«…sono contro allo stereotipo “i giovani laureati che scelgono di tornare al Sud” quasi come se in questo meraviglioso sud che ci ha fatto nascere e ci ha formati fino alla maggiore età poi non ci sia spazio per chi ha studiato e ha voglia di intraprendere…»
È un estratto dell’intervista che seguirà, quella realizzata a Pietro D’Elia, 30enne fondatore dell’azienda I Segreti di Diano. Pietro sembrava programmato per lasciare la provincia e farsi un futuro in una grande città. In effetti, ci stava riuscendo. Prima la laurea in Economia a Roma, poi il Master in gestione delle risorse energetiche a Milano e ancora la laurea in inglese come specialistica. Ha persino fatto parte dell’Accademia teatrale di Enrico Brignano, per poi lavorare per i paesi esteri come commerciale nella British American Tobacco. Poi con coraggio, ma allo stesso tempo forte del sapere maturato nelle esperienze vissute, ha scelto di tornare alle origini, a Teggiano e nel Vallo di Diano, per costruire qui un’occasione economica e dar vita a una sua attività imprenditoriale agricola.

Ciao Pietro! Quando e come ha origine l’azienda “I Segreti di Diano”? Come è composta oggi la squadra?
I Segreti di Diano è un progetto nato nella mia testa nel 2016 e che è iniziato materialmente nel 2017 quando abbiamo “messo a dimora” le prime piantine di Sciuscillone nel “Dominio d’Elia”.
Oggi la squadra conta il sottoscritto alla guida strategica, commerciale e relazionale, Davide Di Gruccio che cura l’ambito gestionale e supervisiona quello operativo, e una squadra di signore locali che si occupano della produzione vera e propria.
Insieme a noi si muove una “squadra” di piccoli produttori locali.

Perché il nome “I Segreti di Diano”?
Il nome nasce dall’obiettivo che l’azienda si è posta nel momento della sua nascita: svelare gli ortaggi e le lavorazioni “segrete” del Vallo di Diano, straordinario sito di interesse UNESCO a sud di Salerno, troppo spesso confuso o mescolato al più famoso Cilento, ma che ha una sua identità ben precisa.
È un territorio ricco di varietà autoctone di ortaggi e credo che sia nostro compito preciso quello di “svelare” ciò che questo territorio ha da offrire.

“Rendere la terra più fertile per farci restituire frutti sempre migliori”. Questo tuo motto finora si è concretizzato, sei soddisfatto di come procede il lavoro?
Ci proviamo ogni giorno da tre anni e pare che ci stiamo riuscendo.
Questo non solo attraverso un sistema di coltivazione del tutto particolare, che stiamo mettendo a punto in questi anni. Per “Terra fertile” intendiamo anche il tessuto umano e il contesto nel quale ci muoviamo.
Grazie soprattutto a un processo di formazione umana che facciamo tutti i giorni insieme alle persone che lavorano con noi. Crediamo che se siamo un po’ più bravi a far capire l’importanza del trattare la terra in un certo modo, se siamo un po’ più bravi a far capire ai nostri coltivatori perché ciascun ortaggio va coltivato in un certo modo, se siamo un po’ più bravi a spiegare alle nostre signore perché un peperone va essiccato in un certo modo, lavorato a mano in un certo modo, confezionato in un certo modo…allora avremo davvero realizzato un prodotto migliore e trasmesso davvero a chi ci sceglie il valore umano, quasi storico, di quello che facciamo.

La tua azienda vede come protagonista lo Sciuscillone, da cui vengono fuori quattro tipi di prodotti. Ce li racconti?
Dallo Sciuscillone noi deriviamo 4 prodotti: Le Starìci, le nostre chips di Sciuscillone essiccato al naturale e fritto; la Pòrva la nostra spezia di Sciuscillone tostato e molito; La Crema di Cuòrno, ottenuta dalla rigenerazione a bassa temperatura dello Sciuscillone essiccato; Il Cuòrno, che è lo sciuscillone essiccato al naturale e pulito a mano. Il cuòrno, rappresenta la base di tutte le nostre lavorazioni.
L’idea di questi prodotti è antica e moderna insieme. Abbiamo usato la saggezza dei nostri avi, che cercavano di ricavare il massimo possibile da ciascun prodotto, e abbiamo riscoperto le diverse consistenze che un solo peperone può dare agli usi della cucina contemporanea. Quindi decliniamo un prodotto in quattro versioni (croccante, polvere, crema, essiccato) per renderlo funzionale ad ogni piatto che sia uno chef sia uno studente universitario possono immaginare.
Accanto alla Lavorazione del Peperone Sciuscillone, dal 2019 abbiamo affiancato tutta la linea dei trasformati del Serpentìno (piccante): La Piccànte, La crema di Serpetìno, il Fòrte e, appunto, il Serpentìno.

