Parafrasando il protagonista di un noto film, “Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque” e cavalcando l’onda di questo diffuso messaggio, alimentato anche dalle chiusure dovute alla pandemia, la Nestlè propone 4 Home Chef Box. Le scatole contenengono una serie di ingredienti naturali, sottoposti a crio-essicazione, già dosati e selezionati dai giovani talenti della San Pellegrino Young Chef Academy, così da poter creare degli scenografici piatti gourmet, stando nella comodità della propria casa.

Si può scegliere, in abbinamento alle ricette, la Immersive Collection di S. Pellegrino e Acqua Panna in edizione limitata, oppure alcuni vini pregiati selezionati dai sommelier dell’Associazione Sommellerie Professionale Italiana. In sole 48 ore, si riceve tutto l’occorrente. Poi, seguendo una video-ricetta degli chef della San Pellegrino, la Nestlè garantisce la buona riuscita del piatto e lo stupore degli invitati.

A fidarsi delle immagini, si resta sicuramente colpiti. Ma immediatamente dopo, lasciando un po’ di spazio alla razionalità, viene da chiedersi se davvero ci servono delle box già belle e pronte, per trasformarci in dei maghi della cucina.

In questi ultimi mesi abbiamo visto davvero di tutto, (pensiamo alle pizze gourmet da rigenerare). E ho l’impressione che si parta da dei presupposti sbagliati, perché si è perso il senso della realtà. Cuciniamo per stupire, o cuciniamo per il piacere di farlo, e soprattutto, per alimentarci in modo sano e corretto? Viene il lecito dubbio, che queste scelte, nascondano solo un modo per cercare di alzare l’asticella dei limiti naturali. Limiti dati dallo studio, dall’abnegazione e dal talento. Perché in fondo se mancano questi elementi, si può solo far parte di un’illusione. È come disegnare una colomba stilizzata e volersi credere Picasso. I piatti devono emozionare per tutta un insieme di motivi, non solo perché si è riusciti a riprodurre una brutta copia di un originale.

Resta anche la perplessità sulla fetta di mercato che può essere interessata a questo genere di articolo. Visto il prezzo, è altamente probabile che la Nestlè si rivolga a una clientela di nicchia. Ma chi è abituato a cibo di qualità, alla ricerca di prodotti esclusivi e ad una cucina stellata, davvero è disposto ad accontentarsi di una bozza di piatto, ideato e fornito da una multinazionale per eccellenza? Famosa, certo, ma che non si distingue da tante altre per la ricerca con cui seleziona le sue materie prime.

Senza voler demonizzare la grande distribuzione, in ogni città, c’è un mercato ortofrutticolo, un negozietto di quartiere, un fornitore che ancora crede nella fidelizzazione della clientela, proponendo qualità e offrendo consigli validi. Se abbiamo un po’ più di tempo, dedichiamoci alla scelta consapevole di quanto compriamo e mangiamo.

Ed è da questo che si deve partire per ottenere delle emozioni. Impariamo a conoscere e riconoscere ogni singolo ingrediente, e cuciniamo. Con naturalezza, magari affidandoci, oltre alla nostra creatività, ai ricordi di mamme e nonne che realizzavano piatti semplici ma ricchi di sentimenti. Perché in fondo, stare in cucina non è solo uno spadellare. È attenzione, tempo, dedizione, insomma un modo per dimostrare agli altri che li amiamo e vogliamo occuparci di loro.

Quindi ben venga l’ispirazione che possiamo ottenere da dei professionisti. Ma lasciamo che ognuno faccia il suo mestiere, e ai film, il compito di staccarci dalla realtà ma giusto per il tempo della loro durata.

Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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