Scoprire il Piemonte attraverso le sue zone vitivinicole può rivelarsi alquanto affascinante.

Soprattutto se questa conoscenza passa da alcuni dei vitigni più antichi della regione.

Protagonista in questo caso è la Freisa, vitigno che condivide l’85% del patrimonio genetico con il più famoso nebbiolo. La parentela è confermata dagli studi condotti da Anna Schneider e Vincenzo Gerbi che hanno messo in evidenza come il legame, oltre che genetico, sia anche pratico e accomuna i due vitigni sia sotto il profilo antocianico che polifenolico.

Un vitigno antico e pregiato dalle mille sfaccettature, che racconta di suggestivi paesaggi langaroli, dal Monferrato al torinese e che, in seguito alla sua riscoperta, grazie alla versatilità che lo caratterizza, si presta a diverse interpretazioni, spesso legate alla zona di produzione.

Si va dalle versioni più snelle vinificate completamente in acciaio a quelle più strutturate grazie al passaggio in legno, fino a quelle affinate in anfora. E ancora vinificazioni in rosso, frizzanti e vivaci per le versioni d’annata ma anche vinificazioni in bianco per interessanti spumanti metodo classico.

Anche da questa poliedricità nasce nel 2019 l’Associazione Più Freisa. Con l’intento di identificare uno stile comune alle varie interpretazioni della Freisa, che aiuti a rendere più riconoscibile questo vitigno.

L’associazione si propone inoltre di tutelare, promuovere e valorizzare questo antico vitigno partendo dalla conservazione del territorio e della cultura locale. Anche al fine di promuovere il turismo nazionale e internazionale.

Insieme alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino è stato intrapreso un percorso mirato ad elevare la qualità delle produzioni per ottenere un vino equilibrato, persistente, con una buona struttura e idoneo all’invecchiamento.

Solitamente al bicchiere si presenta con una carica polifenolica, tannini complessi e buona acidità che sostiene anche lunghi periodi di invecchiamento.

Le note fruttate sono un’altra costante che accomuna le varie espressioni della Freisa. Nelle versioni destinate ad un consumo più immediato si ricorre spesso alla macerazione carbonica che esalta questa caratteristica. Alle più strutturate e longeve invece è solitamente riservato un passaggio in botte grande. 

L’Associazione Più Freisa, insieme al Consorzio Barbera D’Asti e Vini del Monferrato di cui fa parte, ha partecipato al Vinitaly 2022 con l’obiettivo di portare a conoscenza del grande pubblico il progetto. Il gruppo, che conta 20 produttori, in questi 3 anni nonostante la pandemia ha guadagnato una certa visibilità. 

In questa occasione abbiamo avuto modo di degustare due diverse interpretazioni di Freisa. Una dell’azienda La Montagnetta di proprietà di Domenico Capello, presidente dell’associazione, l’altra di Tenuta Tamburnin.

Anphora Freisa

“Anphora” 2019 è uno dei vini che Domenico Capello ha proposto in degustazione e che deve il suo nome all’affinamento di un anno in anfore di terracotta.

100% freisa per un vino al quale, dopo circa 20 giorni di macerazione sulle bucce viene aggiunto un 10% di uve sovramature (rigoverno alla toscana). In questo modo il carattere fresco e fruttato viene conservato anche in affinamento. In seguito viene sottoposto a fermentazione malolattica e a 12 mesi in anfore toscane.

Tutto ciò dona un calice dal colore rubino, fresco e sapido con note di frutta rossa, spezie e qualche sentore di tostato. Una espressione davvero ben riuscita della lavorazione del vitigno.

Le 3 Seuri Freisa1

Per Tenuta Tamburnin abbiamo provato invece Le 3 Seuri (sorelle) 2018, anche questo da Freisa 100%. Le tre sorelle in questione sono le figlie del titolare dell’azienda. A loro viene dedicata questa etichetta prodotta da vecchie vigne di 72 anni, che offrono una bassissima resa per un prodotto di ottima qualità.

Il processo di vinificazione de “Le 3 Seuri” non prevede acciaio ma legno di rovere. Solo legno dalla macerazione alla fermentazione malolattica fino all’affinamento di circa 20 mesi. Viene completato con un periodo in bottiglia e si presenta con un colore rosso rubino con riflessi granato, sentori di frutta rossa e spezie. Il tannino è reso più morbido dalla lunga permanenza in botte grande. 

È una versione superiore di Freisa DOC, espressione elegante di un grande territorio in piena rivalutazione.

Freisa Vinitaly

I soci dell’Associazione Più Freisa, che hanno unito le forze per una promozione congiunta, ad oggi sono: La Montagnetta, Adriano Marco e Vittorio, Azienda Agricola Roggero, Azienda Agricola 499, Azienda Agricola Valente Fea, Cantine Balbiano, Ca’ del Prete, Cantina Domanda, Cascina Gilli, Cascina Quarino, Crotin 1897, Garrone Evasio e Figli, Erede di Chiappone Armando, Mariotto, Monteruello, Pianfiorito, Stefano Rossotto, Tenuta Tamburnin, Tenuta Santa Caterina, Terre dei Santi.

Anna Orlando

Maturità classica, laurea in giurisprudenza, avvocato da oltre 15 anni. L'interesse per la cucina e per il cibo nasce dall'aver osservato in silenzio prima una nonna e poi una mamma ai fornelli. L'essere...

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