Ciao Camilla, da quando avevi 17 anni sei vegetariana e da 3 anni sei vegana, cosa ti ha spinto verso questa direzione?

Sono sempre stata molto sensibile alla sofferenza dei nostri amici animali. Sin da bambina quando accompagnavo mia madre a fare la spesa non potevo fare a meno di accarezzare i polli nelle confezioni del supermercato per il dispiacere che provavo dentro di me. Quindi all’età di 17 anni presi la decisione che mai più avrei mangiato carne. Naturale la transizione ad una alimentazione vegana quasi 4 anni fa ormai, supportata da letture quali ‘Alimentazione Naturale’ di Valdo Vaccaro e ‘The China Study’ del Prof. Campbell. 

Come nasce l’idea di Vegan Set?

Sono quella che si definisce una ‘food enthusiast’. Per me il cibo è cultura e vedere la cucina vegan rappresentata sui social ed a livello mediatico solo in termini di junk food, insalate e beveroni ha scatenato in me la voglia di fornire un nuovo punto di vista. Ho voluto dunque realizzare una sorta di vetrina con tutto il meglio del mondo a base vegetale: alta ristorazione e vini d’eccellenza. La seconda, ma non secondaria, motivazione è quella di dare un impulso alla coesione tra vegani e non. Mi piacciono i locali completamente vegan in cui non entra nessun cibo di origine animale. Ma allo stesso tempo temo che la ‘ghettizzazione’ irrigidisca le posizioni. Quindi ben vengano proposte vegan in locali tradizionali dove vegani e non mangiano uno a fianco all’altro e dove anche il carnivoro più impenitente possa restare ammaliato da creazioni vegetali. 

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Ristoranti Vegetariani/vegani ormai sono all’ordine del giorno, cosa ne pensi?

Penso che il panorama sia molto cambiato nell’ultimo biennio ma che ci sia ancora tanto da fare. Spesso i ristoranti esclusivamente vegan propongono una cucina molto casalinga ed ambienti troppo essenziali. Nei locali tradizionali invece si trovano ancora Maître totalmente impreparati sul tema e Chef svogliati che propongono e ripropongono gli stessi piatti della tradizione senza nessun guizzo verso la cucina del futuro, che, anche per un fattore di sostenibilità oltre che di etica, non può essere che in prevalenza vegetale.

Il concetto “cruelty-free” non è rivolto solo al cibo ma anche a cosmetici, detersivi etc, spiegaci meglio cosa vuol dire.

Letteralmente tradotto significa ‘Libero da crudeltà’. Quindi riguarda qualsiasi prodotto non testato su animali. Le legislazioni attuali infatti consentono ancora alle aziende di effettuare test sugli animali per garantire la non tossicità dei loro prodotti. Naturalmente ci sono moltissime altre possibilità di effettuare i medesimi test senza l’uso di esseri viventi ma questo comporta costi più significativi. Fortunatamente ci sono esempi virtuosi. Imprenditori ed imprese che accantonano il mero guadagno in favore di  prodotti completamente cruelty-free e vegan. Aziende che investono e danno ai loro prodotti un valore etico impareggiabile.

  

Quali novità dobbiamo aspettarci sul tuo blog?

Tante nuove location, chef emergenti, piatti straordinari ed il sogno di poter realizzare il primo ‘Vegan Set Contest’. Un concorso in cui chef professionisti si cimentino nella realizzazione di creazione a base 100% vegetale. Il pubblico decreterà la creazione migliore a suon di like. 

 

 

Camilla Parmigiani

Vegana per gli animali ed amante degli ambienti raffinati.
Fondatrice di Vegan Set il primo blog sull’alta ristorazione vegan.
Made in Italy ma cittadina del mondo. 

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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