E’ ancora scontro tra Starbucks, sicuramente una delle più grandi catene al mondo nel settore della vendita di caffè, e Luckin Coffee. Infatti quest’ultima ha fatto richiesta per una IPO negli Stati Uniti.

Luckin Coffee sta provando a detronizzare Starbucks investendo milioni e milioni di dollari per aprire punti vendita a tutto spiano in Cina, dove , ad oggi, l’insegna statunitense mantiene il primato con una quota di mercato di circa il 58% nel 2018.

In poco più di un anno e mezzo, Luckin Coffee ha già aperto 2.370 punti vendita in 28 città, ed è poco lontana per i 3.700 negozi di Starbucks (in 150 città), aperti però nell’arco di un ventennio. Alcuni credono che il sorpasso sia prevedibile il 2019, arrivando a un totale di 4.500 store, con un ritmo di crescita di un nuovo negozio ogni 3 ore e mezza, mentre Starbucks ne aprirà “solo” uno ogni 15 ore, per arrivare a 6.000 insegne nel 2023.

Sui media nazionali cinesi, racconta Quartz, Luckin ha con forza evidenziato i paragoni con la catena di caffè si Seattle, infatti a maggio, ha persino scritto una lettera aperta accusando Starbucks di “comportamento monopolistico”. In Luckin Coffee tutto ruota attorno allo smartphone, infatti quando i clienti entrano in uno dei suoi negozi blu e bianchi, viene loro chiesto immediatamente di scaricare l’app Luckin per ordinare il caffè (ammesso che non l’abbiano già fatto). Possono pagare usando i pagamenti WeChat o il “portafoglio del caffè” di Luckin, ma non in contanti.

La battaglia era già cominciata quando Alibaba e Tencent hannoscommettono sul caffè.Infatti mentre Alibaba ha deciso prima di rilevare Ele.me, un servizio di consegna di cibo a domicilio, ha stretto l’accordo con Starbucks, che collaborerà proprio con la controllata Ele.me di Alibaba, per vendere caffè e bevande americane anche in altri 2.000 negozi in 30 città, in aggiunta agli oltre 3 mila punti vendita Starbucks China già sul territorio. Mentre Tencent ha stretto una partnership con la startup cinese Luckin Coffee.

Secondo Euromonitor International, i cinesi bevono in media solo tre tazze di caffè all’anno, rispetto a 363 tazze per l’americano medio, una cifra destinata ad aumentare negli anni a venire, e per la quale lo scontro sarà ancora lungo.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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