Edoardo Sandri, classe 1984, verace fiorentino, inizia la sua carriera nel mondo dei bar nel 2004, lavorando in bar e locali del suo quartiere della città. Inizialmente orientato verso gli studi universitari di lettere, lascia a pochi esami dalla fine per seguire la sua grande passione: la miscelazione. A fine 2008, dopo una parentesi di Bartending prima a Roma e dopo a Fiesole, arriva nel team di Four Seasons Hotel Firenze prima nel settore di banchettistica, e poi finalmente all’Atrium Bar. Qui, sotto l’egida e gli insegnamenti del vice Bar Manager Luca Angeli prima, e del precedente bar Manager Massimiliano Prilli poi, sviluppa la sua passione e curiosità per la miscelazione fino a diventare il Bartender principale dell’hotel. Adesso lavora sotto il Bar Manager Tommaso Ondeggia.

La passione di Edoardo Sandri, che gli ospiti possono incontrare ogni giorno dal pomeriggio a notte fonda, è il suo lavoro. Il suo cocktail d’elezione è l’ultraclassico e italianissimo Negroni, indiretto punto di partenza della scelta di non esser mai banali. Per le sue preparazioni, Edoardo impiega molto del suo tempo alla ricerca degli ingredienti perfetto, spesso non convenzionali, legati al territorio e non, non limitandosi a lavorare con gli alcolici, ma spaziando dalla cucina ai succhi di frutta, passando se serve dall’acqua di vongole al tartufo. Non si pone limiti né olfattivi né di gusto, con l’obiettivo di diventare sapori liquidi le sensazioni, i gusti, le immagini.

Ciao Edoardo ci racconti come ti sei avvicinato al mondo della mixology?

Nel 2003, al termine del liceo, per caso in discoteca mi colpì l effetto cromatico di un long drink , che andava all’ epoca ( Tequila Sunrise), e il giorno dopo corsi in libreria a comprare dei libri sul mondo dei cocktails. 

Sei head bartender di Atrium Bar, il locale dentro il Four Seasons Hotel di Firenze, ci racconti qualcosa in più?

 Si e’ un motivo d orgoglio forte da parte mia, fin dal momento che vidi per la prima volta l Atrium Bar nel 2008, ne rimasi talmente colpito, che fantasticai che sarei voluto essere dietro quel banco. E step dopo step ci sono arrivato. Ne sono diventato primo barman dal 2013, titolo poi tramutato in Head Bartender. E’ un bar a 360 gradi , si parte dalla piccola colazione la mattina, passando da un light lunch, per poi proseguire con un bellissimo afternoon tea. Il cuore pulsante e’ soprattutto la miscelazione dall’ aperitivo all’after dinner. 

Quali sono i vostri best seller?

Ogni anno elaboriamo un nuovo menu, gli ultimi anni sotto forma di book, e ogni anno escono un paio di best seller. Essendo a Firenze, siamo popolari per i nostri Negroni. Siamo stati tra i primi in Italia a fare invecchiamenti in botte e ad avere un Negroni Trolley per farne ‘sartorialmente’ direttamente al tavolo al cliente. 

Come nasce un nuovo drink?

Prima creiamo sempre un concept e poi ci ricolleghiamo creando una connessione tra drink e concetto. Ci piace uscire dagli schemi , affrontando tematiche, hobbies e attualita’ , non parlando per forza solo di Bar

Quale tecnica di miscelazione preferisci?

Red Hot Poker e Nitro all’estremo, shake and strain o gallone nel classico

Ma quanto spazio ha la creatività nel tuo lavoro?

 Veramente tanto. Sono una persona introversa, ma tramite questo lavoro riesco a tirare fuori la mia parte  estroversa. 

Qual è il cocktail che preferisci bere e quello che preferisci realizzare?

Risposta banale, ma essendo di Firenze il Negroni.  Da preparare sicuramente i nostri signature, ma se mi trovo oberato di comande, anche il tanto discusso Spritz, ogni tanto fa comodo

E il distillato che preferisci miscelare?

Mi piacciono i flavours dark e cupi, magari con contrasti caraibici, pero’ devo far attenzione a cio’ che piace a me che magari puo’ risultare troppo complesso per il cliente

Cosa pensi della diffusione dei ready to drink?

Ti dico la verità e’ un trend o necessita’ che chiaramente e’ venuto fuori con l’ asporto, pero’ non l ho seguito in prima persona, quindi non saprei risponderti troppo. Penso che sia necessita’ per l‘Ho.re.ca, un po’ meno per la G.d.o. 

A tuo parere, cosa non può mancare in un bar, a livello di servizio, di attenzione?

Il nostro bar fa parte di una corporate che fa degli standard di servizio e l’attenzione il suo cavallo di battaglia. La cura al dettaglio e il touch col cliente devono esser parte integrante dell’hospitality anche piu di un drink o un piatto. 

 

Credi che cambierà qualcosa nel settore dell’hospitality dopo la pandemia?

 Realmente non so risponderti, sicuramente si, ma tutto il mondo sta cambiando, noi compresi

 

Progetti per il futuro?

Tornare a finire un paio di scarpe a settimana dietro l’Atrium. Abbiamo voglia, grinta e determinazione per raggiungere determinati obiettivi. 

Stiamo ultimando la lista 2021/22, sarà un conventional ma allo stesso tempo classica ed elegante , come la mia e nostra idea di miscelazione

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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