Tre sono le caratteristiche di quest’azienda agricola e dei vini Kandea: passione, dedizione e amore per la propria terra: la famiglia Tullio Cataldo è presente sul territorio da generazioni che conduce circa 700 ettari di terreni posizionati tra Puglia, Campania e Basilicata.

L’azienda agricola, ormai si trova sempre posizionata stabilmente ai primi posti a Radici del Sud,  e con il consolidato marchio Kandea da diversi anni miete prestigiosi successi con i suoi eccellenti vini.

 

Nel 2005 Francesco Tullio Cataldo ed i suoi figli, iniziate la vostra avventura nel mondo del vino, ci racconti come?

Con il desiderio di portare alla luce ed in giro per il mondo qualcosa che abbia l’autentico sapore diVino del nostro Sud!

Abbiamo così selezionato solo i migliori 20 ha sui circa 600 della famiglia Tullio Cataldo per piantarvi le Viti ed unire alla sfida imprenditoriale l’amore per il vino, i suoi profumi, colori, sapori, e soprattutto l’amore e la riconoscenza per la nostra terra. 

 

Quali sono le caratteristiche delle terre dove nascono i vostri vigneti?

Sottolineare quanto la qualità dei terreni sia importante nella produzione dei Vini di Qualità è oramai un esercizio retorico, tuttavia sarà un piacere condurvi per mano su alcune delle particolarità del fazzoletto di terra, dai più denominato “terra di mezzo”, sul quale è sorta Kandea con la sua linea di prestigiosi Vini espressione e vanto dell’Azienda.

Il nome, “terra di mezzo”, anche se evoca panorami tolkieniani, è la semplice constatazione della confluenza di tre regioni, con i rispettivi areali, in uno stesso lembo di terra: Il Vulture della Basilicata, Sannio ed Irpinia Campana e la Daunia di Puglia. Qui, nella terra di mezzo, confluiscono l’incredibile ricchezza di minerali del Vulture e quella proveniente dalle montagne dell’Irpinia e del vicino Sannio per effetto del dilavamento secolare dei loro terreni. L’incrocio tumultuoso dei venti caldi della Daunia con quelli freddi dell’Irpinia genera forti escursioni termiche, l’altissimo numero di ore di luce solare diretta ed indiretta che, a 300 metri s.l.m., “bagna” i nostri vigneti, sono solo alcune delle condizioni pedoclimatiche che fanno della “Terra di Mezzo” una terra di confine, unica e ideale per la produzione di Vini di Eccellenza 

Investite molto in innovazione tecnologica e le attrezzature enologiche utilizzate riescono a garantire elevati standard, ci spieghi meglio?

Il nostro mantra prevede sempre il massimo rispetto dell’Uva, signora indiscussa delle Cantine Kandea. Su questa linea si è mossa la scelta di una pressa sottovuoto che esegue pressature soffici e riduce i tempi di contatto fra le bucce ed il liquido sgrondo; ciò permette di ridurre il potenziale ossidabile dei mosti bianchi ottenuti e garantisce una maggiore stabilità nel tempo.

I serbatoi sono tutti in acciaio Inox a temperatura controllata e la riempitrice ci permette di lavorare con gas inerti evitando l’ossigenazione dei vini in fase di imbottigliamento e favorendo una maggiore shelf-life del vino.

Ci serviamo per finire di droni che dall’alto ci illustrano le differenze del terreno aiutandoci in una concimazione mirata ed una successiva parcellizzazione della raccolta a seconda della zona.

Vorrei tuttavia aggiungere che ogni ausilio, per quanto tecnologico, non scalfirà mai l’imprescindibilità della passione, umiltà ed amore per la terra ed i suoi frutti dell’intero team

Kandea che va dal Cantiniere all’Enologo, non senza passare per il gruppo Potatori e tutti coloro che sono parte della vita dell’Azienda (ivi compreso Nerone, la nostra mascotte a 4 zampe: trovatello fuggito da chissà dove! Scelse la nostra cantina oltre 10 anni fa, nel mentre ancora imperversavano i lavori di costruzione…, e non ci ha più lasciati…).

 

Ormai da anni vi posizionate sempre tra i primi in RADICI DEL SUD, come si ottengono questi traguardi?

Con l’assiduità, la costanza, la gioia di vedere nascere le nostre uve e lasciare che il loro vino maturi in bottiglia esprimendo negli anni quegli aromi secondari e terziari che mirabilmente ci parlano del territorio natio che abbiamo selezionato per loro, dei suoi fiumi, monti, venti, del tanto sole e di tutto quanto ne caratterizza l’unicità.

