Ci sono alimenti che – nella tradizione romana – sono sempre rientrati nella categoria dei cibi meno pregiati. Si tratta di pasti fatti per le famiglie povere che venivano chiamati – dal volgo più comune – il “quinto quarto”. Insomma: si trattava di tutto ciò che rientrava negli scarti, nei tagli della carne di solito trascurati. Tagli che diventavano “frattaglie” da riusare nella grande tradizione gastronomica romana e che diventavano altro: coratelle, pagliate o trippe.

Roma, sappiamo bene, ha una grandissima tradizione di ristoranti specializzati in questo genere: trattorie oramai regine di piatti come la coda alla vaccinara, le animelle o le cervella.(pensiamo a “Lo scopettaro” a Testaccio o allo storico Checchino Dal 1887).

Ma tra questi pertugi gastronomici un notevole spazio lo ha guadagnato, a Trastevere, L’Osteria della Trippa.

Da un’idea di Alessandra Ruggeri, l’Osteria della Trippa rientra perfettamente nella grande era – recentissima – delle nuove proposte trasteverine che stanno svecchiando una zona troppo legata a osterie che campano più di fama che di qualità.

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Il concept della trattoria a Via Mameli è quello delle interiora: lavorare sul genere ma con una grande attenzione alla delicatezza e alla sapidità dei piatti. La trippa, ad esempio: piatto principale, è eseguita a regola d’arte, gustosa e incredibilmente equilibrata.

Ma non è da meno la “Pajata” (cioè l’intestino di vitello) rigorosamente con i rigatoni. Piatto incredibilmente delicato, con il sugo di pomodoro leggero e cremoso che dona un sapore unico al piatto. Personalmente, la Pajata più buona che abbia mai assaggiato nella capitale.

Il menù propone anche altro: da segnalare delle ottime mozzarelle in carrozza e un vasto quanto ricco assortimento di antipasti: dalle pallotte cacio e ova fino (tornando al quinto quarto) a dei perfetti crostini con fegatini di pollo.

Insomma: tappa fondamentale per le serate trasteverine all’aria aperta, L’Osteria della Trippa oramai da tre anni è uno dei luoghi fondamentali per chi cerca sapori romaneschi non aggressivi, non unti e mai abbondanti e per chi cerca piatti fatti con passione e, indubbiamente, una certa dose di “poesia”.

E già che ci siete, chiudete con il loro ottimo tiramisù. Ne uscirete ovviamente appagati.

Francesco Picerno

Francesco Picerno

Francesco Picerno è nato a Roma il 20/10/1978. Videomaker e editor dal 2006, ha scritto di cinema per la testata Corriere Romano e di gastronomia e cucina per The Post Internazionale (TPI). Nel suo canale...

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