Qual è la storia di Ciù Ciù?

L’azienda agricola Ciù Ciù, di proprietà della famiglia Bartolomei, è stata fondata nel 1970 dai coniugi Natalino ed Anna ed è situata a pochi chilometri dalla medievale Offida (AP), una splendida cittadina ricca di eventi e tradizioni. L’impegno e la tradizione dell’azienda, unitamente alla convinzione che il vino debba essere l’espressione più autentica del territorio, danno origine ad una vasta gamma di vini: dai vitigni autoctoni delle Marche Passerina e Pecorino – riscoperti dalla passione di pochi vignaioli – ai più conosciuti Sangiovese e Montepulciano.

È possibile trovare il racconto autobiografico della vita di Natalino Bartolomei, il fondatore dell’impresa agricola Ciù Ciù di Offida anche su Amazon.

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Quando e perché avete deciso di innovare il mondo del Vino?

La nostra generazione, quella mia e di mio fratello Massimiliano, ha cominciato seguendo le buone pratiche di nostro padre ad attuare processi innovativi indirizzati soprattutto alla ricerca della qualità e alla salvaguardia delle radici dei nostri vitigni autoctoni e delle nostre tradizioni. Per noi tecnologia è da intendersi in questo senso, ossia non come sinonimo di industrializzazione, ma di tutela e garanzia della qualità, espressione dell’attento lavoro svolto quotidianamente in vigna.

Qual è la tecnologia utilizzata e come funziona il processo produttivo della vostra cantina?

L’azienda, pur rimanendo strettamente familiare, è aperta ad un gruppo tecnico che da anni si impegna con l’obiettivo di ripristinare l’eredità vitivinicola ed enologica dei vini delle Marche. La cura scrupolosa ai sistemi di coltivazione dei vigneti hanno portato i vini Ciù Ciù a quei vertici di qualità che li hanno resi famosi sia nel mercato nazionale che in quello internazionale.

Siete un’azienda molto innovativa anche nella gestione della comunicazione, quali iniziative avete messo in campo?

Siamo presenti nelle più importanti fiere del settore, organizziamo wine testing e degustazioni in occasione di numerosi eventi in giro per l’italia e all’estero.

Da più di qualche anno abbiamo adottato una strategia di co-marketing con il mondo della moda & style, della gastronomia con chef stellati, a contatto con l’arte e la cultura.

Nel corso dell’ultimo anno abbiamo avviato il progetto #CiùCiùDigital, in sinergia con la startup To Be Srl con l’obiettivo di far conoscere il nostro brand anche al mondo del digitale.

Questo per noi rappresenta una evoluzione importante perché torniamo ad avere un rapporto più diretto con il consumatore finale, com’era in origine quando con mio padre consegnavamo il vino porta a porta. Oggi invece coinvolgiamo l’utente finale tramite uno strumento digitale che gli consente di sapere in maniera smart qual è il punto più vicino dove può trovare i nostri vini.

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Avete grande attenzione al territorio, quanto contano le vostre radici?

I vini Ciù Ciù sono espressione autentica dell’impegno e della tradizione vinicola dell’azienda, frutto di ricerca e qualità sia in vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo naturale di qualità con un “terroir” (microclima, suolo e sottosuolo) unico ed insostituibile.

Le radici sono fondamentali per noi, sia per quanto riguarda i vitigni che noi coltiviamo concentrandoci su autoctoni DOC e DOCG sia perché il vino diventa fonte di promozione oltre che del prodotto anche del territorio stesso. Viviamo il nostro territorio tutto i giorni e comunichiamo la nostra vita ed il nostro lavoro.

Producete anche vino biologico…quali sono le differenze/peculiarità ?

Produciamo vino biologico dal 1996, certificati da circa 20 anni la nostra scelta di bio non è una scelta dettata dal mercato ma quello che noi definiamo un percorso che ci appartiene in termini di coltivazione e scelta agronomica. Non facciamo bio perché va di moda ma per una consapevole scelta agronomica, che serve a salvaguardare i terreni ed il processo produttivo e di conseguenza il prodotto finale.

Qual è il vostro business model e quali sono i mercati a cui vi rivolgete?

Il business model prevede la promozione del vino tramite canale Horeca tradizionale che vede coinvolti bar, winebar, enoteche e hotel sia in Italia che all’estero, dove siamo presenti in Nord Europa, Stati Uniti e da più di qualche anno in maniera importante anche in Asia.

Come è stato accolto il Vostro prodotto sul mercato? Ad oggi quali sono i  numeri?

L’azienda è cresciuta tantissimo negli ultimi anni, ad oggi abbiamo 180 ettari di vigna di proprietà e stiamo facendo diversi investimenti per ampliarla, segno che il mercato accoglie bene il nostro prodotto, i numeri lo confermano. Ad oggi commercializziamo 1 milione e 400 mila bottiglie di vino.

Prossimi step?

Essere nel digitale con #CiùCiùDigital conferma che la nostra azienda si sta affacciando al mondo dell’innovazione, questo progetto ha infatti tra gli obiettivi principali quello di migliorare l’approccio tra produttore e consumatore finale grazie a nuovi strumenti digitali e ad una politica di marketing dedicata.

Abbiamo inoltre lanciato nei giorni scorsi, all’interno del progetto #CiùCiùDigital, una call rivolta a tutti gli innovatori italiani che ospiteremo nelle nostre cantine a Offida il 15 e 16 settembre 2018 per un hackaton di 48h. La sfida è quella di individuare nuove modalità di comunicazione e vendita digitale del vino al consumatore finale tramite un nuovo servizio/prodotto.

Ad ulteriore conferma di quanto per noi siano importanti le radici storiche abbiamo avviato e quasi concluso la ristrutturazione delle cantine storiche, restituendo così alla collettività un bene di grande importanza storico culturale.

 


Walter Bartolomei, 9 gennaio 1975, fin dall’infanzia a contatto con azienda di famiglia. A 14 anni comincia a collaborare all’interno dell’agriturismo di famiglia nella gestione e come cameriere soprattutto durante l’attività estiva. Si forma all’Istituto tecnico di Ascoli Piceno e subito dopo con il fratello comincia a lavorare in cantina.

All’età di 23/24 anni comincia a dedicarsi all’attività promozionale del prodotto in giro per l’Italia. A 30 anni sviluppa con nuovi collaboratori anche i mercati esteri. Ad oggi si occupa dell’area marketing e sviluppo dell’azienda.

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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