrà al Museo Nazionale di Pietrarsa, dove sarò presente con uno stand, per fare degustare e presentare il dolce ad operatori del settore e privati. Il mio sogno più grande, infine, sarebbe quello di avere uno spazio di rappresentanza e punto vendita all’Aeroporto di Capodichino, quello sì che significherebbe poter esportare uno dei simboli di Napoli nel mondo, in un’accezione tout court, senza vincoli logistici di sorta…….

Abbiamo raggiunto anche la nota Chef Fabiana Scarica per alcune domande:

Fabiana ora dove stai lavorando?

Dopo un lungo periodo all’estero (in Svizzera) dove ho potuto constatare quanto la cucina italiana sia ricercata ed apprezzata, sono rientrata a Vico Equense dove quest’estate ho cucinato al Molo di Seiano. Ora in verità sto traslocando e dedicando un pò di tempo a me stessa ma a breve vi farò sapere i miei nuovi progetti.

Cosa ti ha colpito del progetto Vesuviatella?

Conosco Eduardo da molti anni e il suo entusiasmo è travolgente, l’idea di creare un nuovo dolce mi ha subito affascinato e così ho prestato la mai arte per creare dei ripieni pregiati da inserire nella Vesuviatella. La base è quella che si ottiene mescolando semolino e ricotta che poi viene arricchita con odori ed essenze e impreziosita da materie prime tipiche del Vesuvio come le albicocche ad esempio. Poi con il cioccolato si possono aggiungere effetti cromatici che richiamano il mare e la lava.

Sei pronta a produrre in quantità industriale?

Per questo progetto e non solo stiamo allestendo un laboratorio ad hoc dove poter produrre in volumi maggiori i nostri prodotti.

Carlo Straface

Carlo Straface, partenopeo di nascita, corso di studi in giurisprudenza, di professione avvocato e giornalista pubblicista, eno-gastronomia e letteratura le sue coordinate di riferimento. Sommelier di...

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    FIGURA CARDINE DI QUEL PERIODO FU DON GIOVANNI FERRARIO, EBREO, MEDICO, DIRETTO DISCENDENTE DI HELINVS, ARCHIATRA DEGLI ALTAVILLA PER ALMENO SESSANTA ANNI, E PREMIATO CON UNA BARONIA PER MERITI SANITARI NEL 1180…

    ERA UN GENIO NELL’ USO DELLE PIANTE OFFICINALI, FINO AD ACCORGERSI CHE PRATICAMENTE OGNI PIANTA POTEVA ESSERE USATA CON SCOPI TERAPEUTICI… A LUI SI DEVONO DEGLI STUDI SUL GRANO E L’ AZIONE STABILIZZANTE DELLA PASTA SULL’ APPARATO GASTROINTESTINALE…

    NEL SUO TRATTATO “DE FEBRIBVS”, INDICA CHIARAMENTE I VERMICELLI COME IL MIGLIOR TIPO DI PASTA IN ASSOLUTO PER LA CURA DELLE GASTROENTERITI INFETTIVE…

    + RICORDIAMOCI CHE SI TRATTAVA DI PASTA DA FARINA BIO, INTEGRALE, TRAFILATA AL BRONZO, E NON DEI PRODOTTI DI TIPO INDUSTRIALE CHE CIRCOLANO OGGI…

    DIRITTO, ECONOMIA, MEDICINA, SALUTE, DIETE, CUCINA, VITIVINICOLTURA, ANCHE SE APPARENTEMENTE MOLTO DIFFERENTI TRA DI LORO, SONO IN UNA QUAL MISURA PRESENTI IN OGNI FERRARA…

    SE VOLETE ACCOMPAGNARE IL BUON CIBO CON UNA BUONA BEVUTA, DI BONNY FERRARA FOODMAKERS HA AVUTO MODO DI OCCUPARSI IN PASSATO, MA LO POSSIAMO RICORDARE ANCHE ADESSO…

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