Ultimo giro di boa e forse vedrà finalmente alla luce la nuova legge italiana per la regolamentazione del biologico. Il testo del ddl intitolato “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”, dovrà, infatti, tornare al Senato per la quarta lettura e poi, finalmente, si spera, sarà legge.

Nella giornata di ieri, 8 febbraio 2022, la Camera ha, infatti, discusso il testo già emendato dal Senato ormai l’anno orsono.  E non ce l’ha fatta a sopravvivere quel tanto discusso comma 3 dell’articolo 1 che equiparava l’agricoltura biologica a quella biodinamica. Recepite, infatti, le istanze del mondo accademico e scientifico, la Camera ha infatti approvato, quasi all’unanimità, gli emendamenti che volevano eliminare dal testo l’equiparazione dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. Emendamenti che non hanno fatto che rimarcare quanto già espresso nei mesi precedenti dal premio Nobel Giorgio Parisi e dalla senatrice a vita Elena Cattaneo, che aveva addirittura equiparato la biodinamica ad una pratica esoterica.

“Nei lavori di Commissione avevamo già sottoposto a luglio ai colleghi di Commissione questi emendamenti ma si è tirati dritti su un punto che avrebbe reso questa legge una legge inaccettabile. Sembrava che criticare il punto che equiparava il metodo biologico a quello biodinamico fosse come compiere qualcosa di liberticida, ma qui si tratta della inopportunità di inserire un riconoscimento simile in un testo di legge“. Così ricorda Riccardo Magi (+Eu) rispetto all’emendamento da lui stesso proposto.

Ma attenzione non sarà una vera esclusione perché, in realtà, se i produttori biodinamici sono dotati di certificazione biologica potranno comunque essere i principali beneficiari dei finanziamenti previsti dalla normativa. Anche se questo pare comunque essere visto come un “contentino” al quale le principali associazioni di categoria non ci stanno: “Dopo 13 anni e tre legislature, togliere il termine biodinamico dal comma 3 dell’articolo 1 è veramente un peccato perché si tratta di un metodo agricolo e di prodotti che vengono sempre più coltivati e apprezzati in tutto il mondo. Nonostante questo emendamento, il biodinamico continuerà a essere presente e sostenuto, come lo è stato fino ad oggi, in quanto pratica agronomica che si riconduce al metodo biologico, già riconosciuta fin dal primo Regolamento europeo del 1991 in materia di agricoltura biologica”. Così si legge in una nota comune di FederBio AssoBio e Associazione Biodinamica.

Ora l’ultima parola spetta al Senato, che sarà tenuto a pronunciarsi ancora una volta e“A questo punto la nostra legittima preoccupazione è che la proposta di Legge finisca nelle sabbie mobili del Senato, dove sono presenti e attivi i maggiori oppositori di questo modello di agricoltura sostenibile” commenta Franco Ferroni, responsabile agricoltura del WWF.

E paiono comprensibili le preoccupazioni di Ferroni visto che questa normativa tanto agognata e discussa, è al pari tanto attesa dai cittadini, ma soprattutto dalle aziende agricole già certificate biologiche.

Una normativa che, a questo punto, diventa anche indispensabile per essere al passo coi tempi e soprattutto con quelli dell’Unione Europea dopo la presentazione della Commissione UE delle strategie “UE Farm to Fork e biodiversità 2030”. La sfida è, infatti, quella di arrivare al 2030 con una superficie vitata almeno del 25% dei terreni europei, e l’Italia partirebbe già con un buon vantaggio, assestandosi prima ancora dell’inizio a un ben 16% contro l’8% della media degli stati dell’Unione Europea.

Assunta Casiello

Persa negli effluvi nobili del vino da quando la maggiore età glielo ha consentito, curiosa di tutto ciò che è nuovo e che si può e si deve conoscere nella vita. Classe '84, ha speso gli ultimi anni...

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