La magia della birra che nasce a Napoli

Immagina di camminare tra i vicoli di Napoli, con l’odore della pizza che si mescola al profumo del mare. Ora, aggiungi un altro aroma: quello della birra artigianale napoletana, fresca, dorata e prodotta con amore sotto il sole del Sud. È qui che nasce il Birrificio Artigianale Napoletano, un’eccellenza tutta partenopea che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità.

Dietro le sue bottiglie, c’è una storia di famiglia, di resilienza e di passione autentica. Ce la racconta Mario Caso, fondatore e anima di un birrificio che, in pochi anni, è riuscito a conquistare un posto unico nel panorama brassicolo europeo.


Dalle radici familiari al sogno brassicolo

La storia del Birrificio Artigianale Napoletano inizia più di cinquant’anni fa. Non come birrificio, ma come azienda di distribuzione fondata dal nonno di Mario. Un’impresa solida, radicata nel territorio campano, che nel tempo ha visto cambiare mercati e gusti.

Nel 2019, Mario e la sua famiglia decidono di fare il grande passo: non più solo distribuire birra, ma produrla, con un’anima tutta napoletana.
Nasce così un progetto che unisce innovazione tecnologica e artigianalità, con l’obiettivo di creare una birra capace di raccontare Napoli attraverso i suoi sapori, il suo calore e la sua identità.

“Volevamo un prodotto che parlasse di noi, del nostro territorio, della nostra napoletanità,” racconta Mario. “Abbiamo scelto di creare la nostra birra artigianale, fatta col cuore e col sole di Napoli.”


La birra col sole di Napoli: un claim che racconta un’anima

Il claim dell’azienda — “La prima birra prodotta col sole di Napoli” — non è solo una trovata di marketing, ma un manifesto di filosofia produttiva.
Il birrificio è infatti alimentato da oltre 2000 metri quadri di pannelli fotovoltaici, capaci di generare circa 200 kW di energia pulita. Tutto il processo produttivo avviene grazie a questa fonte rinnovabile, rendendo la birra davvero “illuminata” dal sole partenopeo.

“Abbiamo un’attenzione maniacale per la sostenibilità,” spiega Mario. “Il nostro territorio merita rispetto. Napoli è una città meravigliosa, ma troppo spesso bistrattata. Noi vogliamo valorizzarla anche con un’industria pulita e responsabile.”

L’energia solare alimenta non solo le macchine, ma anche la visione del birrificio: quella di un’azienda che guarda al futuro con consapevolezza ambientale e amore per le proprie radici.


Un birrificio che parla napoletano

Napoli non è solo la sede del birrificio: è la sua essenza.
Ogni bottiglia, ogni etichetta e ogni aroma raccontano qualcosa della città — dalla sua resilienza alla sua gioia di vivere. Le birre nascono con nomi e storie che rimandano ai luoghi simbolo della Campania: Procida, Capri, Ischia, Sorrento.

Il sogno di Mario è semplice e ambizioso allo stesso tempo: portare Napoli nel mondo attraverso la birra.
Oggi il birrificio produce e distribuisce in tutta Italia e in parte dell’estero, con un mercato focalizzato sull’Ho.Re.Ca. — ristoranti, bar e soprattutto pizzerie.
“La pizza è la nostra alleata naturale,” sorride Mario. “Le nostre birre sono talmente versatili che si abbinano perfettamente a ogni tipo di pizza, dalla Margherita alla Diavola.”


Un’azienda 4.0 nel cuore del Sud

Nel 2019, alla nascita del birrificio, arriva un riconoscimento importante: è il primo birrificio in Italia a essere completamente automatizzato secondo i principi dell’Industria 4.0.
Un risultato straordinario per un’azienda del Sud, che dimostra come innovazione e tradizione possano convivere armoniosamente.

Cosa significa “non toccare mai la birra”? Significa che ogni fase del processo — dalla fermentazione all’imbottigliamento — avviene in ambienti sterili e automatizzati, senza contaminazioni esterne.
“Minimizzare il contatto umano è fondamentale,” spiega Mario. “Non perché manchi l’artigianalità, ma per proteggere la purezza del prodotto.”


Un processo produttivo automatico e puro

Entrare nello stabilimento del Birrificio Artigianale Napoletano è come visitare un laboratorio di precisione svizzera… con il calore napoletano.
Le bottiglie vengono lavate e sterilizzate tre volte, anche se già certificate. Poi, a 2°C, la birra viene imbottigliata, schiumata e tappata in un ciclo perfettamente calibrato.

Uno dei momenti più affascinanti del processo è lo shock termico: un getto di vapore a 95°C che rimuove ogni traccia di ossigeno dalla bottiglia, garantendo una birra stabile, sicura e non ossidata.
“Questo ci permette di bere la birra anche direttamente dalla bottiglia,” spiega Mario. “È un piccolo dettaglio tecnico, ma fa una grande differenza nella qualità.”