 

Winesurf ha premiato il CHERRUG 2013 IGP DAUNIA con ben 92 punti, un bel risultato, ci descrivi le caratteristiche del vostro Nero di Troia?

Il nome di questo Vino, Cherrug 2013, si rifà al falco sacro di cui si narra nel “de arte venandi cum avibus”, un’opera di valore incommensurabile scritta, qualche secolo fa, da Federico II di Svevia, sulla falconeria. Il logo Kandea, ed il naming dei nostri Vini, ci riportano a quel tempo dove quest’uomo donò alla nostra terra tanta storia da scoprire e da raccontare.  Per descrivere le caratteristiche di questo Vino, Vi riporto allo scritto del maestro Antonio Tomacelli che, nel mentre degusta il nostro Cherrug, ci porta sulle ali del falco:  “Cherrug vola alto e scivola nell’aria con eleganza e piuma leggera da rapace esperto, rotea e corteggia il bicchiere con una manciata di lamponi e frutti neri piccoli. Sa di aria fredda e balsamica, di bosco e macchia. Humus, appena. In bocca è lui, il nero di Troia. Lo riconosci nei suoi tratti somatici: il tannino c’è ma è finissimo, uno dei più belli mai sentiti, come un artiglio finalmente addomesticato. Il colore ricorda il sangue scuro della preda e in bocca è gustoso di ribes, lamponi e cioccolato, come certi dolci assai di moda che uniscono le sensazioni acide e quelle più calde del fondente. Ne voglio ancora nel bicchiere e lo chiedo, non mi capita spesso ma questa volta sono davvero di fronte ad un’epifania. Sto bevendo un nero di Troia dalla forte identità ma non per questo aggressivo. Svuoto il secondo bicchiere, mentre Cherrug vola via: il falco predatore arcigno e potente, è finalmente domo e Antonio Tullio Cataldo ha vinto la sua scommessa.”

Avete altre etichette: 2 rossi (Altavilla ed Aragona), 3 bianchi (Costanza, Biancofiore ed Anais), 1 rosè (Al Malik) ed uno spumante (Bolla d’oro), ci puoi descrivere le loro caratteristiche?

La nostra è la “terra di mezzo”, crocevia di Sannio, Irpinia e Vulture nell’agro di Candela e quindi, il nostro Aglianico, non poteva che essere un condensato di questi areali con i loro biotipi più celebri: polpa e frutto del Taburno, eleganza e tensione acida del Taurasi e l’immediatezza con i tannini setosi tipici del Vulture. Questi sono fusi dalla sapiente mano del nostro enologo in un unico Vino.

Il nostro Aglianico barricato Aragona 2013, si presenta con un “rosso rubino in bella tonalità; naso fruttato, fresco, invitante, impeccabile; colpisce fin dal primo sorso per la sua bevibilità coinvolgente, succoso, tannini maturi e fini bene integrati, frutto e polpa, acidità in sottofondo ben bilanciata” [Roberto Gatti per Wine Taste]

Il nostro Aglianico Altavilla 2015 si presenta invece con “profumi diretti di mora e pepe; la struttura è elegante, giusta, con tannini fitti e dolci: Il finale, poi, è tutto da godere nella sua invidiabile persistenza” [di Pasquale Porcelli per l’inserto “nel bicchiere” – Corriere del Mezzogiorno]

La nostra Falanghina Costanza 2019, si presenta con un “giallo paglierino carico e lucente; il colore che s’intravede nel bicchiere. Dal complesso bouquet che cattura le narici, trasmettendo idilliaci profumi fruttati di melone, pesca, mela verde, mandarino e di esoticità, tonificato poi da infiltrazioni odorose ricche di fiori di limone, ginestra, miele, mentolo e balsamo. In bocca entra un sorso morbido e fresco, sapido ed elegante, pervasivo e avvolgente. Una leggera sensazione di calore permea tutto il cavo orale. Sviluppo gustativo ritmato, seducente, fine, raffinato ed equilibrato. Dal finale lungo e persistente” [di Enrico Malgi per Wine&Food di Luciano Pignataro]

Il nostro Fiano Biancofiore 2015 (annata scelta per i wine lover), si presenta con “tonalità giallo paglierino tendente all’oro; complesso al naso con accenni di albicocca e fiori di acacia mentre al palato si distende in modo pieno morbido e grasso sostenuto da una fresca vena acida. Il finale è tutto da godere: lungo e sapido! [di Pasquale Porcelli per l’inserto “nel bicchiere” – Corriere del Mezzogiorno]

