Su Mysocialrecipe sono oltre duecento ricette originali registrate in poco più di due mesi da circa 230 operatori di settore e appassionati. Questi dati confermano che era sentita l’esigenza di un servizio nella giungla del “webfood” italiano e internazionale, ossia un certificazione temporalmente certa e valida di una ricetta attraverso l’apposizione di una marca temporale emessa da Infocert, sistema di validazione nazionale, usata da studi legali e da commercialisti.

Il sito mysocialrecipe non è però un registratore asettico, ma è interattivo: presente nei contest e nelle manifestazioni più rilevanti, dalle Strade della Mozzarella a Milano alla manifestazione Primi organizzata dal pastificio De Martino a New York a giugno, passando per Vitigno Italia e tante altre ancora.

Quante volte avete visto un’idea “rubata” in un altro locale senza nemmeno un cenno all’autore? Quante volte assistete a discussioni su chi rivendica la paternità di una ricetta? Per non parlare di quello che avviene sui social network dove spesso e volentieri si è vittime di scippi clamorosi. E, infine, quante volte vi è capitato di mangiare una cosa buona e chiedervi chi fosse l’autore?

Cuochi, pizzaioli, barman o appassionati e foodblogger: oggi è più facile di prima non solo essere copiati, ma anche vedere altri appropriarsi di una vostra idea, purtroppo. E questo vale per chi lavora in Italia e per chi all’estero.

“Il sito mysocialrecipe – spiega l’ideatrice Francesca Marino – nasce per rispondere a questa esigenza: aiutare chi è davvero creativo nel food e non vive copiando gli altri. Come? In modo molto semplice: registrando la ricetta, la pizza, il cocktail, la mise en place, il sushi, il panino, sul sito”.

Sempre Francesca riesce a spiegare funzionamento del sito:”Per vedere le ricette basta accedere al sito e vedere sulla home o nell’apposito tab “Ricette” e cercare una ricetta che stimoli le nostre papille gustative. Descritte in modo preciso, con quantità e foto, le ricette sono a disposizione di tutti e l’unico limite alla loro messa “in piatto” è la bravura dell’utente.

Altrettanto semplice è la registrazione delle ricette: basta registrarsi sul sito – registrazione che si può fare anche attraverso il profilo Facebook – e sottoporre la ricetta secondo gli standard di presentazione. Una volta che si sottopone una ricetta, il sito verifica attraverso un apposito motore di ricerca interno l’esistenza o meno di ricette identiche registrate precedentemente; nel caso sia una ricetta originale, sarà possibile procedere con la registrazione.

E qui c’è l’altro grande punto di forza di mysocialrecipe è il prezzo: con soli 3,50€ è possibile registrare la ricetta apponendovi una marca temporale, ossia un codice temporale che ne autentica la pubblicazione. Qual è il vantaggio di registrare in questo modo la ricetta? Innanzittto il basso costo per la sua autenticazione – decisamente inferiore a quello dei canali tradizionali, e in secondo luogo la validità legale dell’atto consente al proprietario di rivendicarne la paternità anche in sede giudiziaria in caso di plagio.”

Alcuni come Bob Noto è sono scettitici sulla efficacia “È un annoso problema, purtroppo  irrisolvibile. Dimostrare di essere l’autore di una ricetta rimane una faccenda piuttosto complessa. La app è una bella idea e sarà sicuramente utile. In realtà basta cambiare un ingrediente e la ricetta può essere tranquillamente copiata. Si può registrare il titolo di un piatto: Michel Bras lo ha fatto con il suo coulant di cioccolato. Nonostante ciò, questo di Bras continua a essere uno dei piatti più copiati della storia”.

Anche Cristina Bowerman, che ha già visto copiato il suo piatto Be or not to Bee, immagine-manifesto di Identità Golose 2016: “È molto difficile dimostrare di essere gli autori di una ricetta. Trovo che qualsiasi tutela legale non serva a nulla. L’unica cosa efficace è lo smascheramento pubblico di colui che copia. Ma perché ciò avvenga occorre che i giornalisti gastronomici siano veramente preparati e che sappiano riconoscere i piatti, stando attenti prima di spacciare come eccezionale il piatto di uno chef”.

Vedremo gli sviluppo e l’utilità solo nel lungo periodo!!!

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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