l Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia è stato inviato per la prima verifica a Bruxelles, avviando così l’iter autorizzativo previsto a livello europeo.

Questo sistema consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.

“Siamo davanti a un passo storico – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che nel suo complesso vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di ancora più strumenti per competere. Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori anche a pagare di più per un prodotto che sia d’origine italiana tracciata. Con questo decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L’indicazione chiara ed evidente dell’origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore. Il nostro impegno per salvaguardare il loro reddito è quotidiano e spingiamo perché ci sia un ulteriore rafforzamento dei rapporti di filiera nel nostro Paese. Lavoriamo ancora a Bruxelles perché questa sperimentazione apra la strada ad un passo europeo ancora più forte”.

Nonostante la forte volontà politica da parte dell’Italia, la Ue non ha mai appoggiato misure di questo genere; in più occasioni proposte di indicare nell’etichetta dei prodotti finiti l’origine delle materie prime è stato visto dai tecnici di Bruxelles come lesivo della concorrenza e della libera circolazione delle merci.

È una svolta per il settore lattiero caseario italiano, con la scomparsa delle quote latte, cioè senza più contingenti imposti, la produzione europea di latte in poco più di un anno è aumentata di 783mila tonnellate. Di conseguenza i prezzi del latte alla stalla sono crollati. In Italia il vero problema è il costo al litro: oggi il latte viene venduto da stalla a una media che varia fra i 28 e i 34 centesimi di euro, rispetto ai 27 centesimi della media europea. I costi in Italia sono più alti e non solo perché in alcuni Paesi la manodopera è sottopagata. La questione è che le nostre leggi prevedono norme precise nell’alimentazione degli animali e nella garanzia di qualità. Insomma. il nostro latte, assicurano quelli che lo fanno, è più sano ma costa un po’ di più. Il risultato però è che molte grandi aziende tagliano gli ordini perché preferiscono acquistare all’estero.

Luigi Cristiani

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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