DALLE BARENE VENEZIANE AI TEMPLI DEL BUON BERE, ECCO IL GIN VENEZIANO CHE PARLA LA LINGUA DEI FIORI

Un Cold Compound prodotto con le viole fresche edibili. E in occasione della Giornata internazionale del Gin, The Sister’s Lab lancia il nuovo London Dry floreale

Una miscela inedita: dall’intraprendenza di tre donne e dall’essenza di un territorio nasce The Sister’s Gin (www.thesistersgin.com), un distillato che racchiude lo spirito di laguna e parla la lingua dei fiori. Proprio così: questo Cold Compound Gin ha un’anima floreale, visto che le viole fresche edibili coltivate nelle serre di Mira (VE) de L’Insalata dell’Orto sono l’elemento caratterizzante della ricetta botanica con cui viene preparato, assieme alla forza del ginepro ovviamente, ma anche alla dolcezza delle erbe mediterranee (rosmarino fresco e salvia fresca) e all’audacia del coriandolo.

E in occasione della Giornata Mondiale dedicata al Gin che si celebra domani, sabato 10 giugno, The Sister’s Lab presenta anche il suo nuovo London Dry Gin, realizzato sempre con fiori freschi e tanta passione, quella di Sara Menin e delle sorelle Cinzia e Raffaella Busana, fondatrici della società che sviluppa progetti innovativi per valorizzare le produzioni de L’Insalata dell’Orto, il più grande produttore europeo di fiori commestibili, guidata dalla famiglia Busana.

“L’anima di The Sister’s Gin sono le nostre viole fresche edibili, che coltiviamo a poche centinaia di metri dalla barena veneziana – spiega Sara Menin, mente, cuore e anima di The Sister’s Lab – Il nostro gin è diverso perché impieghiamo solo botaniche fresche: da un punto di vista olfattivo la differenza si avverte chiaramente e consente un viaggio sensoriale per nulla scontato. Gli ingredienti sono macerati a freddo: evitando processi termici nella materia prima le caratteristiche organolettiche del fiore si sentono nel gin”.

E, come anticipato, dopo il Cold Compound arriva il bis per The Sister’s Lab: il London Dry, un distillato strettamente disciplinato nella sua produzione. “È previsto come le botaniche vadano inserite nell’alambicco nello stesso momento, quindi non si può equilibrare il prodotto dopo la distillazione – illustra Menin -. Grazie a un macchinario brevettato che distanzia a sufficienza la caldaia dal basket delle botaniche, riusciamo ad evitare ai fiori lo shock termico, distillando un gin dalle caratteristiche davvero uniche: bilanciato, pieno al palato, caratterizzato dal tipico sentore resinoso ma secco e deciso del ginepro in primo piano seguito dall’aroma intenso delle 16 botaniche che lo compongono. Ideale in miscelazione ma molto apprezzabile anche in purezza per il grande profumo e la complessità aromatica, il London Dry di The Sister’s Lab dimostra come le possibilità di impiego dei fiori eduli siano davvero molteplici – conclude Sara Menin – e nel mondo della mixology possano dare grande ispirazione”.

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