Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana, nato nel 1981, è l’unico organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per la tutela, la vigilanza, la valorizzazione e la promozione della Mozzarella di bufala,  questo straordinario formaggio del Centro-Sud Italia, apprezzato in tutto il mondo.

Abbiamo intervistato Domenico Raimondo, Presidente Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP

Qual è la storia del Consorzio?
Il Consorzio è stato costituito nel 1981, ha reso possibile l’ottenimento e la registrazione della denominazione di origine. Rappresenta l’unico organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche per la tutela, vigilanza, valorizzazione e promozione della Mozzarella di Bufala Campana DOP.

Dal luglio 2016 il Consorzio ha sede presso le Regie Cavallerizze del Palazzo Reale di Caserta, grazie ad un accordo di collaborazione – per la prima volta in Italia – tra i Beni culturali e le eccellenze agroalimentari. La sede del Consorzio all’interno della Reggia di Caserta rappresenta un “ritorno” alle origini; furono infatti i Borbone che svilupparono il primo caseificio sperimentale ed un allevamento di bufale con registro di stalla, dove ad ogni animale veniva dato un nome, che ricordava i personaggi di corte.

I NUMERI

Oggi dove siete arrivati in termini numerici (aziende consorziate, produzione, addetti…etc?
In 40 anni è stata fatta tanta strada. Oggi la mozzarella di bufala campana Dop è il terzo formaggio italiano per valore tra le Dop, con un fatturato al consumo da 750 milioni di euro. Il Consorzio conta 80 soci trasformatori, mentre sono 1300 circa gli allevamenti che fanno parte del sistema della Dop. Nel 2020 sono state prodotte 50.832 tonnellate di bufala campana Dop, di cui il 34% destinato all’export, soprattutto Francia, Germania e Regno Unito, che guidano la classifica dei Paesi che amano la Bufala. Il comparto dà lavoro a circa 11mila addetti, uno su tre è under 32 e le donne rappresentano il 33% della filiera.

Foto di Alessandra Farinelli

TUTELA DEL MARCHIO

La mozzarella di bufala è uno dei prodotti campani più amati ed anche più imitati quali sono le azioni a favore della tutela messe in campo?
In tempo di Covid19 sono aumentate le fake-mozzarelle sui mercati. La Mozzarella di Bufala Campana Dop è ancora più imitata, come emerge dal report annuale elaborato dal settore Vigilanza del Consorzio di Tutela e che prende in esame le azioni intraprese nel 2020. Centinaia i casi rilevati dall’attività di verifica e il web si conferma il terreno privilegiato per le violazioni. Non solo internet e social però.

L’attività di vigilanza sul prodotto da parte degli ispettori del Consorzio in totale ha portato a ben 2361 azioni di tutela, nonostante le difficoltà e il lockdown da pandemia. La grande maggioranza delle violazioni si realizzano in siti e-commerce o marketplace. L’83% delle frodi avviene in tale contesto, dove spesso l’utente incriminato si avvale anche dell’utilizzo di social network, attraverso i quali promuove proprio la sua attività di vendita telematica. Le violazioni perpetrate tramite social rappresentano infatti il 31% del totale.

Spesso ci si trova davanti ad un utilizzo non autorizzato di loghi e marchi (86%). Non mancano i tentativi di vera e propria contraffazione (13%) e si segnalano inoltre casi di concorrenza sleale, come quello sventato in Spagna con la Bufala de L’Empordà.

ITALIAN SOUNDING

Uno dei problemi è l’italian sounding, come bisogna reagire?


Il fenomeno è mondiale, nei nostri monitoraggi abbiamo trovate mozzarelle australiane, cinesi, ma anche europee che presentano riferimenti ingannevoli al vero prodotto. L’attenzione del ministero delle Politiche agricole è altissima, in particolare dell’istituto centrale qualità e repressione frodi. Inoltre, con gli altri Consorzi di Tutela abbiamo creato una rete comune per il monitoraggio internazionale di questi fenomeni, che creano danni economici da milioni di euro. Il nostro impegno è mettere i consumatori in condizione di scegliere correttamente.

Nell’anno della crisi COVID che ripercussioni ci sono state e quali azioni avete messo in campo?
La filiera della mozzarella di bufala campana Dop viene da anni di crescita significativa, ha fatto da traino per l’intero territorio campano, arrivando a dare lavoro a oltre 11mila persone. Nel 2020 invece abbiamo scontato la specificità di essere un prodotto fresco e la brusca frenata del canale horeca, con ristoranti e pizzerie chiuse. Anche se dal punto di vista quantitativo il 2020 si è chiuso in linea con il 2019, quello che preoccupa è l’impoverimento economico spalmato sull’intera filiera, che si attesta intorno al 15%.

Assistiamo purtroppo a una perdita di redditività del comparto, causata dal Covid, che significa mancanza di ricchezza e capacità di investimento del comparto. Su questo serve intervenire con urgenza.

Per finire una curiosità una ricetta a base di mozzarella e un vino da abbinarci.

Foto di Alessandra Farinelli

La versatilità della mozzarella di bufala campana Dop ha acceso l’estro degli chef in questi anni. A noi però piace consigliare di mangiarla così com’è senza aggiungere altro, al massimo un pomodoro per un equilibrio perfetto. Per quanto riguarda il vino, di sicuro non si sbaglia scegliendo una bollicina, che esalta le caratteristiche della bufala Dop.

 

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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