Ha origine alle pendici dell’Etna, in particolare nelle Valli del Simeto e dell’Alcantara, ma si coltiva anche in altre regioni d’Italia: la pesca tabacchiera o saturnina è un frutto piccolo e prelibato a polpa bianca, molto dolce e morbida. Il suo profumo è riconoscibile a metri di distanza.

È succosissima, praticamente tutta polpa, dal momento che il nocciolo al suo interno è molto piccolo.

Il nome deriva dalla sua forma, schiacciata sui due lati, che ricorda quella di una tabacchiera o del pianeta del sistema solare. E’ sicuramente un prodotto di nicchia, poco conosciuto, ma sul mio terreno di collina ha trovato un giusto habitat. Da alcuni anni è diventata un presidio slow food, al fine di promuovere la commercializzazione preservandola.

Fu introdotta in Europa attraverso la Persia, pur se le sue origini sembrano essere cinesi, come per diverse piante diventate comuni in Europa quali il ciliegio ed il melo.

La Sicilia è stato il suo primo punto di contatto con il nostro paese, la sua coltivazione è iniziata quando con la riforma agraria del 1950, là dove si producono anche i pistacchi di Bronte.

Esistono varietà di pesca tabacchiera per tutti i gusti. Precoci e tardive, dalla polpa gialla e bianca, dalla buccia vellutata di peluria a quella quasi liscia. Secondo gli intenditori le migliori sarebbero quelle precoci dal Sud e le tardive dal Nord.

Come le altre tipologie di pesche anche la Tabacchiera esercita un’azione protettiva nei confronti della mucosa intestinale; il suo succo è rinfrescante, disintossicante, rimineralizzante per l’alto contenuto di calcio, tonificante e ricostituente per l’abbondanza di zuccheri.

È così dolce e profumata che viene utilizzata in cucina soprattutto per dolci, granite e gelati, oppure per composte o confetture.

Provatela per preparare una golosissima torta di pesche, croccante fuori e morbida e succosa all’interno: la Galletta rustica di pesche tabacchiere.

Vi consiglio di preparare la pasta brisè (nel caso voleste velocizzare, potrete acquistarla già pronta), più rustica della pasta frolla soprattutto se realizzata con farina di cereali, ma attenzione al ripieno!

PASTA BRISÈ

300gr di farina

150gr burro

Acqua fredda ed un pizzico di sale

Lavorare l’impasto Il minimo possibile, evitando che il burro si riscaldi. Far riposare in frigo.

RIPIENO

5 o 6 pesche mature

Amaretti

Zucchero di canna

Uovo da spennellare

Pulire le pesche e tagliarle a spicchi ponendole, mano mano, in un colino in modo che perdano il sughetto in eccesso.

Distribuire sulla sfoglia di pasta brisè (già stesa con i bordi ben sporgenti) le pesche e gli amaretti sbriciolati. Completare ripiegando i bordi verso il centro, creando delle pieghe in modo da farli aderire il più possibile.
Spennellare tutta la cornice con dell’uovo, distribuendo un po’ di zucchero di canna su tutta la superficie.

Infornare a 180° per 20 minuti, fino a doratura.
Non vi resta che assaggiarla! 😉

Rachele Bernardo

Mi presento, sono Rachele Bernardo, annata 1968, ribelle proprio come me. La passione per la scrittura risale agli spensierati anni giovanili, tuttavia sono stati le esperienze di vita fuori dal mio...

Leave a comment

RispondiAnnulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.