In una calda giornata di metà agosto, il Mercato di San Benedetto, nell’omonimo quartiere di Cagliari, pullula di vita. Alle prime ore del mattino i banchi degli oltre 200 espositori, vengono riforniti di prodotti di ogni genere. Pronti ad accogliere i tanti visitatori che si recano, ormai da oltre 60 anni, a fare la spesa in questi storici locali.

Inaugurato il 1° giugno del 1957, con i suoi 8.000 metri quadrati di esposizione, risulta essere il più grande Mercato Civico coperto d’Italia, ed uno dei maggiori d’Europa. Complice la sua vivacità, rappresenta l’espressione più vera e caratteristica dello spirito della città.

Strutturato su due piani, al piano terra si trova il reparto ittico, mentre in quello superiore ci sono i commercianti di ortofrutta, carni, pane e pasta, generi vari e di servizi.

Ma al Mercato di San Benedetto, non si va solo per fare la spesa di prodotti freschissimi e per trovare tutti i tesori dell’enogastronomia sarda. Negli anni infatti, sono nati al suo interno spazi in cui è possibile degustare quanto di meglio le produzioni locali offrono.

Visitarlo rappresenta un’emozione sempre diversa, che cambia a seconda dei giorni e delle stagioni. In questo periodo, insieme ai clienti abituali è facile incontrare tanti turisti di passaggio. Gruppi organizzati, visitatori singoli, famigliole stupite, che si fanno incantare dai profumi e dai colori delle rivendite sapientemente allestite. Un mondo di voci che si uniscono e si capiscono, indipendentemente dall’idioma parlato.

Sentirsi salutare, chiamare, esortare all’acquisto dai tanti banconieri che declamano la freschezza e la bontà dei loro prodotti, è un’esperienza che rallegra e fa cadere in tentazione. Come non cedere davanti ad una sontuosa esposizione di salumi e formaggi, come quella de I Cherchi al Mercato, o ad una coloratissima di frutta e verdura di stagione? Ma i banchi del pesce sono sicuramente quelli più curiosi e ricchi di fascino, che lasciano incantati gli ospiti.

Si, perché, qui, più che in qualsiasi altro luogo, fare la spesa diventa una pratica speciale. Al Mercato di san Benedetto, si rispettano la stagionalità, il consumo sostenibile, si esaltano il territorio e le tradizioni locali.

E così, si va ben oltre il semplice acquisto, come mi racconta Antonio Cabras. Antonio ha seguito le orme del padre, che negli anni ’50, è stato uno dei primi macellai da banco. Oggi vende esclusivamente carne bovina, ed ha acquisito l’attività di famiglia, diventandone il titolare nel 2014.

I rapporti con i clienti sono consolidati, e ormai basati su confidenza e fiducia. Negli anni le chiacchiere superficiali, sono diventate più profonde, arrivando a raccontarsi anche fatti personali e interagendo come tra amici di vecchia data.

Il contatto umano in questo luogo è palpabile. Spesso, oltre al taglio di carne, si portano a casa i consigli su come cucinarlo, e magari anche le erbe aromatiche per renderlo ancora più buono.

Antonio mi spiega che il Covid ha colpito marginalmente gli affari. Perché le attività sono rimaste aperte anche durante la pandemia, nel rispetto delle regole imposte. Quindi, fortunatamente, la crisi può dirsi superata. Così come quella, che nel ’96 aveva fatto temere il peggio per gli episodi legati all’encefalopatia spongiforme bovina o sindrome della mucca pazza.

Scendo di un piano e, in mezzo a tanti, vengo attirata da un banco dai colori particolarmente vivaci. I pesci esposti sono palesemente freschissimi. Chiedo informazioni a due banconieri gentili, che mi raccontano brevemente la storia della famiglia Secci, altri commercianti storici del Mercato di San Benedetto.

Davide Secci, l’attuale titolare, ha preso le redini dell’attività creata dal padre, seguendo un percorso non lineare. Dopo gli studi, ha deciso di continuare su questa strada, riuscendo a valorizzarla e farla crescere in armonia con i tempi moderni.

Mi racconta che il suo genitore ha iniziato da piccolissimo a orbitare intorno al mercato. Era infatti quello che veniva chiamato un “piccioccheddu de crobi”, ovvero un “ragazzino delle commissioni”. Si trattava di bambini che, fino agli anni ’40 del secolo scorso, in cambio di qualche moneta, accompagnavano le signore a casa, aiutandole a trasportare la spesa del giorno.

Davide, oltre ad occuparsi della gestione del banco, ha aperto poco lontano un ristorante di sushi. Secci Sushi, è un’attività d’eccellenza nella quale gustare gli stessi prodotti che tratta al mercato con esperienza e passione.

Passione che si sente, in particolare, quando mi spiega che il pescato dei nostri mari rappresenta una grande ricchezza. Che per varietà, qualità, sapori e colori, non ha trovato in nessun altro luogo, nei suoi numerosi viaggi all’estero.

Nella sua rivendita è possibile acquistare dai pesci più richiesti, perché più conosciuti, come le orate di mare, fino a specie più esotiche e rinomate. Questa offerta così variegata, gli permette di soddisfare una quantità di clienti molto più ampia a prezzi assolutamente competitivi.

Lo scorso mese di marzo, l’amministrazione comunale di Cagliari, nelle persone dell’Assessore alle Attività Produttive Alessandro Sorgia, insieme al Sindaco, Paolo Truzzu, all’Assessore dei Lavori Pubblici Gabriella Deidda, e ai rispettivi Dirigenti e Funzionari, ha incontrato i concessionari del Mercato di San Benedetto. In questa occasione, è stato presentato un progetto di riqualificazione, che ufficializza l’ottenimento delle risorse necessarie: 41 milioni di euro dei fondi PNRR della Città Metropolitana.

Un investimento importante per un nuovo mercato a basso consumo energetico. Che non perda la sua identità storica, ma che possa essere completamente rinnovato all’interno. Il piano prevede di rendere fruibile il terrazzo all’ultimo piano, e la creazione di nuove aree esterne. Si ottimizzerà il posizionamento delle bancarelle, intorno all’area, come un moderno boulevard, ricco di servizi e funzionale per i clienti. Verranno inoltre creati degli spazi preinstallati ed esteticamente omogenei che saranno messi a disposizione degli esercenti.

Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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