Il nostro Greco Anais 2014 (annata scelta per i wine lover) più volte titolato come “il greco della terra di mezzo”, “mostra tutto il potenziale che questo vitigno possiede! Colore giallo paglierino con accenni dorato classico; l’effetto bottiglia si fa notare con cenni di pietra focaia che si sommano a quelli di ginestra e di cedro maturo. La bocca, in contrasto, sorprende per freschezza giocando di fino su una struttura solida ed elegante che riproduce il quadro olfattivo aggiungendovi un finale sapido con cenni di astringenza tipici del vitigno!” [di Pasquale Porcelli per l’inserto “nel bicchiere” – Corriere del Mezzogiorno]

Il nostro rosato Al Malik 2018, vede l’austerità dell’Aglianico fusa magnificamente con il carattere “ruffiano” della Malvasia in un Vino dal bouquet delicato, fruttato con aromi che ricordano in particolare la fragola ed il lampone!

Per il nostro Spumante millesimato Brut, Bolla D’Oro 2017 abbiamo scelto una delle migliori basi spumante italiane: Uva Bombino; metodo charmat con spumantizzazione lunga per ottenere un Vin de fete dalla grande personalità e dal bouquet intrigante nel quale predominano note di albicocca e pesca bianca con intromissioni nel finale di fiori bianchi (zagara) e frutta secca. Alla degustazione si esprime con rotondità e pienezza uniche ed originali esaltate da un perlage fine e persistente.

 

Sappiamo che state per presentare anche un passito, ci puoi svelare qualcosa?

Ma non era un segreto?

Il suo nome è “Tarì“, la prima moneta aurea coniata al tempo di Federico II di Svevia. L’Etichetta riporta in rilevo i caratteri della moneta tarì che in arabo significa “fresco”. Da qui il nostro Tarì, 100% Uva Moscato, appassimento dei grappoli sulla pianta e passaggio in legno, per avere un vino solare, della più grande tradizione dei passiti del Sud Italia. 

Colore ambrato con riflessi giallo-arancio che rimandano ad un tramonto sul mare. Grande personalità olfattiva gestita da ricordi di albicocca, fico secco, dattero, miele e scorze di arancia, con leggere intromissioni di fiori di zagara ed erbe aromatiche nel finale.

 

Facciamo un gioco, abbinate le vostre etichette con dei piatti?

Il rosato Al-Malik è certamente delizioso per aperitivi.

Il nostro Spumante Bolla D’Oro è sicuramente il compagno ideale di tutto il pasto, dai finger food ai crudi di pesce, quali carpacci e tartare; si esalta particolarmente con crostacei e molluschi.

La falanghina Costanza si presenta perfetta come aperitivo e con antipasti a base di frittura di pesce e verdure. Ottimo l’accoppiamento con insalate di mare e piatti di cucina mediterranea a base di pesce. 

Il Fiano Biancofiore è un fedele compagno di piatti strutturati ricchi di sapori, antipasti di pesce e frutti di mare, zuppe, piatti a base di carne bianca e formaggi freschi.

Il Greco Anais si abbina tanto a piatti dal gusto deciso, quanto a complessi antipasti e primi speziati, crostacei e piatti anche elaborati, nonché alle classiche minestre di legumi o piatti freddi; Indicato con secondi a base di pesce, e carni bianche.

l’Aglianico Aragona ideale con primi piatti con ragù di carne, agnello alla brace e selvaggina.

Il Suo fratello minore Altavilla (stesso vitigno ma senza passaggio in legno) è Vino a tutto pasto, ottimo con antipasti di salumi, affettati e formaggi stagionati. 

Il Nero di Troia Cherrug, si abbina bene con molti piatti a base di carne, anche in preparazioni saporite o speziate, fino anche a piatti di selvaggina come pappardelle alla lepre o cinghiane. Ottimo con piatti quali l’agnello in agrodolce, la faraona ripiena e arrosto, petto d’anatra con anice stellato e formaggi di grotta. 

L’ abbinamento ideale per Tarì è certamente con la pasticceria, specie quella secca o a base di mandorle. Molto indicato anche con formaggi erborinati, caprini ed ovini morbidi; indimenticabile con foie gras, rigorosamente di oca, e pan brioche.

 

Come potrebbe sintetizzarsi il vostro modo di vedere il mondo del vino?

Noi non siamo, né vogliamo essere, un’industria del vino; noi amiamo essere artigiani del Vino dalla terra al calice e riteniamo che al di là delle capacità imprenditoriali occorre sempre passione dedizione ed amore per portare le tue scelte e stile di vita in una bottiglia.

 

Quali sono i Vs progetti futuri?

Goderci il presente e, forti del nostro passato, rinvenire nello sguardo compiaciuto di chi ci degusta l’entusiasmo per il futuro!

Luigi Cristiani

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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