Differenziarsi. Questa la chiave del ristorante “Roji Japan Fusion Restaurant” situato a Nola – Napoli, un’area ricca di storia e di contaminazioni imprenditoriali.

Il protagonista della mia intervista è Giovanni Napolitano, un brillante imprenditore campano che a dispetto della sua giovane età vanta tanta esperienza e soprattutto quel “quid” mentale che è un misto di genialità e follia.
Abbinare i noodles orientali alla mozzarella, oppure il sushi giapponese a un contorno tipicamente italiano: questo è, in estrema sintesi, il significato della cucina fusion. Un termine che fa riferimento proprio alla combinazione tra ingredienti e ricette di tradizioni culinarie anche lontane (non solo geograficamente) che in questo modo consentono di realizzare piatti nuovi che uniscano e “fondano”, appunto, il meglio dai Paesi di provenienza.
Creare un luogo così ricercato dedicato al “food” e sposare sapori diversi e design non è da tutti.
Lui e il suo staff ci sono riusciti perfettamente tanto da creare una vera e propria tendenza.

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Allora Giovanni come si fa a far convivere due cucine millenarie, la mediterranea e quella giapponese, diametralmente diverse ma che poi nei vostri piatti si sposano alla perfezione?

Si dice che la riuscita di un piatto dipenda in buona parte dal pensiero che si rivolge al destinatario durante la preparazione.
E’ per questo motivo che possiamo affermare, a grandi linee, che la cucina è sicuramente tecnica e conoscenze ma anche: amore per le materie prime, per il territorio che le genera, riconoscenza verso chi ci ha indottrinato alla preparazione, voglia di trasmettere e far pervenire la propria passione.
La cucina, così come l’amore, ha molteplici forme.
Chi la esprime diffondendo queste emozioni non può vincolarsi a stili, costumi e tradizioni ma spazierà attraverso tutte le sue sfaccettature fino a goderne di ogni minima sfumatura.
È questa la filosofia del Roji: la volontà di trasmettere emozioni nel rispetto non solo della tradizione giapponese ma di tutta la cucina in generale, equilibrando le due e più filosofie culinarie in un nuovo segmento enogastronomico.

Da dove vi è nata l’idea e come l’hai interpretata personalmente?

L’idea nasce dal pensiero condiviso di tutti i soci nel voler realizzare qualcosa di importante e degno di nota nel campo della ristorazione .
Personalmente forte dei viaggi nel Sol Levante e da sempre appassionato di questo paese ricco di storia cultura e tradizioni molto divergenti da quelle occidentali posso affermare che il territorio campano, fatta eccezione per alcune realtà, sia sprovvisto di una vera autentica offerta giapponese o meglio presenta solo una piccola parte di essa, quella che maggiormente si sposa con  i nostri palati mediterranei abituati a sapori più sapidi e rassicuranti.
Dunque anche in prospettiva di una riuscita aziendale e nel rispetto di una tradizione nipponica troppo spesso stravolta e depauperata della sua maestosa ritualità, abbiamo volutamente e palesemente investito in una scelta enogastronomica che rappresentasse una realtà nuova ed autentica che annoverasse tra le frecce del proprio arco una maggiore appetibilità sia ai palati meno avvezzi alla materia giapponese, sia in coloro che avessero voglia di sperimentare nuovi sapori.

 

Gianluca NapolitanoColpisce, tanto, in positivo la tua figura; un “oratore” nello spiegare la storia e la natura delle singole preparazioni segno evidente di una grossa “palestra” maturata sul campo. Puoi raccontarmi come riesci a coniugare tutto questo?

Da qualche anno mi sono immerso nel mondo del food cercando di fare mia la materia e sviluppando le giuste competenze qualificandomi nel ramo della cucina e poi del servizio di sala; solo dopo qualche periodo ho intrapreso l’attività ristorativa.
Come un’atleta, ogni giorno alleno il mio grado di conoscenza attraverso la ricerca e la pratica. Insieme al mio staff lavoriamo costantemente sugli errori per migliorare e dare al cliente un servizio ogni volta migliore del precedente.
Il motore di tutto questo è senza dubbio la passione.
Come sottolineato nella domanda ritengo particolarmente importante che all’interno del Roji  l’esperienza in tavola parta dalla descrizione dei piatti e delle materie prime utilizzate, poiché in tal modo si riesce a dare una proiezione della pietanza servita e al contempo stimolare la “memoria degustativa” nel riconoscere i vari sapori più inconsueti. Aggiungo inoltre che condividere e divulgare queste informazioni è il nostro compito sia in risposta alla capacità di acquisizione e trasformazione delle materie sia nel rispetto e nella trasparenza del consumatore finale.

Roji, un luogo dove food e design si sposano in maniera armonica ma soprattutto l’unico ristorante di questo genere ad avere due chef stellati contemporaneamente.

Una perfetta pianificazione rappresenta il punto focale di ogni attività anche se a fare la differenza sono poi i dettagli e la capacità delle risorse umane impiegate in essa. Ad oggi come hai sottolineato siamo l’unico ristorante di questo genere ad avere due chef alla guida di un’unica brigata di cucina e a questa unione di forze ma soprattutto alla loro capacità di completarsi e stimolarsi vicendevolmente dobbiamo in buon parte la nostra fortuna.

Sei giovane, vanti tanta esperienza e ti si legge negli occhi che il futuro per te è un’opportunità. Cosa ti senti di consigliare ai giovani imprenditori che vogliono oppure hanno appena debuttato nel difficile settore del “food”.

Rispetto al ventennio passato l’Italia non rappresenta più un paese ricco di opportunità; spesso è difficile fare impresa a grandi livelli figuriamoci, poi, per le piccole attività ristorative soffocate dalla pressione fiscale e dalle crescenti dinamiche concorrenziali. Oltretutto queste problematiche non hanno permesso di valorizzare a pieno le varie figure professionali specializzatesi nel settore. Ciò nonostante voglio dire a tutti giovani imprenditori di rimboccarsi le maniche, di dare sempre il 100% e se non bastasse di fare ancora di più.
Circondatevi di persone che credono in voi. Ho imparato a mie spese che non c’è nulla di male nel “correre dietro i sogni” e nulla di così appagante come afferrarli. Provateci ogni giorno, formatevi, segnate un profondo solco tra chi lo fa per professione e chi per business.
La costanza nel tempo sarà ciò che vi distinguerà da chi ci ha provato e da chi infine ce l’ha fatta.

Quali sono gli sviluppi futuri del Roji ed i tuoi prossimi obiettivi.

Il Roji oggi, forte del lavoro di un team giovane e ambizioso è una realtà in costante crescita e spero sia così anche negli anni a seguire.
Più che al futuro c’è una costante attenzione al presente, dove solo attraverso il lavoro profuso con impegno e dedizione si potranno porre le basi per un eventuale prossimo progetto.

Antonio D'amore

Sono nato a Napoli, una sera di luglio verso la fine degli anni settanta. Cresciuto a pane e motori, sono da sempre la mia grande passione. Prima le auto e poi le moto hanno occupato gran parte dei...

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