Una visita in alcuni dei ristoranti dello “street food” in Via Amendola

A pochi passi da piazza San Carlo a Torino troviamo via Amendola. Pedonale, storica e in pieno centro città. Un piccolo gioiello di Torino. Luogo ideale per trascorre un pomeriggio di sabato tra caffetterie negozi ristoranti e molto altro. Dopo aver letto varie recensioni in merito forse vale la pena di indagare a fondo.

Facilmente raggiungibile in macchina grazie al parcheggio al di sotto della piazza, lo è allo stesso modo con i mezzi (stazione della metro a meno di un chilometro).  I colori sgargianti della vetrina invitano non poco al Macha Cafe. La tendenza macha è passata da parecchio ma sembra avere ancora qualche estimatore. Dopo aver chiesto un tavolo si viene dimenticati sull’ingresso del locale. Chiedendo cortesemente spiegazioni ne vengono date due opposte. Accoglienza pessima.

Per fortuna che è una via pedonale e pochi passi bastano per sederci al Suki Torino. Vengono consigliate le poke bowl: ciotola di riso di varie dimensioni personalizzabile. Prima scelta ha come protagonista il vitello. Duro stopposo molto salato, di difficile masticazione. Seconda scelta riso venere e pollo. Completamente slegato nei sapori e nelle consistenze.

Ormai ci ho preso gusto nel essere in una via pedonale e quindi dopo 20 secondi ci si può accomodare al Trivè Time. Tavolini in ferro, clientela giovane, proposta di vari club sandwich bene in vista. In questo caso ho pochi dubbi: un toast classico. Prosciutto di alta qualità e toma di Bra. Prosciutto non pervenuto che si perde in un mare di pane. Toma troppo invadente e mal distribuita nel toast. La seconda scelta cade su un club sandwich vegetariano. Immangiabile non tanto per il gusto quanto per la dimensione erculea del panino.

Tempo del dolce. Iginio Massari in piazza CLN, letteralmente a 30 metri da via Amendola. Maritozzo rivisitato e un caffè. Il risultato non dei migliori. La pagnotta del maritozzo ha la consistenza del pane vecchio di due giorni e la panna montata ha una punta di acidità non gradevole.

Partendo con ordine, di street food non ho visto traccia alcuna. In via Amendola si mangia SEDUTI.

Le grandi aspettative che si erano create per questa magnifica opportunità di avere a Torino una via di street food e pietanze etniche sono state sbriciolate. La proposta dei vari ristoranti non è minimamente etnica o attinente alla tradizione. La coda infinita da Starbucks ne è una prova lampante. I prezzi sarebbero anche abbastanza contenuti, 8 euro una poke bowl e 4.90 un toast. Ma chi pagherebbe quasi 5 euro per due fette di pane?

In una via storica forse mi sarei aspettato di trovare un grande amore per la tradizione o una novità etnica con un salto qualitativo. Anche un grande nome come Iginio Massari delude e non poco.

Sicuramente l’effetto Covid ha fatto poco bene alla ristorazione ma in questo caso ci sono poche scusanti. Una nota di merito va però alle persone di sala, ovviamente senza contare il Macha Cafe. La grande gentilezza e disponibilità riesce a rendere un po’ più dolce una delusione che sarebbe stata inequivocabilmente totale.

Redazione Foodmakers

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