Il caffè è sicuramente una bevanda tra le più diffuse e amate al mondo. Ormai quasi tutti, per iniziare al meglio la giornata, si fermano in caffetteria per bere una tazzina corroborante.

Ma qual è la storia della macchina da caffè espresso professionale?

Le sue origini risalgono alla fine dell’Ottocento. Quando, l’industriale torinese Angelo Moriondo, del quale si è recentemente festeggiato il 171esimo compleanno, ottenne e registrò il brevetto.

Venne progettata come macchina del caffè istantaneo. Era infatti in grado di sfornare tazzine della gustosa bevanda in grandi quantità e nel giro di pochi minuti. Andando a dimezzare i tempi di attesa per la sua preparazione.

Angelo Moriondo apparteneva a una famiglia di imprenditori. Un suo antenato, già alla fine del XVIII secolo, ottenne dalla corte sabauda una licenza per produrre il Vermouth. Il padre, con il fratello Agostino e il cugino Gariglio, fondò la nota fabbrica di cioccolato “Moriondo & Gariglio”

Seguendo le orme familiari, anche Angelo fu molto impegnato in attività legate al settore alberghiero che ebbero un grande successo.

In particolare, con l’acquisizione a Torino del Grand-Hotel Ligure, nella centralissima piazza Carlo Felice, e dell’American Bar nella Galleria Nazionale di via Roma, sentì l’esigenza, di creare una macchina per la produzione del “caffè istantaneo”, così da offrire alla frettolosa clientela un servizio rapido ed efficiente.

Venne presentata a Torino, in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884. Si trattava di una struttura in rame e bronzo, alta circa un metro che aveva una forma a campana, come riportato in un articolo della Gazzetta Piemontese del 24 luglio dello stesso anno.

Era in grado di preparare fino a trecento tazze di caffè a vapore in un’ora. Composta da una caldaia verticale, conteneva 150 litri d’acqua, che era portata ad ebollizione dal calore emanato da delle fiammelle di gas poste sotto il cilindro.

Per mezzo del vapore che si generava, grazie ad una serie di complessi congegni, in pochi minuti si potevano produrre numerose tazze di caffè in una volta.

La macchina di Moriondo ha costituito per il suo tempo una vera rivoluzione, rappresentando un’attrezzatura all’avanguardia, con la caldaia dotata di tutti i controlli, come il livello dell’acqua e la pressione del vapore, nonché di valvola di sicurezza.

Più o meno nello stesso periodo storico nasce in Italia anche la nostra prima caffettiera.

L’ispirazione si ebbe sulla base dell’invenzione del francese Morize. Il prototipo giunse in Italia, per la precisione a Napoli, dove fu perfezionato ed ebbe un grande successo. Tanto da essere all’unanimità identificato come Caffettiera Napoletana, o Cuccumella.

Qualche decennio più tardi, nel 1933, l’imprenditore Alfonso Bialetti, proprietario di un’impresa che si occupava di alluminio, ebbe una geniale quanto fortunata intuizione, che cambiò per sempre il modo di fare il caffè. Inventò la caffettiera moka, anche chiamata, in suo onore, caffettiera Bialetti, entrando a pieno titolo nelle case di tutti gli italiani.

Dove, ancora oggi nonostante il diffondersi delle macchine automatiche a cialda, risulta il metodo tradizionale più usato per assaporare un buon caffè a qualsiasi ora della giornata.

Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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