Ripple Foods nasce da un’idea di due ragazzi californiani, Neil Renninger e Adam Lowry rispettivamente uno scienziato di Stanford e un biologo del MIT. L’obiettivo è produrre il latte con le proteine dei piselli, la startup ha già lanciato il suo prodotto sul mercato e ottenuto 13,6 milioni di dollari da investitori.

I due californiani non sono nuovi nell’ambito dell’innovazione, infatti Renninger ha brevettato tantissimi prodotti, uno dei più importanti è l’uso dell’artemisinina, principio attivo estratto dall’Artemisia, per cure contro la malaria. Questa sua invenzione è stata finanziata dalla fondazione di Bill Gates e di sua moglie Melinda. Lowry, invece, ha fondato insieme ad Eirc Ryan una serie di prodotti bio per la pulizia e l’igiene della casa, creando la Method Product che è diventata un colosso da 100 milioni di dollari.

I due giovani californiani sono partiti dalla considerazione che i piselli contengono diversi tipi di vitamine e proprietà nutritive (vitamina K, B1, C, manganese, fibre, rame, fosforo e etc.). Infatti la la startup punta produrre un alimento che presenta diverse qualità ricercate sul mercato: innanzitutto risulta privo di glutine e lattosio, ne consegue che è perfetto per i vegani e per chi soffre di intolleranze alimentari, inoltre presenta un livello di 9 volte inferiore di grassi saturi rispetto agli altri prodotti alternativi. I due founder durante il TechCrunch sottolineano che:” la soia proviene spesso da raccolti geneticamente modificati e pieni di pesticidi, il latte di mandorla usa ingenti risorse di acqua per essere prodotto, quello di cocco non è adatto a chi soffre di irritazioni intestinali”.

Altro elemento da evidenziare è il fatto che Ripple Foods ha un impatto positivo sull’ambiente in quanto rispetto alla produzione del latte di soia utilizza il 96% in meno di acqua, in tal modo, questa soluzione riesce a risolvere un grosso problema ambientale: la realizzazione del latte tradizionale inquina l’ambiente con il rilascio di metano nell’atmosfera, la sostanza che più di altre contribuisce al riscaldamento globale. “Prima di noi non c’erano dei prodotti di qualità reale nella relazione tra benessere delle persone e dell’ambiente. Abbiamo offerto un’alternativa nel mercato lattiero caseario” spiega Renninger durante un intervista a The Wall Street Journal.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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