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Quanto l’emergenza coronavirus ha inciso negativamente sulla tua attività nel 2020?
Sicuramente il COVID ha rappresentato una battuta d’arresto per quello che è il nostro mercato principale, ossia il mondo della ristorazione. Non nascondo che, sotto questo aspetto, sia stato un anno davvero difficile.
Quello che, però, il COVID ha fatto è stato farmi e farci guardare anche da altre parti: non solo all’online, dove ormai guardano tutti e dove eravamo già presenti dal 2017, ma anche e soprattutto ad altri sbocchi di mercato o ad altri potenziali clienti che senza il COVID, fermi nella nostra routine, non avremmo nemmeno notato.
Confidiamo nel 2021 per consolidare quanto di buono fatto finora e iniziare le nuove sfide a cui lavoriamo da un po’.

Hai vinto nella categoria Campagna Amica dell’Oscar Green 2019. Un riconoscimento di cui vai fiero immagino.
Beh, il 2019, è stato per noi l’anno delle prime volte. È stato il primo anno in cui abbiamo partecipato al Taste di Firenze, unica azienda del Vallo di Diano presente alla fiera e prima nella storia della manifestazione. Ed è stato l’anno in cui per la prima volta mi sono reso concretamente conto che stavo mettendo questa azienda sulla strada giusta. Soprattutto perché il lavoro che avevo ed avevamo fatto insieme ai miei collaboratori veniva notato e premiato, come nel caso degli Oscar Green. Essere l’Azienda Agricola Giovane più innovativa della Campania secondo Coldiretti ci ha riempito il cuore di gioia e ci ha motivati a proseguire sulla nostra strada.
Dopo aver conseguito il Marchio di Qualità del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni l’anno precedente (2018), Oscar Green è stata la consacrazione nel mondo dell’Agricoltura di qualità.

“Come Diano vuole” e “Moderne Tradizioni”. Ci spieghi questi due principi della vostra filosofia?
Sono i nostri due capisaldi intorno ai quali ruota la nostra filosofia.
Come Diano Vuole è applicato direttamente alla terra: applichiamo la perfetta rotazione delle colture nei nostri campi secondo il ciclo principale, sostituta miglioratrice utilizzando colture autoctone: abbiamo implementato il modello su un terreno sperimentale in questi anni passati e ne inizieremo l’utilizzo effettivo nel 2021. Ci permetterà di portare a termine lo sviluppo dei progetti che abbiamo sviluppato in questi anni.
Moderne Tradizioni è il principio che guida le lavorazioni in laboratorio e completa Come Diano Vuole. Faccio prima a spiegarlo nel pratico. Lavorare a mano e vendere online, essiccare all’aria naturale e spiegare il processo su internet, coltivare a Teggiano ma raccontare i nostri prodotti in inglese ad un pubblico straniero. Questo significa moderne tradizioni. Rispettare la cultura antica ed immergersi nel mondo moderno.

All’inizio del progetto, hai temuto il peperone crusco della Basilicata o non c’è nessuna concorrenza con lo Sciuscillone?
No. Lo Sciuscillone e il peperone crusco non sono prodotti concorrenti. Semplicemente perché sono due prodotti diversi. Ti spiego meglio. Lo Sciuscillone è una tipologia di Peperone dolce, con delle caratteristiche specifiche; è un P.A.T. (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) della Regione Campania ed è prodotto secondo il disciplinare della De.C.O. del comune di Teggiano.
Il peperone crusco è semplicemente un processo di  trasformazione di un generico peperone corno che prevede la sua essiccazione (e a voler essere pignoli, per definirlo davvero crusco, la successiva frittura in olio).
Se pensiamo che siano la stessa cosa commettiamo un grande errore e la mia “missione” è quella di tenere Sciuscillone e crusco ben distinti nella testa delle persone così come sono ben distinti nella realtà.

