Presso il prestigioso ristorante stellato Josè ha avuto luogo una degustazione esclusiva dal catalogo Meteri, con un focus incentrato sui vini dell’Etna di Frank Cornelissen.

Del catalogo Meteri – Eccellenza e terroir – società attiva nell’ambito della distribuzione e selezione di vini naturali e biologici, sapevamo parecchio in termini di esposizione commerciale, grazie all’intraprendenza e dinamismo del fondatore Raffaele Bonivento (nel 2014, insieme all’amico e sodale Luca Fullin), veneziano d’origine.

È cronaca recente, ad esempio, l’apertura dell’omonimo ristorante – trattoria contemporanea – “Meteri Cucina”, in San Bonifacio, provincia di Verona, a riaffermarne la visione identitaria d’insieme ci pensa l’estesa attività di divulgazione e conoscenza delle aziende facenti parte del proprio catalogo, promossa da Bonivento, senza soluzione di continuità, ad onta dei recenti costringimenti. 

L’ultimo momento di “coesione e networking, volto ad una consapevolezza diversa del buon bere”, secondo le parole del fondatore, si è svolto in Campania, più precisamente in Torre del Greco, nel Ristorante Jose presso la tenuta d’epoca Villa Guerra, alla presenza dell’imprenditore veneto, del sommelier di casa – e co-promotore – Salvatore Maresca unitamente al maitre Pasquale Marzano, e di una pletora di colleghi, operatori di settore e giornalisti eno-gastronomici, oltre al responsabile delle comunicazioni esterne di Cornelissen, Giacomo Bardazzi.

Una degustazione prestigiosa, imperniata su un’azienda di assoluto rilievo come Frank Cornelissen, assurta negli ultimi anni ai vertici del settore, vuoi per la complessiva rarificazione della propria gamma attesa la bassissima resa per ettaro, vuoi per i metodi all’avanguardia di lavorazione, che l’hanno reso un precursore ed un nume tutelare, per i giovani vigneron dell’Etna e non solo.

Potremmo dire, un evento in contro-tendenza rispetto ai trend attuali, in cui l’e-commerce ha avuto ha avuto un ruolo dirimente, anche se è forse proprio riguardo Meteri che risulta lecito parlare di una persistente caratterizzazione fornita dall’attività di distribuzione ad enoteche e ristoranti, con eventi “fisici” di grande interesse che fungano da supporto, come questo in oggetto.

Passando alla rassegna dei prodotti offerti all’assaggio, interessante la prima parte, con uno spazio – sorta di prolusione gustativa – offerta all’azienda emergente cilentana “Vigneti Tardis” di Bruno De Conciliis, ubicata in Acciaroli, e caratterizzata dall’impiego di pratiche agricolturali biodinamiche (in fase di certificazione) mediante l’utilizzo di vitigni autoctoni.

La batteria inizia, pertanto, con il Paestum Bianco I.G.T. 2018 “Venerdì”, dal palato intrigante e sapido con un blend di vitigni autoctoni, proseguendo con l’incisività del Paestum Fiano 2019 “Mercoledì”, dal colore persistente e vigoroso. E’ la volta, chiudendo tale prima fase, del rosso Paestum 2019 “Martedì”, da uve Aglianico macerate per quattro giorni, fermentazioni spontanee senza controllo della temperatura ed affinamento in acciaio, una bevuta versatile in cui emerge fragranza varietale di frutta di stagione estiva ed un tannino levigato e morbido.  

È la volta del leggendario Cornelissen, vignaiolo di origine belga, che dall’anno di insediamento sui territori vulcanici siciliani – il lontano 2001 – ha saputo dare vita a prodotti unici ed espressivi, sperimentando senza requie in un luogo unico al mondo. La cantina ha sede a Solicchiata, sul versante Nord dell’Etna, ed i suoi vigneti, per la maggior parte coltivati ad alberello, sono sparsi in micro-appezzamenti che danno luogo a degli straordinari cru, avvalendosi di raccolta a mano e vinificazioni ataviche in giare di terracotta interrate nella pietra lavica.

La partenza è affidata al Susucaru Rosato 2020, blend di Malvasia, Moscadella, Cattaretto e Nerello Mescalese, bouquet di frutta rossa, nuances minerali e salmastre, una beva davvero compulsiva, per transitare attraverso gli straordinari cru di Munjabel I.G.T., corrispondenti ai nomi assegnati ai singoli appezzamenti, per le annate 2020 e 2018. E’ il turno del Perpetuum 1, assemblaggio di partite di vino di diversa annata, molto floreale e speziato, dalle grandi potenzialità forse non ancora perfettamente composte, ma dal grande fascino.

E dunque, nella prima teoria in assaggio – Munjebel Rosso Feudo di Mezzo Porcaria 2018, Feudo di Mezzo Sottana 2018 e Monte Colla 2018, si staglia, nel contesto di un livello qualitativo stratosferico, per potenza e capacità espressiva il terzo, un Nerello Mascalese in purezza da viti di settant’anni, circa 2.500 le bottiglie prodotte.

Nella seconda trafila, infine, in cui sono proposti i cru Contrada Campo Re 2018, Chiusa Spagnolo e Barbabecchi della medesima annata, ad avviso dello scrivente è il secondo a riservare maggiori emozioni, con uve provenienti da un vigneto a piede franco celato all’interno di un anfiteatro naturale, circondato da roccia lavica, un tannino di straordinario eleganza, quasi un Nebbiolo di rara finezza gustativa, come non è facile reperire.

Carlo Straface

Carlo Straface, partenopeo di nascita, corso di studi in giurisprudenza, di professione avvocato e giornalista pubblicista, eno-gastronomia e letteratura le sue coordinate di riferimento. Sommelier di...

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