La cura maniacale della qualità: 70 controlli per ogni bottiglia

La birra napoletana non nasce per caso. Ogni lotto è sottoposto a ben 70 controlli di qualità lungo tutta la catena produttiva.
Dalla temperatura alla pressione, dal peso alla sterilità del contenitore, nulla viene lasciato al caso.

“È la parte più bella e più delicata del nostro lavoro,” racconta Mario. “Anche se siamo un birrificio artigianale, vogliamo garantire standard qualitativi perfetti. La qualità è la nostra ossessione positiva.”

Alla fine del processo, un robot “braccio osmotico” confeziona i pallet, mentre un sistema di pesatura automatica controlla ogni bottiglia.
Un equilibrio perfetto tra artigianalità e precisione industriale.


La centrifuga che rispetta la tradizione

Il birrificio, pur essendo altamente tecnologico, rimane fedele ai principi dell’artigianalità.
Le birre non vengono filtrate né pastorizzate, ma passano attraverso una centrifuga che elimina i residui di lievito e le impurità naturali.
Questo processo permette di mantenere intatti i profumi e la corposità tipica della birra artigianale, ma con un gusto più pulito e piacevole.

“È un sinonimo di artigianalità, ma anche di attenzione al dettaglio,” spiega Mario. “Vogliamo che la birra sia autentica, ma anche piacevole da bere.”


Il cuore pulsante: il propagatore di lieviti madre

Arriviamo al cuore del birrificio, quello che Mario chiama affettuosamente “la mamma”.
Il Birrificio Artigianale Napoletano è l’unico in Europa a possedere un propagatore di lieviti madre interno, una macchina che mantiene viva e rigenera la cultura di lievito usata nella fermentazione.

Gli altri birrifici acquistano i lieviti all’esterno. Qui, invece, i lieviti vengono “coccolati” e cresciuti come figli.
“È come il lievito madre della pizza,” dice Mario con orgoglio. “Ci prendiamo cura dei nostri lieviti ogni giorno, per garantire una birra sempre viva e coerente nel gusto.”


Dal laboratorio alla bottiglia: la scienza dietro la birra

In questa parte del birrificio entra in scena Mena D’Ambrosio, biologa e quality manager.
Nel laboratorio interno, Mena e il suo team controllano ogni fase della fermentazione e della propagazione dei lieviti.


Il lievito madre viene inoculato non in base ai litri, ma al numero di cellule vive, una scelta che garantisce fermentazioni sicure, costanti e naturali.

Le analisi non finiscono qui: ogni lotto di birra viene testato anche dopo l’imbottigliamento, per verificare l’assenza di contaminazioni e la corretta presenza di antociani e polifenoli, sostanze naturali che apportano benefici alla salute.


Le edizioni limitate: quando la birra racconta una storia

Tra le pareti del birrificio campeggiano bottiglie colorate e uniche: le edizioni limitate.
Ogni anno nasce una nuova birra che celebra un evento, una vittoria o un simbolo della napoletanità.
C’è la “Resilienza”, nata nel 2019 durante la pandemia, simbolo di forza e speranza.
Poi la “Procida”, dedicata all’isola capitale della cultura, e la birra dello Scudetto, creata nel 2023 per celebrare la vittoria del Napoli dopo 33 anni.
E ancora, la birra di Natale, una Belgian Strong Ale che racchiude la dolcezza e la magia del Natale napoletano.


Una birra per ogni pizza: l’abbinamento perfetto

Il Birrificio Artigianale Napoletano nasce nel cuore della città della pizza, e non poteva che avere un rapporto speciale con lei.
Ogni birra è pensata per accompagnare i sapori iconici della cucina partenopea:

  • Una bionda leggera per la Margherita,
  • Una ambrata per la Diavola,
  • Una rossa corposa per la Capricciosa,
  • Una birra analcolica per chi vuole godersi il gusto senza alcol.

“La nostra birra è trasversale,” dice Mario. “Può accompagnare tutti, in ogni momento.”


Espansione e mercato: dall’Italia al mondo

Oggi il birrificio produce circa 6.000 ettolitri l’anno, con una crescita costante che punta agli 8.000 ettolitri entro la fine dell’anno.
Il mercato principale resta quello italiano, ma l’obiettivo è chiaro: portare la birra napoletana anche all’estero.
Ogni bottiglia diventa così un piccolo ambasciatore del gusto e dell’eccellenza del Sud.


Napoli capitale della birra artigianale del futuro

Guardando al futuro, Mario sogna una Napoli riconosciuta non solo per la pizza, ma anche per la birra.
Un centro di innovazione, qualità e artigianato moderno, dove la tradizione incontra la tecnologia.
“Abbiamo dimostrato che anche al Sud si può fare industria di livello europeo,” afferma. “E continueremo a farlo, col sole nel cuore e nel serbatoio.”

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