Come, quando e perché nasce Librottiglia?
Librottiglia nasce, come progetto, nel 2015, da una idea che ha preso forma in REVERSE INNOVATION che è una agenzia specializzata in innovazione con un particolare focus sul mondo del packaging. Personalmente, spinto dalla passione per il vino e i racconti, volevo creare qualche cosa che nella sua semplicità unisse questi due mondi amplificandoli reciprocamente. Il progetto è stato presentato ufficialmente sul mercato nel 2016. Una proposta accolta molto bene dal settore del packaging design (abbiamo ricevuto 11 riconoscimenti, tra nazionali e internazionali) e con un ottimo riscontro da parte del pubblico.
Le edizioni si distinguono per il “label book”: un piccolo ed elegante libro che funge da etichetta frontale della bottiglia. La copertina di ogni racconto è illustrata con un’immagine iconica che lo caratterizza. Un raffinato cordino nero facilita l’apertura e la chiusura dell’etichetta una volta terminata la lettura, e stabilisce un “filo conduttore” che rafforza l’identità coordinata della linea di prodotti. Il rapporto con la carta materica delle pagine riporta ad una fruizione un po’ “romantica” di questo particolare oggetto ibrido: in un periodo storico dove tutti leggiamo testi direttamente sugli schermi dei telefoni, l’idea che una persona possa degustare un paio di calici (quasi tutte le bottiglie sono da 375ml) di un vino eccellente e al tempo stesso leggere un racconto stampato in maniera tradizionale ci sembrava stimolante e insolita.
Nasce prima la tua passione per il vino o per la lettura?
Un po’ con il sorriso sulle labbra mi piace pensare alle persone a cui non piace leggere e che magari, con il pretesto di una Librottiglia ricevuta in regalo, potrebbero riscoprirsi interessati alla lettura.
Oggi dove siete arrivati?
Come scegliete gli autori e come i vini?
Le caratteristiche di ogni prodotto sono abbinate a un genere narrativo, per dar vita a esperienze eno-letterarie basate sul perfetto equilibrio tra le suggestioni sensoriali e gli scenari immaginati nei racconti. Prima viene identificato e scelto il vino, poi a seconda del suo “spirito”, il nostro team identifica un possibile autore a cui chiedere di sviluppare un racconto oppure è capitato anche che un autore ci proponesse un racconto che a parere comune fosse azzeccato proprio per un vino in particolare.
Prossimi progetti?
Indubbiamente anche il mercato estero è uno degli obiettivi che ci siamo posti e sui quali contiamo di identificare una corretta strategia operativa.
Per finire il tuo libro preferito a che vino lo abbini?
Se devo pensare ad un libro, penso anche ad una situazione in cui contestualizzarlo e in questo periodo complesso sento il desiderio di leggerezza: mi vedrei (speriamo!) nel mese di maggio, su una spiaggia, qualche persona a passeggio con cani indaffarati a scavar buche, io seduto sotto un ombrellone a leggere “un Maigret” di Simenon con un calice di Friulano.