Ti va di descrivere brevemente Teggiano per chi non la conosce? Cosa hai provato quando hai deciso di ritornarci per avviare l’attività?
Teggiano è un borgo medievale di straordinaria fattura. Entra di diritto tra i borghi più belli d’Italia e non a caso è un sito di Interesse UNESCO. Oltre al centro storico vanta anche un’invidiabile distesa di boschi e di terreni coltivabili che per troppi anni sono stati abbandonati.
Il rientro non è affatto stato facile. Ho studiato e lavorato tra Roma, Milano e l’estero e quindi tornare in una realtà “poco urbanizzata” nell’entroterra campano può non sembrare il massimo. Eppure io sono contro allo stereotipo “i giovani laureati che scelgono di tornare al Sud” quasi come se in questo meraviglioso sud che ci ha fatto nascere e ci ha formati fino alla maggiore età poi non ci sia spazio per chi ha studiato e ha voglia di intraprendere. Certo, credo che sia più facile oggi realizzare un progetto agricolo in città piuttosto che un progetto cittadino in campagna, ma non dimentico che quando ho iniziato mi davano del pazzo e ora mi chiedono come si fa a fare le cose come le facciamo noi.
Quando ho deciso di tornare a Teggiano, così come oggi, il mio obiettivo è quello di poter mostrare (non dimostrare eh, proprio mostrare) che sia possibile fare delle cose straordinarie con un prodotto che è sempre stato lì e che aspettava di essere valorizzato.

Quanto e dove si è esteso il giro di contatti con ristoranti e gastronomie d’Italia dove è possibile trovare i tuoi prodotti?
Lavoriamo anche attraverso alcuni piccoli distributori di prodotti di eccellenza e quindi non riesco a darti il numero preciso di ristoranti e gastronomie che copriamo. Quello che posso dirti è che sto facendo da tre anni a questa parte un lavoro di educazione verso il prodotto che oggi mi fa contattare da tante persone, ristoratori e privati, italiani e stranieri, per chiedere lo Sciuscillone.
Siamo presenti in Italia, in Svizzera, Francia, Germania e negli Stati Uniti. Dal 2021 viaggeremo anche verso est ma non posso anticiparti ancora nulla.

Lo sciuscillone è dunque già De.C.O?
Il peperone è De.C.O. dal Luglio 2019. Oltre al Peperone Sciuscillone, vanta altre 4 tipologie di peperone (Pupanetto, Pupanetto per Aceto, Cono di Capra e Serpentino – piccante). Ad oggi il Registro dei Produttori di Peperone di Teggiano conta 9 iscritti, tutti che conferiscono al nostro laboratorio di lavorazione. Il numero esiguo di produttori evidenzia la selezione effettuata, la piccola estensione di coltivazione (l’areale infatti è il solo comune di Teggiano) e, di conseguenza, l’esclusività di questo prodotto.

Una curiosità più personale. Tu e la tua famiglia a tavola come preferite consumare i tuoi prodotti? A quali pietanze li abbinate?
A casa mia i peperoni vengono utilizzati nel modo più tradizionale possibile. Usiamo le chips prevalentemente con piatti a base di baccalà, la pòrva e la piccànte per ripassare in padella le verdure come cime di rapa o cicoria, il fòrte con la pasta e fagioli.
Tanti consigli di utilizzo si possono trovare sulle nostre pagine social o sul nostro sito isegretididiano.com

Quali speranze nutri per il 2021? Dobbiamo aspettarci novità dai Segreti di Diano?
Come ti ho già anticipato, nel 2021 ci auguriamo di consolidare il lavoro svolto nel 2020. Stiamo lavorando a un progetto che possa davvero valorizzare a pieno il territorio e i suoi prodotti estendendo la linea dei Segreti. Per rimanere sempre aggiornati sui prossimi sviluppi consiglio di seguire le nostre pagine social sui IG e FB.

Pietro Bruno

Pietro Bruno

Classe 1994, laureato in “Media, comunicazione digitale e giornalismo” presso la Sapienza Università di Roma. Nel 2017 ho pubblicato il mio primo saggio “È il tempo della radio in TV” (Guida),...

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