La tavola dei trecento: la bellezza della collaborazione dei ristoratori lubrensi
la tavola dei 300, alla seconda edizione, è un riuscitissimo esempio di marketing territoriale. è la felice collaborazione dell’associazione ristoratori lubrensi, nata per la valorizzazione e promozione di un angolo della penisola sorrentina tra i più suggestivi e ricchi d’italia.
ma anche tra i più attivi. a testimoniarlo, infatti, una due giorni dal calendario fitto di iniziative tra le frazioni di massa lubrense, culminato il 19 giugno nella suggestiva tavola dei 300, un’unica tavolata per 300 commensali. non semplicemente una cena, dunque, ma un’occasione per scoprire e riscoprire la gastronomia territoriale, riletta talvolta nella sua essenzialità, talaltra con un q.b. di innovazione e talora con un tocco di piacevole contaminazione. protagonisti dell’evento chef stellati, ristoratori da generazioni e una new generation che ha saputo trovare una gustosa, brillante chiave di lettura alla ricca gastronomia locale. per un piacevole blend di cultura e racconto, pensiero e sostanza.
Gli assaggi che più mi hanno colpito
relais blu (termini, massa lubrense): pastrami di manzo con ciliegie marinate, salsa ai lamponi e crumble alle nocciole. un grande classico che incontra nuove vibes, regalando uno spettro completo di competenza tecnica, conoscenza della materia e intelligente contaminazione. un boccone in bilico tra mediterraneità e sguardo oltre confine, che colpisce per fine armonia gustativa e ricercatezza del gioco di texture.
enzo coccia (pizzeria la notizia 53, napoli): pizza margherita. una mano d’autore che sa raccontare la filosofia ben radicata del patron in sembianze informali. un concentrato di mestiere e vision in uno spicchio che scalda il cuore, rassicura il palato e diverte la mente. la tradizione che non conosce rivali.
taverna del capitano (nerano): polpettine di pesce, salsa ai fiori di zucca e formaggio. una fotografia della baia di nerano per questo bite che sa unire mare e campagna, alleggerendo i contrasti con mano capace e mente in costante movimento. una creatività solida e lucida regala un goliardico morso di penisola dalla corretta impalcatura stilistica.
da mimì ristorante-pizzeria-rosticceria (sant’agata dei due golfi): peperone ‘mbuttunato. un’esperienza evergreen in equilibrio tra goloso e sano, per un finger di elegante veracità. un pot-pourri di sapori e profumi, solisti a primo acchito ma che formano un coro in perfetta sincronia. un assaggio pieno e ineccepibile, che si muove sulla falsariga della madeleine di marcel proust. riassaggio docet.
smeshamm burger foodconcept (massa lubrense): smash burger, sfilacci di ragù napoletano della domenica, provola e pepe. sblocca il ricordo di bambino questo godurioso panino, che è un viaggio senza tempo nella gastronomia territoriale. rassicurante e intrigante, goloso ma mai ridonante. un plauso al coraggio di giovani abili nel conferire nuove forme alla tradizione, senza perdere il legame con la stessa. impresa ardua, ma pienamente riuscita.
relais oasi olimpia (massa lubrense): bruschettina con stracciata, alici e pomodorini confit. solamente tre ingredienti per un finger inaspettatamente intrigante nella sua semplicità non banale. se il gioco di consistenze è ineccepibile, la lavorazione del pomodorino è da manuale. quintessenza di mediterraneità, è un omaggio senza tempo al territorio. in abbinamento, il cocktail a base di prosecco e infuso di melissa del giardino di proprietà, rende il boccone tridimensionale. un “mangia e bevi” in perfetta armonia, difficile da interrompere!
il vespero (sant’agata dei due golfi): tartelletta homemade alla nerano. una narrazione di costiera sintetizzata in un bite che colpisce per sottile equilibrio e rara abilità esecutiva. perfetta la friabilità ragionata della tartelletta, realizzata con olio extravergine di oliva; evanescente la mousse di formaggi capace di accarezzare il palato senza appesantire la degustazione. questione di feeling e savoir-faire.
hotel jaccarino (sant’agata dei due golfi): polpetta di melanzane; crocché di patate al tartufo bianco; crocché con fiori di zucca, zucchine e fonduta di parmigiano reggiano. un tris da premiare per quel party colorato e fresco che crea una immediata associazione con questi territori. profumi di penisola, ricercatezza di ingredienti locali e nuove forme del patrimonio culinario di quest’angolo di campania, sono i leit motiv di tre finger dal sapore elegantemente “rotondo”. un modo di comunicare valori, storie di famiglia e consuetudini non scontato; una metafora di classicità e contemporaneità ben eseguita che non guasta mai. specie quando trasuda conoscenza del mestiere e passione!
la cena, frutto della collaborazione tra i vari membri dell’associazione ristoratori lubrensi, è stata una celebrazione della gastronomia territoriale. a colpire è indubbiamente la capacità di organizzazione, la cura del dettaglio, lo spirito di profonda cooperazione tra i colleghi, per un risultato ragguardevole. in tavola, un inno alla gastronomia massese sintetizzato in piatti in bilico tra ricordi atavici e spunti contemporanei. l’antipasto, la nostra interpretazione di totano e patate, cambia le regole del gioco e propone un’intrigante contrapposizione tra il crunch del cannolo di patate e la morbidezza del totano in guazzetto leggero. una variazione sul tema che piace per immediatezza gustativa.
il risotto alla parmigiana con praline di fiordilatte è una lettura contemporanea di un piatto iconico della tradizione partenopea. divertente per pensiero, intrigante per sfumature aromatiche.
il trancio di pesce cotto al sale, zucchine alla scapece e cialda croccante, rivela tutto il “manico” nella corretta cottura del pesce e nel dosare i vari q.b.. un perfect blend tra frutti della terra e del mare!
il dessert (crumble all’olio extravergine di oliva massese, gelée di arancia bionda, mousse al cioccolato bianco e limone femminnello, cremoso agrumato) è quintessenza dell’arte dolciaria barocca della penisola sorrentina. una cucchiaiata dal cuore indubbiamente dolce che abbraccia la sinfonia di agrumi autoctoni.
l’associazione ristoratori lubrensi è un progetto d’avanguardia, una storia senza un inizio e una fine, un’occasione per parlare di rinascita, di futuro, di solidarietà, di radici solide ma in costante evoluzione. un team di illuminati, visionari e professionisti, tenuto assieme dal desiderio di aprire nuovi orizzonti allo sviluppo del comune di massa lubrense, seguendo le dinamiche attuali senza mai perdere di vista la più autentica tradizione locale.