Due giorni di incontri, masterclass e approfondimenti che hanno segnato l’inizio di un nuovo esaltante capitolo, per il settore del craft distilling, ossia della micro-distillazione artigianale. La fiera “DISTILLO” dedicata alle attrezzature del comparto ha chiuso ieri i battenti alle Officine del Volo di Milano con un bilancio da record: ben 800 ingressi in due giorni, con appassionati e addetti ai lavori provenienti da tutte le regioni d’Italia ma anche da altri Paesi europei. Le dodici masterclass allestite da Craft Distilling con interventi di distillatori e tecnici del settore sono andate sold out: “La vera sorpresa – spiegano gli organizzatori, Claudio Riva e Davide Terziotti – è stato registrare così tanto interesse anche verso le sessioni più tecniche, che in alcuni casi hanno visto oltre 120 persone partecipanti”.

Scopo dell’appuntamento, rivolto sia agli addetti ai lavori della filiera della distillazione sia a coloro che – in numero sempre crescente – intendono avvicinarsi al mondo del rame e degli alambicchi, era quello di avvicinare l’artigianalità alle nuove tecnologie. E la tendenza che emerge con chiarezza da “DISTILLO” racconta di un movimento che in Italia è ancora agli esordi ma è pronto a esplodere, replicando il boom delle birre artigianali di qualche anno fa: “A giudicare dal feedback ottenuto nei due giorni di fiera tra coloro che si sono dichiarati propensi ad aprire una distilleria – spiegano ancora Terziotti e Riva – possiamo affermare che almeno un 25% dei partecipanti è seriamente intenzionato a far partire un progetto, se non ha addirittura già iniziato a compiere i primi passi in questa direzione”.

“Dopo decenni di chiusure – spiegano ancora Claudio Riva e Davide Terziotti, fissando un obiettivo ambizioso – stimiamo che in Italia possano aprire circa 200 nuove distillerie entro il 2030”. Considerando che per aprire una micro-distilleria artigianale sono necessari investimenti iniziali compresi tra i 60 e i 200mila euro, è possibile individuare in “DISTILLO” un volano di sviluppo capace di generare un indotto di circa 100 milioni di euro nei prossimi anni. Abbiamo piantato il seme nell’autunno 2020 con una conferenza nazionale sull’argomento, e DISTILLO rappresenta il primo germoglio di un movimento in netta crescita. Il settore è rimasto a lungo stagnante, ha lavorato sulle ricette dei nonni senza metterci brio. La diffusione delle distillerie nata nelle valli alpine italiane – aggiungono – è stata trasferita nelle aziende medio-grandi a scapito del piccolo produttore. Adesso il sistema sta finalmente spingendo per far ritornare l’arte della distillazione come patrimonio pubblico”.

Nata come una fiera di respiro italiano, con la partecipazione di ben nove produttori di alambicchi, “DISTILLO” è già diventato l’evento di riferimento dell’intera area mediterranea per il mondo della distillazione artigianale. Dalla formazione alle materie prime, dalle tecnologie di produzione fino al packaging, negli stand di “DISTILLO” gli espositori si sono confrontati con imprenditori interessati ad aprire o sviluppare la propria distilleria. Le conferenze e i seminari andati in scena nei due giorni – alcuni dei quali allestiti insieme alla guida ‘Spirito Autoctono’, con cui la partnership guarda già al prossimo anno – hanno dato modo di incontrare i maggiori esperti italiani e internazionali. Un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e contaminazione, un luogo di incontro e di nuove opportunità per riflettere sul mondo dei distillati artigianali e lanciare anche in Italia quel grande interesse già in atto a livello globale.

A organizzare “DISTILLO” è Craft Distilling azienda dei guru Claudio Riva e Davide Terziotti, e non è un caso che la fiera faccia il suo debutto nel nostro Paese proprio in un periodo storico così delicato. Se il craft distilling è infatti partito dagli Stati Uniti, dove si contano oltre 2.000 realtà attive, anche in Europa si sta velocemente espandendo: l’Inghilterra ha superato la Scozia per numero di distillerie, con un tasso di aperture di circa una a settimana, e in Francia si sono abbondantemente superate le 250 unità. Anche in Italia sono già nate le prime strutture e si comincia respirare tanta euforia, con un tasso di crescita elevato e una stima di almeno 20 nuove distillerie nel 2022.

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Redazione Foodmakers

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