Nell’autunno del 2018, un’intuitiva ed intensa telefonata mi portava dal Tennessee al ristorante Pompeo Magno per partecipare al Corso di Avvicinamento al Vino di Ais Vesuvio. 

Dall’ascolto della brillante voce di Michela Del Sorbo alla sua conoscenza il passo fu breve, sorprendente e subito entusiasmante: si concretizzò, come in poche occasioni, una fusione di interessi ed emozioni. 

A distanza di alcuni anni, sono qui con lei a chiederle un’intervista diversa dalle precedenti, una chiacchierata tra amiche per mettere in luce la Michela donna, sommelier e imprenditrice. 

Non me ne vorranno gli uomini pilastri del Pompeo Magno: Gerardo Esposito marito e co-titolare del ristorante e Vincenzo del Sorbo, fratello di Michela e chef resident al Pompeo Magno. 

Siamo sedute nel patio-giardino del ristorante per goderci la frescura preserale, le mie domande prendono subito una direzione personale, ben sapendo che non mancheranno collegamenti a tutta l’attività di ristorazione.

Michela, quando e come hai iniziato a sentire il tuo vero ruolo al Pompeo Magno?

In realtà sin da subito, sopratutto nello sviluppo delle idee che potessero caratterizzare la nostra attività. Circa trenta anni fa ho fermamente voluto un ristorante-pizzeria di qualità per soddisfare le tante richieste della clientela, con uno sguardo attento anche all’espetto salutistico e di eccellenza dei prodotti utilizzati. 

Ma non ti bastava cercare nuove idee, sei diventata sommelier, mi spieghi cosa ti ha motivato?

Mancava qualcosa alla Michela di quel periodo; con tanta voglia di apprendere e verace dedizione, mi sono avvicinata al mondo della Sommellerie. 

Il servizio, l’attenzione ai dettagli e soprattutto lo stare a contatto con gli ospiti facendoli sentire come a casa, sono state sempre le mie priorità. 

Il modo migliore per “trasportare” alcune località vitivinicole al ristorante è stato organizzare eventi a tema come il format Insolite Cantine.

Nel prosieguo, cosa ti ha più coinvolta l’amore per il vino o quello per la ristorazione?

Entrambi, senza sovrapposizioni. 

Per un po’ di tempo è stato come fare un viaggio sulle montagne russe perchè ho dovuto conciliare i diversi impegni: ristorante, famiglia e studio. 

Mi si era aperto un nuovo mondo dinanzi e volevo scoprirlo a fondo, convinta che ogni conoscenza acquisita mi avrebbe fatto lavorare meglio anche al Pompeo Magno.

Fra le mie responsabilità sarebbe rientrato e migliorato il compito di indovinare i gusti degli ospiti, confrontandomi con lo Chef Vincenzo che non smette mai di mettersi alla prova con le nuove tecniche culinarie trasformando in novità piatti semplici, antichi, raccogliendo ispirazione anche dall’orto ed in sinergia con Gerardo per la ricerca quotidiana delle materie prime, scegliendo prodotti di stagione valorizzandone la freschezza e la genuinità. 

Il Pompeo Magno ha sempre avuto questa sede?

Si, in questo angolo non proprio centrale di Pompei, ma che ha sempre riscontrato la fedeltà dei clienti. Anche in assenza dei social, la migliore pubblicità era il buon passavoce tra le persone.

Quali sono le maggiori difficoltà nella ristorazione in Campania oggi? E quali i vantaggi?

La carenza a reperire personale di sala e di cucina, è un problema serio che accomuna la maggior parte dei ristoranti e non solo. 

La pandemia ha giocato un brutto scherzo a molti del settore. 

Come avete affrontato il periodo Covid?

Mettendoci sempre in gioco, sviluppando idee semplici ma appropriate alla clientela che voleva averci al loro fianco. 

Disponibili al Take Away e Delivery. La cucina di asporto di qualità e le “Lapilli Box”, versioni sempre nuove e fresche di Lapilli creati dal nostro Chef.

E poi abbiamo dato più spazio alla parte wine bar con un buon assortimento di etichette pensando a momenti conviviali diversi come happy hour, aperitivi e simili. 

Come vedi il tuo futuro lavorativo?

Vorrei poter mantenere l’aspetto avvincente del mio lavoro, la passione che alimenta le ispirazioni ed inevitabilmente coinvolge chi mi è accanto. L’amore per la mia città mi consente di rapportarmi con figure professionali stimolanti, la collaborazione ci farà vivere esperienze enogastronomiche emozionanti e durature.

Rachele Bernardo

Mi presento, sono Rachele Bernardo, annata 1968, ribelle proprio come me. La passione per la scrittura risale agli spensierati anni giovanili, tuttavia sono stati le esperienze di vita fuori dal mio...

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1 Comment

  1. Come sempre è un vero piacere leggere i Tuoi scritti Sig.ra RACHELE! Questa intervista alla Signora Michela è superlativa! Complimenti

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