Maico (42 anni) e Franco (37 anni) Campilongo sono cresciuti a Scalea in provincia di Cosenza. Franco Campilongo, 37 anni, ha un diploma di laurea in economia e gestione di servizi turistici conseguita all’università della Calabria di Cosenza, Maico Campilongo, 42 anni, si iscrive alla facoltà di ingegneria elettronica di Pisa nel 1992 e non porta a termine gli studi (ma ha fatto molte cose tra cui il consigliere comunale e il consulente commerciale per la Deltagroup di Trento). I loro nomi sono balzati su diverse testate italiane e americane, ci siamo incuriositi e abbiamo indagato sul percorso che li ha portati a Palo Alto, in California, a gestire la Pizzeria Terun, con l’aiuto del pizzaiolo e chef Kristyan D’Angelo

Maico, come mai due italiani a Palo Alto lavorano nella ristorazione e non hanno messo radici in qualche start up innovativa? 

Durante l’estate lavoravamo a Scalea, una situazione classica: studio d’inverno e lavoro stagionale. Un amico di famiglia che vive nella Silicon Valley ha aperto un ristorante e ha proposto a Franco tre mesi di studio – lavoro negli Stati Uniti; così comincia la sua avventura, assistente cameriere (bus boy , porta piatti insomma), cameriere, assistente manager, manager e adesso proprietario di ristorante. In genere se sei italiano e arrivi nella Silicon Valley senza un lavoro per qualche azienda informatica e quindi uno sponsor, il modo più veloce per guadagnarsi da vivere è la ristorazione. Fare il cameriere negli Stati Uniti significa in qualche modo diventare il commerciale del ristorante: la mancia è praticamente obbligatoria e se sei un bravo venditore lavorando 5 giorni a settimana puoi guadagnare anche più di 5000 dollari al mese e permetterti di pagare gli esosi affitti in una area geografica che sembra essere la più costosa al mondo (anche più di 2000 dollari al mese pur un monolocale). Ecco, noi consideriamo il nostro ristorante una Start Up a tutti gli effetti, abbiamo investito nel business che conosciamo meglio. Dicevo Start Up a tutti gli effetti poiché oltre a noi e allo chef Kristian ci sono anche due cosiddetti angel investors, amici ai quali abbiamo presentato il nostro progetto, ma che soprattutto conoscevano il nostro operato da management di altri ristoranti.

Cosa vi ha spinto a varcare l’oceano?  

Per Kristyan, lo chef, il sogno americano, per Franco studiare l’inglese, per me l’intuizione della crisi che avrebbe sconvolto l’Europa; abbiamo lasciato un paese dove i potenti sono spesso maschere comiche e folli, un posto dove ospedali e scuole pubbliche vengono sacrificate per i corrotti bisognosi di denaro. Un Paese in cui il Governo sempre più rende i meridionali cittadini di serie B. Arrivati qui ci siamo ri-inorgogliti di essere Italiani; essere italiano in questa parte del mondo è motivo di orgoglio, qui ancora siamo i figli di Marco Polo , Amerigo Vespucci , Sergio Leone, siamo La Ferrari e la Maserati, siamo il genio italiano e non solo lo stereotipo del bunga bunga. Inoltre, la soddisfazione economica è commisurata all’impegno e in breve si può essere se stessi; il nepotismo e la gerontocrazia sono un problema per lo sviluppo e qui lo hanno capito, se metti un mediocre a capo di qualcosa il risultato della sua attività’ sara’ mediocre e questo l’economia americana sembra non ammetterlo, quindi se si è capaci il successo arriverà sicuramente.

(Fonte Ristonews.com)

Redazione Foodmakers

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