Flavio Angiolillo, classe ‘84, romano di nascita e francese d’adozione, può tranquillamente essere considerato un punto di riferimento per qualsiasi aspirante barman che voglia intraprendere tale professione. A Milano Flavio Angiolillo ha portato ad un enorme successo le creature il Mag, il 1930, il Backdoor 43 ed Iter.
Ho iniziato dalla cucina dove c’è troppa poca socialità, poi sono arrivato in sala ma a io avviso è un pò noioso perché non crei niente, ed infine sono passato al bar che rappresenta il perfetto mix tra creazione e socializzazione, il mio vero e proprio habitat.
Hai avuto diverse esperienze all’estero anche con chef pluristellati Alain Ducasse e Gordon Ramsay, che ricordi hai e cosa ti hanno lasciato?
Mi hanno insegnato diverse cose: organizzazione, pulizia, presentazione, gerarchia, sperimentazione e soprattutto il rispetto.
Ho gestito il Nero Fondente per un anno, é stato come fare un master food&beverage di 6 anni. avevo 25 anni ero nel mio mondo e certe cose non le capivo. Ho sbagliato un bel pò ma mi è servito molto per imparare. Mi sono venuti anche i miei primi capelli bianchi
Poi nel 2013 apri 1930 Cocktail Bar, che rappresenta un case history nel panorama dei locali di Milano, con una proposta di mixology d’eccellenza e che ormai è stabilmente nel World’s 50 Best Bars, qual è il segreto?
Il segreto é l’accoppiata vincente Marco Russo – Benjamin Cavagna e non mollare mai
Poi Backdoor43, Barba ed Iter, come nascono tutti questi progetti e cosa di proponi per il prossimo futuro?
Nascono da pensieri, follie, voglie di fare cose nuove. Il futuro prossimo? ti rispondo subito “dripstillery”
È composta da una linea più innovativa ed un’altra un po’ più classica. Il progetto è nato per divertimento ma é subito diventato qualcosa d’importante e da seguire più seriamente, quando assaggerai l’amaro parleremo del resto
Che riscontro sta avendo il prodotto a livello Italiano?
Siamo felicissimi che i professionisti e i consumer lo stiano capendo, ed é sempre molto bello entrare in un bar e vedere il tuo amaro in bottigliera ma la vera sorpresa é bitter fusetti: primo prodotto uscito dalla nostra “dripstillery” che sta avendo un riscontro ed un inizio mai visto prima. la gente lo adora ma soprattutto lo cerca, lo chiede e richiede. C’era bisogno di un bitter nuovo che potesse cambiare un pò le nostre abitudini.
La vostra è anche una scelta coraggiosa, mentre il mercato del Gin sale voi avete scelto di puntare su altro, perché?
Ci sono già tantissimi gin sul mercato e soprattutto molto buoni e poi fare una cosa innovativa/nuova o contro tendenza é molto più divertente!!!
Quale tecnica di miscelazione preferisci?
Stir… non mi piacciono troppi fronzoli.
Sweet Manhattan
A tuo parere, cosa non può mancare in un bar, a livello di servizio, di attenzione?
L’accoglienza, il primo buonasera, benvenuti, arriviamo subito.. per me il più importante, quello che si ricorderà una persona sono i primi e gli ultimi 15 minuti della sua serata nel tuo locale.
Fai anche diversi corsi per chi vuole avvicinarsi alla tua professione, qual è il consiglio che puoi dare a giovani?
La migliore scuola é andare sul campo e sudare. I corsi, libri e le masterclass sono la ciliegina sulla torta.
Hai collaborato con Valérie De Sutter, per lo sviluppo di JNPR, cosa puoi dirci in merito?
Valérie é un passo avanti su tantissime cose, sa cosa vuole e insieme abbiamo fatto una bella coppia lavorativa.
Sei un vulcano di idee, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ce ne sono tanti, tantissimi ma per rimanere in tema alla tua penultima domanda: a breve arriva bttr (bitter analcolico), ti farà impazzire!!