Lo spaghetto condito con questa salsa ambrata dal sapore antico e tradizionale è davvero una della ricette più buone e semplici che si possano immaginare. Aveva ragione Jean Jaurès quando scrisse che: “La tradizione non consiste nel conservare le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma”. Ciò che chiamiamo cultura si colloca al punto di intersezione  fra tradizione e innovazione. E’ tradizione in quanto  costituita dai saperi, dalle tecniche e dai valori che ci vengono tramandati.  E’ innovazione in quanto quei saperi, quelle tecniche e quei valori modificano la posizione dell’uomo nel contesto ambientale , rendendolo capace di sperimentare realtà nuove. La cultura è l’interfaccia tra le due prospettive. Armonizzare al meglio i propri ritmi di vita  con quelli della Natura è sempre stata un’esigenza primaria degli uomini, che però, al tempo stesso, perseguirono l’obiettivo di controllare, modificare e in qualche modo contrastare  i tempi “naturali”. Le cure prestate alla diversificazione  dei loro tempi di crescita miravano a superare , anche di molto, i limiti naturali di produzione. Si tirava il tempo. La colatura è preziosacome un Barolo di ottima annata: perché in entrambi i casi è necessario avere tempo. Un distillato dal forte colore ambrato, quasi bruno-mogano, dal sapore forte e deciso e con una sapidità che conserva intatto l’aroma della materia prima.

 Ingredienti per 4 persone:
 400 g di spaghetti
 2 cucchiai di colatura di alici
 1 spicchio di aglio tritato
 olio extravergine di oliva
 prezzemolo e peperoncino q.b.

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Preparate in una zuppiera da portata tutti gli ingredienti: l’olio di oliva, il prezzemolo e l’aglio tritati, la colatura di alici e il peperoncino a piacere. Fate cuocere gli spaghetti al dente e, una volta scolati, aggiungeteli al sughetto con un cucchiaio dell’acqua di cottura della pasta. Saltateli a crudo e decorate con una spruzzatina di prezzemolo fresco. Lo chef Giuliano consiglia di mettere qualche pomodorino del piennolo, non solo per il tocco del colore, ma per stemperare la sapidità della colatura.

Redazione Foodmakers

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