Abbiamo intervistato Francesca Ibelli che insieme con il marito Sergio porta avanti le attività del Pastificio ” Pastai Sanniti “, caratterizzate da elevata qualità e:

  • LENTA ESSICCAZIONE A BASSE TEMPERATURE
  • SEMOLA DI ALTA QUALITA’
  • TRAFILE IN BRONZO
 
 

Qual è la storia della Vostra  azienda?

Pastai Sanniti rappresenta oggi la terza generazione di pastai. L’ attività familiare inizia nel 1928 a Benevento per volere del nonno di Sergio (mio marito), all’ epoca si produceva con tecniche e metodi manuali per poi evolversi negli anni ’60 con impianti tecnologicamente più avanzati per quell’epoca) grazie alla lungimiranza di Vincenzo (padre di Sergio, vedi foto in bianco e nero),

rappresentante della seconda generazione, che nel corso degli anni riuscì a dare notevole slancio produttivo all’attività di famiglia. Il figlio Sergio, nato e cresciuto tra semole, pasta e trafile intuendo la tendenza dei mercati, in un mondo globalizzato, sempre più orientati alla richiesta di prodotti artigianali e tradizionali, decide di dar vita a un pastificio in grado di produrre secondo metodi e tecniche che utilizzava il nonno.

Oggi invece come siete organizzati, quali prodotti, quali mercati?

Oggi produciamo secondo metodi tradizionali pasta artigianale trafilata al bronzo. Selezioniamo le migliori semole, lavoriamo lentamente gli impasti per poi trafilarli al bronzo ed essicchiamo in tempi lunghi a basse temperature per preservare le caratteristiche nutritive del grano divenuto semola. Produciamo pasta nella sua versione più classica ma recentemente anche con l’ impiego di antiche varietà di grano come la Senatore Cappelli, in accordo con alcuni agricoltori locali. I mercati a cui facciamo riferimento sono certamente quello italiano ma anche e soprattutto quello europeo, in aggiunta stiamo lavorando assiduamente per creare partnership statunitensi.

La produzione della pasta nasce molti anni fa, come si è evoluto il settore in questi anni?

Il nostro settore si è evoluto con un ritorno al passato. Alcuni anni fa i mercati erano prevalentemente affollati di pasta industriale, oggi c’ è la tendenza da parte dei mercati globali a voler riscoprire sapori e valori d’ altri tempi e la pasta artigianale li rappresenta totalmente perché ricca di storia.

Quanto conta l’innovazione? Ed in quali settori si può applicare (produzione, vendita,etc..)?

In questo contesto, l’ innovazione sembrerebbe cozzare con il nostro prodotto ma in realtà svolge un ruolo fondamentale soprattutto per quel che riguarda le tecnologie della comunicazione, basti pensare all’uso quotidiano che facciamo dei social media o alla ricerca di potenziali clienti via internet, alle comunicazioni elettroniche che snelliscono il nostro lavoro rendendolo immediato ed efficace.

 

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L’ obiettivo per il 2017 è quello di conquistare nuovi mercati.

Per finire una curiosità piatto di pasta preferito?

Piatto di pasta preferito ovviamente le nostre Pantacce con fagioli e cozze.

  “PANTACCE, FASULE D’O’ PRIATORIO E COZZECHE”

RICETTA

Pantacce dei Pastai Sanniti al profumo di cedro, con cannellini del Purgatorio di Gradoli, cozze e vongole in zuppa di scorfano e rana pescatrice)

INGREDIENTI (per la zuppa di pesce): pezzetti di rana pescatrice e scorfano, puliti e deliscati (vanno bene anche le teste), 8 pomodorini del piennolo, 1 spicchio d’aglio, olio extravergine di oliva, pepe nero, peperoncino, 1/2 cipolla ramata di Montoro, sale, sedano, carota, cipolla.

(per i fagioli): 400 gr. di fagioli, sedano, carota, 1/2 cipolla, 2 pomodorini, acqua, sale.

(per le cozze e le vongole): 500 gr. di vongole veraci, 500 gr. di cozze, 1/2 bicchiere di vino bianco, olio extravergine, peperoncino.

altri ingredienti: 300 gr. di Pantacce, 1 spicchio di cedro fresco.

PREPARAZIONE: Pulire il pesce, deliscarlo, tagliarlo a pezzetti, porlo sul tagliere, conservare le teste. Preparare con quest’ultime e le verdure un brodo, partendo da una base di acqua fredda, farlo consumare. Preparare un fondo con aglio, cipolla e pomodorini (sbollentati e pelati), aggiungere i pezzetti di pesce e sfumare con il brodo. Unire volendo anche le teste prendendole dal brodo. La loro polpa darà sapore al guazzetto, poi vanno eliminate. Salare, pepare, aggiungere peperoncino a piacere. Facciamo aprire le cozze e le vongole con vino bianco e olio, ognuna nel suo tegame, teniamo da parte un pò d’acqua di entrambe. Facciamo cuocere, sempre da base di acqua fredda, i cannellini lasciati a bagno dalla sera prima. Mettiamo nell’acqua le verdure, anche il pepe in grani ci sta bene. 20 minuti di cottura basteranno. Perchè poi uniamo i fagioli, ancora consistenti, alla zuppa di pesce (ci starebbero bene anche altri crostacei, come gamberi, o calamari, seppie). Una decina di minuti di cottura e inseriamo anche le cozze e le vongole, ma solo una parte, sgusciate. Facciamo cuocere la pasta direttamente nella zuppa: le pantacce assorbiranno un pò dell’acqua in eccesso. Dobbiamo servire una pasta con un bel sughetto ma non liquida. Uniamo alla fine le cozze e le vongole col guscio, un goccio delle acque dei due frutti di mare. Serviamo ai nostri commensali e profumiamo i loro piatti con scorzette di cedro fresco.

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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1 Comment

  1. Complimenti Antonio bello l’articolo. Esaustivo e con tanto di ricetta che non guasta mai.

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