Da meno di un decennio i Quartieri Spagnoli  a Napoli stanno vivendo una rinascita, anche l’ondata turistica si è accorta di questo fermento. Un quartiere che un tempo vedeva la presenza di molte botteghe artigiane in quelli che sono conosciuti come i bassi, posizionati ai piani terra degli edifici, rappresentano oggi un esempio emblematico della tradizione napoletana dell’abitare, il banco di prova di tutta una serie di dinamiche sociali, economiche e culturali che si sono avvicendate nel tempo e che ne trasformano fisicamente il ruolo o, per meglio dire, la destinazione d’uso. E proprio in uno di questi nasce la vineria di Armando Cammarota nota ormai come Cammarota Spritz che, insieme ad attività come Nennella e il Teatro Nuovo, partecipa alla vivacità di questo luogo nel cuore dei Quartieri Spagnoli, su vico Lungo Teatro Nuovo, tra vico Due Porte a Toledo e vico Teatro Nuovo, sorseggiando il mitico spritz a 1 euro e due olive, ho fatto qualche domanda ad Armando.

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Da quanto tempo è presente Cammarota Spritz nei QS?

Dal 2002.

Vivi nei QS?

Io sono dei QS, sono un quartierano doc!

Perché hai scelto di aprire la tua attività qui?

Non perché ci abito. Quando ho iniziato, nei QS non c’era nulla. Un mio amico aveva questa vineria, ed io dovendo trovare un’occupazione, l’ho rilevata. Poi con il tempo sia io che Nennella, partivamo insieme, siamo diventati grandi, piano piano, anche grazie all’aiuto degli studenti che iniziavano a salire nei QS. Però all’inizio vendevo solo il vino, non facevo ancora lo spritz, ero un vinaio, “nu cantinier”, ordinavo il vino e andava a male, lo buttavo perché all’inizio non ero del mestiere, poi con un po’ di esperienza e di gavetta mi sono mantenuto.

Chi sono i tuoi clienti?

Sono quasi tutti fuorisede, sono partito proprio con loro ed ora si sono aggiunti anche molti turisti. Ultimamente Napoli attira il turismo, da tutto il mondo. Ma è grazie ai fuorisede che sono diventato Cammarota Spritz. È nato per gioco lo spritz, nel 2006 con uno studente di Capri, quasi per scherzo ho aperto una bottiglia e mi è venuto bene. Da lì l’idea dello spritz è andata bene, ne ho fatti sempre di più e ad oggi sono stato il primo a Napoli ad aver fatto spritz!

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’avere una attività nei QS?

Tra gli svantaggi, nella mia esperienza, ci è voluto un po’ di tempo all’inizio ad essere accettato, c’è ancora una mentalità un po’ chiusa nelle persone, una difficoltà ad aprirsi. Ma adesso iniziano ad aprirsi anche se delle difficoltà le ho avute […]. Come Napoli in generale, che ha tante potenzialità ma si blocca in questa mentalità chiusa, del non si può fare e non vedere il cambiamento. Tutto questo deve cambiare.

Quali sono, se ci sono, gli aspetti positivi e negativi dei QS?

Aspetti positivi e negativi ci sono dappertutto, penso, nei QS come in tutto il mondo. Tra gli aspetti positivi nei QS è proprio il fatto che c’è più positività che negatività […]. C’è una trasformazione che si sente, da 10 anni a questa parte, negli ultimi 5 anni c’è stata la svolta ma abbiamo ancora da cambiare […]. E tra gli aspetti negativi c’è l’incapacità delle persone dei QS di poter fare di più, hanno un blocco a non far fiorire questa trasformazione. Come per la storia del lotto abbandonato che volevano pulirlo per farlo diventare un campetto, e poi lo hanno chiuso bloccando tutto, perché la gente preferisce avere un contenitore dell’immondizia. Si poteva iniziare a fare e poi provare ad educare così chi viene dopo, i ragazzi. Se mai iniziamo, se mai inneschiamo il cambiamento, le generazioni non cambiano. Io sono stato un ragazzo dei quartieri, ci sono cresciuto qui.

Tre parole per descrivere i QS

La gente, pietre antiche, ombre, storia.

Raccontami un episodio della tua esperienza nei QS

Un racconto di Cammarota è che Cammarota Spritz qui non ci doveva stare. Accadde una cosa, quando presi in gestione questa cantina che non mi avrebbe permesso di rimanere. Quando iniziai come vinaio non avevo molti soldi, compravo il vino e andava a male perché non lo riuscivo a vendere. Mio padre mi diceva “ma che ci stai a fare in questa cantina Armà, ma lievatella!”. Poi accadde che si ruppe la colonna fecale del palazzo, che passava proprio nella mia cantina, ritrovandomi pieno di melma e questa situazione mi fece pensare “che ci faccio qua? Io non ho una lira, come faccio ad aggiustare tutto?” e decisi di andarmene. Chiamai la proprietaria e le spiegai il problema, poi in questo palazzo i primi due piani sono proprietari e mi dissero che comunque loro avrebbero avuto intenzione di aggiustare la colonna fecale del palazzo e chi abitava al quarto mi propose di parlare con i proprietari e di far fare a lui, che mi avrebbe fatto risparmiare qualcosa per i lavori nella cantina che era comunque da rifare. Così feci [..], andai da mio padre che prendeva la pensione per un ennesimo prestito e mi disse “ti devo dare altri soldi?! Tu poi non me li dai più!”. Io gli risposi che avevo un presentimento, gli chiesi di farmi provare! Così me li diede e feci la cantina nuova e da lì è iniziata la storia di Cammarota, ho conosciuto mia moglie, ci ho fatto un figlio in questa cantina, ho visto la vecchia generazione, quella degli ubriaconi, ci litigavo pure, poi gli studenti… insomma ho già visto due generazioni passare da qui. Mi sento fortunato ad essere Cammarota Spritz ed è grazie a tutti voi se sono qui.

 

A questo punto è il caso di rispondergli alla sua maniera: PREGO!

Raffaella Amistà

Architetto di formazione e creativa, scopre la sua passione per la cucina alla tenera età di cinque anni con la sua prima tortina di fango. La sua bravura tra i fornelli le ha fruttato diverse proposte...

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