Correva il lontano anno 1946, precisamente il 7 maggio, quando il primo Gennaro Tommasino ebbe l’intuizione di iniziare la sua attività di Ristorazione e Pizzeria, all’incrocio tra Port’Alba, Via San Sebastiano e Piazza Bellini, da cui prenderà il nome l’attività, dando vita al Ristorante Bellini.

La zona, attualmente è abbastanza, troppo, giovanile. Quindi la tradizione dello stesso potrebbe non essere considerata importante, ma la Storia va rispettata! L’attuale Gennaro Tommasino è stato bravissimo nel coniugare eleganza, stravaganza, bontà, modernità, storia e gioventù, unendo più generazioni.

Infatti, ripercorrendo gli inizi, alla nascita viviamo ancora in un periodo post guerra. Gennaro e la moglie Vincenza coinvolsero le loro energie economiche e fisiche in questo progetto, rischiando ma con fiducia nei propri mezzi. Napoli cercava di riprendersi dalla distruzione del conflitto mondiale e dalle ripercussioni economiche. Così, ecco l’intuizione! Nasce la formula: “Il buono con poco”, che tuttora l’attuale Gennaro Tommasino predilige, garantendo piatti con prodotti rigorosamente di qualità, ma a prezzi contenuti.

Dallo scorso millennio è un continuo susseguirsi, sovrapporsi di tradizione e innovazione. Si rivelerà poi il vero segreto per resistere durante tutti questi anni. Tra il continuo susseguirsi di mode, scuole di pensiero, preferenze di gusto e tanto altro.

L’input iniziale è stato merito del primo Gennaro Tommasino, che guidato dal proprio sogno di poter creare una buona attività con le proprie qualità, è riuscito a maturare ottime capacità da ristoratore.

Queste sono tuttora in vita. Resistono grazie all’attuale Gennaro, che continuando la tradizione del nonno, ricorda volentieri le parole, leitmotiv di lavoro per motivare e spronare i propri collaboratori: “Guagliù, m’arraccumanno, quanno ‘a gent s’aiza ‘a tavola s’adda arricurdà e nuje!” ( Mi raccomando quando la gente si alza dal tavolo deve ricordarsi di noi). Ovviamente, se si è riusciti a resistere in questi anni è merito di un importante aspetto.

La Tradizione va da Gennaro in Gennaro, perciò si è sempre fedeli alle origini.

Sembra quasi un obbligo dovuto al nome. La città di Napoli impone alcuni “credo” da seguire nella Ristorazione e nella Pizza. Questa si rivela ottima come tradizione esige. Non si lascia coinvolgere da nuove mode.

Essere testimoni dei veri credo che per qualità la Pizza esige, è il segreto. Rispettando quell’idea di ammaccatura e creazione tipica del proprio quartiere.

L’amico Gennaro ha un altro grande pregio, che magari può far storcere un po’ il naso. Lui ha una grande abilità nei social. Infatti è molto seguito e conosce tanto e da qui comprende come migliorare la sua offerta seguendo nuove mode, nuove scuole di pensiero. L’amore nell’esaltare anche il minimo particolare che agli occhi dei clienti passa inosservato, resta invariato. Il suo gusto personale lo invita a cercare spesso nuove farine, per creare la pasta migliore per la sua Pizza.

Infatti la pizza è verace, classica e buona al punto giusto, ma non disdegna la pizza moderna d’élite, ovvero quella da nuova scuola, un po’ più gourmet o più ricercata, creando novità come la pizza Mura Greche.

La quale è sia pizza moderna che classica, perché citando le parole di Gennaro alla presentazione: “Vogliamo dedicarla alla meravigliosa testimonianza archeologica che abbiamo a due passi dal nostro locale, nell’omonima Piazza Bellini, non solo per sorprendere e soddisfare i clienti più golosi ma anche per invitare la popolazione a non trascurare un’opera che ricorda le origini della nostra Napoli.

Ma non c’è solo pizza e tradizione. La lontananza fisica dal mare, non implica un’assenza nel credo e nei valori culinari. Infatti avere del sangue napoletano, comporta la passione per i sapori marini, quindi nel Gennaro Ristoratore non si avvertono queste defezioni logistiche, anzi il suo essere un buon Ristoratore a 360° gli permette di sapere come scegliere un buon prodotto e come cucinarlo, in maniera molto semplice per non storpiare i sapori.

Il pezzo forte, nonché fiore all’occhiello, è il cartoccio di linguine e frutti di mare, abbondante di sapori ma la buona pasta, l’ottimo sugo creato e l’ottima cottura della prima, fanno sì che il piatto diventi una gloriosa esaltazione dei gusti marini. Non a caso riesce a catturare tutti i profumi e i sapori di cozze, vongole, lupini, polpo, calamari e fasolari, attraverso la napoletana cottura in carta stagna, tipicamente conosciuta come il cartoccio, in modo che non scappi alcun odore e sapore.

Eugenio Fiorentino

Nato a Napoli il 03/02/1992 in una famiglia che dal secolo scorso è nel settore alimentare con una ditta impiegata alla fornitura di materie prime alimentari in tutto il territorio campano, in cui sempre...

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